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Contact tracer dei contagi: “Il posto più pericoloso è casa tua”

Contact tracer dei contagi: “Il posto più pericoloso è casa tua”

K metro 0 – Milano – “Oggi usiamo misure come le mascherine e il distanziamento sociale. Il posto più pericoloso? Paradossalmente è fra le mura di casa, dove non c’è distanza né protezione. E’ il punto di maggior diffusione del coronavirus Sars-CoV-2 ed è più importante fare bene un isolamento vero. Ma è anche il

K metro 0 – Milano – “Oggi usiamo misure come le mascherine e il distanziamento sociale. Il posto più pericoloso? Paradossalmente è fra le mura di casa, dove non c’è distanza né protezione. E’ il punto di maggior diffusione del coronavirus Sars-CoV-2 ed è più importante fare bene un isolamento vero. Ma è anche il punto più difficile dove farlo”. A mettere in guardia è Marino Faccini, Ats Città metropolitana di Milano. Professione contact tracer: ‘detective’ dei contagi e dei loro contatti stretti.

“E’ importante identificarli – spiega all’Adnkronos Salute l’esperto dell’Unità operativa complessa Medicina preventiva nelle comunità-Malattie infettive – Se non si interviene, il contagio parte. Per esempio in fase 1 abbiamo avuto focolai in quasi tutte le Rsa. Ora abbiamo avuto focolai in gruppi di ritorno dalle vacanze, fra i ragazzi soprattutto per viaggi studio in Paesi come Malta e Grecia. E abbiamo tanti focolai familiari. L’ultimo intercettato questa domenica ha dato un bilancio di 5 positivi su 5. Tutta la famiglia contagiata, con un’infezione partita da un componente del nucleo”.

“Abbiamo avuto in questi giorni – prosegue – anche focolai in luoghi di lavoro, con una quindicina di casi fra persone che facevano tutte lo stesso turno e si sono contagiate. Le abbiamo identificate attraverso contact tracing e tampone. Questo perché, se sospettiamo che il virus possa essere circolato, lo facciamo fare subito. E’ molto importante agire appena abbiamo sentore di un inizio, e allarghiamo in quel caso anche il concetto di contatto stretto”. I rientri, osserva Faccini, hanno poi messo in circolo un’altra categoria: gli “ignari contatti di volo”. Sono quelle persone che hanno viaggiato sedute nei due posti vicini alla persona risultata infetta, cioè davanti, dietro e di fianco.

Le persone in questione, “se per esempio sulla linea Olbia-Milano, Madrid-Milano o Lima-Milano ha viaggiato un positivo, si trovano la chiamata inaspettata del contact tracer e devono fare anche loro l’isolamento. In genere sono persone che tornano dalle vacanze, ormai sicure di non aver problemi, ma in aereo il contatto c’è stato”, dice Faccini.

In questi giorni “i contagi sono andati aumentando. C’è stato il fenomeno dei rientri, ma adesso sono stati quasi riassorbiti e non è solo quello. Il virus ha ripreso a circolare con la ripresa delle attività e delle scuole. Siamo dunque in una situazione di grande attenzione. Importante è anche l’attività sui servizi alla persona, come parrucchieri, ristoratori, dove facciamo monitoraggio. Facciamo controlli seriali con tamponi. L’importante infatti è identificare i focolai e circoscriverli”.

Ora, conclude, “siamo in una fase intermedia in cui le persone contagiate sono un po’ più giovani, mediamente l’anziano sta più attento e spero continui. Soprattutto adesso conterà molto il comportamento delle persone”. L’appello di Faccini è a “continuare con la prudenza. Noi cerchiamo di fare di tutto per tracciare e testare, ma se le persone si comportano bene riusciamo a contenere la trasmissione. La nostra attività può arrivare fino a un certo punto e il virus non lo puoi fermare facilmente senza la collaborazione dei cittadini, che in questa fase è cruciale. La persona attenta ci aiuta e aiuta se stessa. E così si limita di molto l’intervento e il disagio per tutti”.

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