K metro 0 – Abu Dhabi – Papa Francesco è stato ad Abu Dhabi, per una visita negli Emirati arabi uniti. Si tratta della prima, storica visita di un Pontefice nella penisola arabica. Il Boeing 777 dell’Alitalia con a bordo il pontefice Francesco è atterrato all’aeroporto internazionale di Abu Dhabi alle 18.48 ora italiana, poco prima
K metro 0 – Abu Dhabi – Papa Francesco è stato ad Abu Dhabi, per una visita negli Emirati arabi uniti. Si tratta della prima, storica visita di un Pontefice nella penisola arabica. Il Boeing 777 dell’Alitalia con a bordo il pontefice Francesco è atterrato all’aeroporto internazionale di Abu Dhabi alle 18.48 ora italiana, poco prima delle 22 locali. È stato dunque il 27mo Viaggio Apostolico, il primo negli Emirati Arabi Uniti e, più in generale, nella penisola arabica, per un Pontefice. Il motto del viaggio è stato ‘Rendimi strumento della tua pace’, sulla scia dell’auspicio che 8 secoli fa ha accompagnato l’incontro tra San Francesco e il sultano d’Egitto Malik Al Kamil.
Una visita storica dunque, pur nella sua brevità, e tanto attesa dalla comunità cristiana che vive in quel territorio come immigrata specie dalle terre asiatiche, e che ha avuto i suoi momenti centrali nell’incontro interreligioso nel pomeriggio del giorno successivo, presso il Founder’s Memorial della capitale, e poi, ieri, nella Messa pubblica allo Zayed Sports City, ultimo appuntamento prima del rientro a Roma.
Il protocollo che siamo abituati a vedere, è stato modificato per ragioni essenzialmente climatiche legate al caldo e all’umidità della città. Pertanto, Papa Francesco non ha percorso a piedi la pista per il saluto alle delegazioni ma è entrato, direttamente dal velivolo, in un corridoio coperto dove, accompagnato dal principe ereditario, Sua Altezza lo Sceicco Mohammed bin Zayed Al Nahyan, con un saluto e con parole affettuose, ha ricevuto il dono floreale di due bambini in abito tradizionale.
Quindi, la Guardia d’Onore e, come di consueto, il saluto alle delegazioni nel salone del protocollo e poi l’abbraccio più caloroso all’’amico e caro fratello’, che Francesco incontra per la quinta volta, il Grande Imam di Al-Azhar, Ahamad Al-Tayyb. È questa figura autorevole ed eminente del mondo islamico ad accompagnare il Papa negli incontri di questo viaggio.
Proprio con il grande Imam, Papa Francesco, al termine della cerimonia di accoglienza ufficiale segnata da musiche tradizionali, si è trasferito a bordo di un piccolo pullman, percorrendo circa 28 chilometri, al Mushrif Palace, la residenza d’onore a disposizione degli ospiti illustri, dove ha alloggiato il Papa per tutta la permanenza on essendoci una Nunziatura Apostolica negli Emirati Arabi Uniti.
I primi impegni ufficiali sono iniziati il giorno successivo, con la cerimonia di benvenuto e la visita ufficiale al principe ereditario, presso il Palazzo Presidenziale alle 12 ora locale, le 9 in Italia; poi, nel pomeriggio, quando in Italia erano le 14, c’è stato l’incontro privato con i membri del Muslim Council of Elders e a seguire il grande Incontro interreligioso presso il Founder’s Memorial, dove il Papa ha tenuto il primo discorso ufficiale.
Il Papa stesso, nella catechesi dell’udienza di oggi, davanti a settemila fedeli presenti nell’Aula Paolo VI, ha così definito il viaggio negli Emirati Arabi Uniti appena concluso: “Un viaggio breve ma molto importante che, riallacciandosi all’incontro del 2017 ad Al-Azhar, in Egitto, ha scritto una nuova pagina nella storia del dialogo tra Cristianesimo e Islam e nell’impegno di promuovere la pace nel mondo sulla base della fratellanza umana. Per la prima volta un Papa si è recato nella penisola arabica. E la Provvidenza ha voluto che sia stato un Papa di nome Francesco, 800 anni dopo la visita di san Francesco di Assisi al sultano al-Malik al-Kamil. Ho pensato spesso a san Francesco durante questo viaggio: mi aiutava a tenere nel cuore il Vangelo, l’amore di Gesù Cristo, mentre vivevo i vari momenti della visita; nel mio cuore c’era il Vangelo di Cristo, la preghiera al Padre per tutti i suoi figli, specialmente per i più poveri, per le vittime delle ingiustizie, delle guerre, della miseria…; la preghiera perché il dialogo tra il Cristianesimo e l’Islam sia fattore decisivo per la pace nel mondo di oggi. Quel Paese è cresciuto molto negli ultimi decenni, è diventato un crocevia tra Oriente e Occidente, un’oasi multietnica e multireligiosa, e dunque un luogo adatto per promuovere la cultura dell’incontro. Di qui la riconoscenza al presidente, alle autorità e al vescovo Paul Hinder, Vicario Apostolico dell’Arabia del Sud, che ha preparato e organizzato l’evento per la comunità cattolica, ma anche ai sacerdoti, ai religiosi e ai laici che animano la presenza cristiana in quella terra. Oltre ai discorsi, ad Abu Dhabi è stato fatto un passo in più: io e il Grande Imam di Al-Azhar abbiamo firmato il Documento sulla Fratellanza Umana, nel quale insieme affermiamo la comune vocazione di tutti gli uomini e le donne ad essere fratelli in quanto figli e figlie di Dio, condanniamo ogni forma di violenza, specialmente quella rivestita di motivazioni religiose, e ci impegniamo a diffondere nel mondo i valori autentici e la pace. Questo documento sarà studiato nelle scuole e nelle università dei diversi Paesi. Mi auguro che lo conosciate, dà una forte spinta per andare avanti nel dialogo sulla fratellanza umana. In un’epoca come la nostra, in cui è forte la tentazione di vedere in atto uno scontro tra le civiltà cristiana e quella islamica, e anche di considerare le religioni come fonti di conflitto, abbiamo voluto dare un ulteriore segno, chiaro e deciso, che invece è possibile incontrarsi, è possibile rispettarsi e dialogare, e che, pur nella diversità delle culture e delle tradizioni, il mondo cristiano e quello islamico apprezzano e tutelano valori comuni: la vita, la famiglia, il senso religioso, l’onore per gli anziani, l’educazione dei giovani, e altri ancora”.
Prima di partire per la Penisola araba, il Papa aveva fatto un nuovo appello per la popolazione dello Yemen. Ha citato la guerra in Yemen, assieme ad altri conflitti bellici (Siria, Iraq e Libia). Anche durante il suo discorso all’incontro interreligioso a cui ha preso parte ad Abu Dhabi, ha sottolineato che la fratellanza umana esige da noi, rappresentanti delle religioni, il dovere di bandire ogni sfumatura di approvazione dalla parola guerra. Il ministro degli Esteri degli Emirati, Anwar Gargash, ha commentato: “Accogliamo la dichiarazione di Sua Santità Papa Francesco che fa appello urgente per la pace in Yemen. Crediamo che abbiamo una storica opportunità con l’accordo di Stoccolma. Impegniamoci ad applicarlo e facciamo del 2019 l’anno della pace in Yemen”.
Il viaggio breve ma intenso di Papa Francesco veramente è stato di grande importanza storica. Si sono aperte grandi vie per il dialogo tra il mondo cattolico e quello islamico trovando nell’umanità la fratellanza e delineando i percorsi in comuni.
Preoccupano, invece le grandi potenze, Russia, Stati Uniti e Cina per la loro corsa al riarmo.
di Salvatore Rondello