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Brexit. Attivisti di “+Europa” aggrediti da un gruppo di ‘brexiters’ durante una raccolta firme

Brexit. Attivisti di “+Europa” aggrediti da un gruppo di ‘brexiters’ durante una raccolta firme

K metro 0 – Londra – Nella giornata di sabato è andata in scena una vera e propria aggressione a Londra nei confronti degli attivisti del partito “+Europa”. A guidare l’atto un gruppo di ‘brexiters’ che ha rivolto il proprio attacco ad un banchetto di raccolta firme per la proposta di legge “Welcoming Europe –

K metro 0 – Londra – Nella giornata di sabato è andata in scena una vera e propria aggressione a Londra nei confronti degli attivisti del partito “+Europa”. A guidare l’atto un gruppo di ‘brexiters’ che ha rivolto il proprio attacco ad un banchetto di raccolta firme per la proposta di legge “Welcoming Europe – L’Europa che accoglie”, inerente all’iniziativa del partito “L’Europa che resiste”. Gli attivisti che hanno organizzato la raccolta firme si sono visti stracciare davanti ai propri occhi i volantini dell’iniziativa e si sono sentiti piovere addosso una sequela di insulti. Il partito nato dall’unione di intenti tra Forza Europa e Radicali Italiani ha in mente un insieme di proposte per modificare il modo in cui gli stati europei gestiscono la questione migranti, con interventi sulle direttive riguardanti il favoreggiamento, il Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione e l’accesso al lavoro. Tre esponenti del partito Claudio Radaelli, Virginia Fiume e Mario Pietrunti hanno raccontato quanto accaduto: “La bella iniziativa londinese è stata bruscamente interrotta da un nutrito corteo di sostenitori della Brexit, che hanno stracciato volantini e insultato i nostri volontari al tavolo di raccolta firme. Dopo gli insulti sono arrivati comunque momenti di dialogo, perfino qualche abbraccio”. Quanto accaduto è stato sicuramente uno spunto di riflessione sui movimenti poltici attualmente attivi in Europa, queste le parole degli attivisti di +Europa a riguardo: “Le politiche urlate e la violenza verbale da parte dei politici nazionalisti fomentano rabbia in alcune persone che si sentono lasciate indietro. La risposta non sta certo nel sovranismo, ma nella condivisione delle scelte a livello europeo. Oggi, con la nostra raccolta firme ci sentiamo più che mai vicini non solo ai migranti che vengono usati come arma di ricatto per politiche sovraniste, ma anche a tutti i cittadini inglesi, che rischiano di trovarsi con meno diritti, in un paese più debole e isolato fuori dall’Unione europea”.

Nel frattempo, il governo britannico sta studiando un piano di evacuazione dei reali, nel caso in cui si manifestassero disordini per un mancato accordo sulla Brexit. Il piano risalente alla guerra fredda è stato rispolverato negli ultimi mesi, secondo alcuni organi di stampa, infatti, si prospettano turbolenti conseguenze derivanti dall’accordo o dal non accordo tra Londra e Bruxelles. L’operazione dal nome in codice “Operation Candid” sarebbe utile nel caso in cui l’uscita dall’Europa dovesse avvenire senza accordo paracadute, il ‘no-deal’, fatto che provocherebbe non pochi disagi. Dal  canto suo la Regina Elisabetta non si è sbilanciata, nelle proprie dichiarazioni, riguardo la propria posizione sulla Brexit venendo criticata sia dai fautori dell’uscita dall’Europa sia dai contrari.

 

Leonardo Pasquali

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