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Polonia: esportate, in altri Paesi UE, carni di bovini morti per gravi malattie

Polonia: esportate, in altri Paesi UE, carni di bovini morti per gravi malattie

K metro 0 – Varsavia – Secondo quanto riportato da “Euronews” e dall’ altra testata, in lingua portoghese, “RTP Noticias” ,1 febbraio), 2.700 tonnellate di carne bovina di qualità sospetta sarebbero state esportate, negli ultimi tempi, dalla Polonia in vari altri Paesi UE (Estonia, Lituania, Finlandia, Svezia, Ungheria, Romania, Francia, Spagna, Portogallo). A confermarlo, in

K metro 0 – Varsavia – Secondo quanto riportato da “Euronews” e dall’ altra testata, in lingua portoghese, “RTP Noticias” ,1 febbraio), 2.700 tonnellate di carne bovina di qualità sospetta sarebbero state esportate, negli ultimi tempi, dalla Polonia in vari altri Paesi UE (Estonia, Lituania, Finlandia, Svezia, Ungheria, Romania, Francia, Spagna, Portogallo). A confermarlo, in una conferenza stampa, è il capo del Servizio veterinario polacco, Pawel Niemczuk: in seguito a un’inchiesta giornalistica realizzata dall’emittente televisiva nazionale TVN24, e ripresa poi da varie testate polacche online. Che ha mostrato come, in alcuni mattatoi polacchi, vengano macellate mucche malate o già decedute in seguito a malattie gravissime: e, nonostante questo, vendute poi per il consumo alimentare.

Esattamente, il filmato di TVN24 mostra la macellazione di questi animali in una macelleria a 112 km. ad est di Varsavia, la quale rifornirebbe più di 20 aziende alimentari: la polizia sta indagando su tutta la vicenda e le autorità giudiziaria polacche hanno disposto immediatamente controlli in tutti i mattatoi e macellerie del Paese. “Questo comunque è un problema coinvolgente solo un’azienda. È spiacevole, e senz’altro degno di condanna. Fortunatamente è solo una piccola macelleria, e il restante 99,9% degli impianti di macellazione è in regola”, ha detto Jarusz Rodziewicz, capo della lobby polacca della carne SriWRP. Ma Patryk Szczepaniak, il giornalista che ha scoperto lo scandalo, ha ribattuto che si tratta, invece, di un problema davvero nazionale.

La reazione della Commissione Europea: “La priorità, oggi, è rintracciare ed eliminare dal mercato tutti i prodotti originati da questa macelleria”, ha dichiarato subito Vytenis Andriukaitis, commissario UE responsabile per la Sicurezza dei cibi.” Chiamo tutti gli Stati membri della UE interessati dalla vicenda ad agire immediatamente. Al tempo stesso, sollecito le autorità polacche a trattare come materia d’urgenza le loro indagini, prendendo tutte le misure necessarie ad assicurare il rispetto della normativa UE: che prevede effettive, rapide e dissuasive sanzioni penali contro i responsabili d’un comportamento criminale come questo, che potrebbe mettere in rischio la salute pubblica, e configura un trattamento degli animali inaccettabile”.

La Polonia, contando attualmente su 5,7 milioni di capi di bestiame, produce circa 560.000 tonnellate di carne all’anno: l’80- 85% delle quali viene esportato negli altri Paesi UE (soprattutto Inghilterra, Spagna, Italia e Germania), e in altri come Russia, Turchia e vari del Medio Oriente. Dopo l’ingresso nell’ Unione Europea, i contadini polacchi (inizialmente contrari ad entrare nel timore di un’invasione di prodotti agricoli dagli altri Paesi membri), accedendo ai fondi della Politica agricola comune, hanno aumentato e migliorato il loro patrimonio di bestiame: le imprese per la macellazione e la commercializzazione della carne si sono mosse altrettanto rapidamente, e vari siti tuttora magnificano la validità della carne bovina polacca, che sarebbe la migliore per il rapporto qualità-prezzo. Ma ora questo scandalo mina gravemente la credibilità di tutta questa produzione: e le effettive proporzioni della vicenda sono tutte da accertare.

Bestiame polacco alimentato con carni e farine provenienti da mucche morte per malattia

Sempre secondo l’emittente polacca TVN 24, infatti, alcuni agricoltori alimenterebbero il bestiame – dai bovini all’avifauna, per la quale la Polonia oggi è leader nel mercato europeo – con carne di mucche morte per malattia, o farina ricavata da esse. Non è ancora chiaro per quanto tempo sia prosperato questo tipo di commercio criminale, e in che misura ci sia un rischio di infezione per le persone, causa il consumo della carne di animali alimentati in questi modi. Ma l’Unione Europea ha bandito l’uso di carne e ossa nei mangimi per gli animali già dal 2001, dopo lo scoppio delle epidemie di BSE (encefalopatia spongiforme bovina, più comunemente “morbo della mucca pazza”) nel bestiame, con alcuni casi di morte tra i consumatori anche in Italia. E Jozef Bires, direttore dell’Autorità veterinaria e alimentare della Slovacchia, direttamente confinante con la Polonia, ha informato che i suoi uomini sono concentrati proprio sulla ricerca di mangimi importati da là.

Il rischio anche per l’Italia

Tutta questa situazione è quantomeno preoccupante anche per l’Italia: considerando anzitutto che la Polonia, per via dei prezzi concorrenziali e della gran quantità di capi macellati, dal 2017, superata la Francia, è il primo fornitore di carni bovine del Belpaese. In Italia non c’è stata ancora una presa di posizione ufficiale del ministero della Salute su tutta la vicenda, ma l’attenzione resta alta. La Coldiretti, comunque, nella sua “lista nera” di alimenti non sicuri provenienti da varie parti del mondo, recentemente ha incluso anche le carni di pollo provenienti dalla Polonia; per l’altro fattore di rischio rappresentato dalle contaminazioni microbiologiche, da parte soprattutto del virus della salmonella.

 

Fabrizio Federici

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