Manca ancora un Codice di condotta per i parlamentari, ma sono stati compiuti progressi per limitare il conflitto di interessi K metro 0 – Strasburgo – Nella sua valutazione delle misure intraprese dalla Croazia per attuare le raccomandazioni emesse nel 2014, il Gruppo di Stati contro la corruzione (GRECO) del Consiglio d’Europa si rammarica del
Manca ancora un Codice di condotta per i parlamentari, ma sono stati compiuti progressi per limitare il conflitto di interessi
K metro 0 – Strasburgo – Nella sua valutazione delle misure intraprese dalla Croazia per attuare le raccomandazioni emesse nel 2014, il Gruppo di Stati contro la corruzione (GRECO) del Consiglio d’Europa si rammarica del fatto che le sue raccomandazioni rivolte al Parlamento croato e relative all’adozione di un Codice di condotta per i parlamentari non siano ancora state attuate.
Secondo la “Strategia anticorruzione 2015-2020” del paese, l’adozione di tale codice sarebbe dovuta avvenire nell’ultimo trimestre del 2015, ma il progetto è ancora fermo in Parlamento, come indicato in un nuovo rapporto di conformità pubblicato ieri (vedere la versione croata del rapporto).
Per quanto riguarda la magistratura, nel luglio 2018 è stato adottato un pacchetto legislativo per migliorare la trasparenza e la responsabilità, ma è necessaria maggiore chiarezza e obiettività in relazione ai rispettivi sistemi di nomina del presidente della Corte suprema e del procuratore generale che sono nelle mani di Parlamento e governo.
Inoltre, negli ultimi anni la Commissione governativa per la prevenzione dei conflitti di interesse ha svolto un ruolo proattivo per sostenere e consigliare i parlamentari sul modo di rispettare i loro obblighi previsti dalla Legge sulla prevenzione dei conflitti di interesse. In merito a questo testo legislativo essenziale, il GRECO è stato informato dei relativi emendamenti e ha chiesto al governo della Croazia di assicurare che ogni riforma prevista in tale ambito non costituisca un passo indietro in materia di prevenzione della corruzione.
Poiché sei su 11 raccomandazioni devono ancora essere attuate, il GRECO chiede alla Croazia di riferire sui progressi entro la fine di settembre di quest’anno.