fbpx

Sea Watch, migranti accolti in Italia grazie a Progetto Valdese già attivo dal 2015

Sea Watch, migranti accolti in Italia grazie a Progetto Valdese già attivo dal 2015

K metro 0 – Roma – Sbloccata finalmente la vicenda della SeaWatch, la nave tenuta per giorni al largo delle coste maltesi con a bordo 49 migranti in attesa di accoglienza, che stava diventando insostenibile dal punto di vista umano oltre che un vero e proprio paradigma dell’ incapacità dell’Europa Unita di gestire le nuove

K metro 0 – Roma – Sbloccata finalmente la vicenda della SeaWatch, la nave tenuta per giorni al largo delle coste maltesi con a bordo 49 migranti in attesa di accoglienza, che stava diventando insostenibile dal punto di vista umano oltre che un vero e proprio paradigma dell’ incapacità dell’Europa Unita di gestire le nuove questioni migratorie, in Italia l’attenzione sembra appuntarsi sul fatto che l’accoglienza avverrà grazie alla Chiesa Valdese, come se fosse una azione che elimina il problema di “coerenza” sul tema immigrazione per il Governo Italiano.

L’Italia ha avuto un ruolo significativo nel prolungato blocco allo sbarco, così come in quello della nave Diciotti, a causa dei forti veti da parte del Ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini ad un accordo per accogliere parte dei migranti secondo eque divisioni all’interno del territorio europeo. Nella notte di mercoledì 9 da Palazzo Chigi, in extremis, è arrivato l’ok ad accogliere forse meno di una dozzina dei migranti grazie al fatto che a farsene carico sarà la Chiesa Valdese “senza un euro di spesa per i cittadini italiani”.

È singolare che vengano mediaticamente sbandierati simili distinguo, perché si tratta comunque di una operazione che transita sul territorio italiano, attraverso leggi e procedure italiane e sistemi di sicurezza italiani. Inoltre, l’accoglienza viene fatta da cittadini italiani e attraverso un progetto che esiste dal 2015 ed ha il nome di “Corridoi Umanitari”. Si tratta di una iniziativa pilota creato e gestito dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), dalla Tavola valdese e dalla Comunità di Sant’Egidio nell’ambito di un Protocollo d’intesa concordato con i Ministeri dell’Interno e degli Affari Esteri. Tale intesa permette a persone fuggite dal loro paese e in condizione di vulnerabilità di accedere al loro diritto di chiedere asilo usufruendo di vie legali e sicure. La prima fase del protocollo, sottoscritto nel dicembre 2015, ha permesso nei primi due anni di azione di aiutare 1.000 persone, cifra indicata nel protocollo come soglia limite per il 2016-2017. Con il rinnovo del protocollo per il biennio 2018/2019, si è potuto aprire il programma ad altri 1.000 beneficiari, tra i quali rientreranno appunto alcuni dei migranti sbarcati dalla Sea Watch.

“Abbiamo dato la disponibilità ad accogliere queste persone così come ne abbiamo accolte centinaia tramite i corridoi umanitari” – ha detto oggi il presidente della Diaconia valdese Giovanni Comba. “Nello spirito biblico ‘tratterete lo straniero come chi è nato tra voi’ (Levitico 19,34) ci auguriamo che l’Italia e l’Europa tornino ad avere una politica di accoglienza” ha aggiunto.

Indipendentemente dall’etichetta e dalla nazionalità, si tratta in definitiva di un progetto che, evitando false politicizzazioni e ideologismi, esiste da anni ed ha l’obiettivo di accompagnare “con dignità e sicurezza persone che hanno diritto alla protezione internazionale” attraverso un percorso ordinato, efficace e non solo burocratico. Già lo scorso 30 novembre era circa 1.500 in Italia (2.200 in Europa) il numero di accoglienze totalizzate da Corridoi Umanitari dalla nascita del progetto, sempre in accordo con i ministeri dell’Interno e degli Esteri.

Dunque, l’accoglienza è stata garantita attraverso strumenti che esistono e che potrebbero essere semplicemente potenziati, grazie ad una maggiore volontà politica e dialogo tra gli stati europei. Strumenti creati dal buon senso e dal buon uso delle risorse a disposizione, grazie anche alla generosità e alle donazioni dell’8 x mille. Il punto non è escludere le migrazioni dalle azioni di un governo moderno o cancellarle a colpi di tweet, o peggio ancora farne una campagna politica di distorsione della percezione del problema.

La vicenda alza il velo sul fatto che è necessario un approccio unitario, competente, aperto e attento al tema dell’immigrazione e dell’accoglienza. Come ha affermato Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) “L’importante è che si arrivi a una strategia europea dell’accoglienza, che non ceda di un millimetro sul rispetto dei diritti umani. È evidente la necessità di una proposta politica strutturata, collettiva, che abbia come parole d’ordine cooperazione, pace e giustizia. Il nostro apprezzamento va a chi nel governo italiano ha lavorato a questa soluzione e auspichiamo vivamente che possa presto costituirsi una cabina di regia europea che operi stabilmente secondo le procedure attivate in questa occasione”.

 

di Daniela Bracco

Condividi su:

Posts Carousel

Latest Posts

Top Authors

Most Commented

Featured Videos

Che tempo fa



Condividi su: