K metro 0 – Roma – I pensionati sono scesi oggi in piazza in tutta Italia per protestare contro la decisione del governo di rimettere mano alla rivalutazione delle pensioni. La manovra prevede infatti la revisione del sistema di indicizzazione degli assegni a partire da quelli da 1.500 euro. La mobilitazione indetta dai sindacati Spi-Cgil,
K metro 0 – Roma – I pensionati sono scesi oggi in piazza in tutta Italia per protestare contro la decisione del governo di rimettere mano alla rivalutazione delle pensioni. La manovra prevede infatti la revisione del sistema di indicizzazione degli assegni a partire da quelli da 1.500 euro. La mobilitazione indetta dai sindacati Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil si è tenuta nella maggioranza delle province italiane con presidi davanti alle Prefetture e proseguirà anche nei prossimi giorni. L’obiettivo è arrivare all’inizio del prossimo anno a una grande manifestazione nazionale. I sindacati Spi, Fnp e Uilp contestano al governo di “aver fatto cassa con i pensionati, utilizzati come bancomat per finanziare la manovra economica”, si legge in una nota. Una misura giudicata “ingiusta e profondamente punitiva nei confronti di milioni di persone anziane a cui viene ancora una volta presentato il conto da pagare”.
Spi-Cgil a Conte, avari a chi? Si tagli stipendio
“E’ abbastanza ingeneroso. Non si tratta solo di pochi euro, i pensionati hanno avuto il blocco della rivalutazione dal 2011 fino ad oggi. Ora si ripete. E questo ulteriore taglio arriva senza discutere con nessuno, né in Parlamento. Avari a chi? Sono otto anni che i governi intervengono sulle pensioni. Perché non si taglia il suo stipendio?”. Così il segretario generale dello Spi-Cgil, Ivan Pedretti, risponde alle parole del premier Giuseppe Conte che sul taglio alla rivalutazione delle pensioni ha detto che “neppure l’avaro di Moliere forse si accorgerebbe di qualche euro al mese in meno”. “Parliamo di pensioni che non sono così significative – prosegue Pedretti rimarcando il no al taglio della rivalutazione -. E non mi pare di intravedere nella manovra alcun finanziamento a favore dei giovani, anche del loro futuro previdenziale. Sarebbe stato utile, invece di grandi dichiarazioni e di battute, dare risposte. Sarebbe stato utile – insiste il segretario generale dei pensionati della Cgil – aprire un confronto, una discussione. Noi non siamo d’accordo sulle misure della manovra e siamo pronti a mettere in campo una manifestazione nazionale all’inizio dell’anno prossimo. A meno che il governo non decida che il confronto lo fa davvero”.
Cgil, Cisl, Uil: domani saremo in Aula
“Domani saremo presenti in Aula alla Camera in occasione del voto finale alla manovra. Con la nostra presenza vogliamo ribadire che si sta approvando una legge di Bilancio sbagliata, miope, recessiva, che taglia ulteriormente su crescita e sviluppo, lavoro e pensioni, coesione e investimenti produttivi, negando al Paese, e in particolare alle sue aree più deboli, una prospettiva di rilancio economico e sociale”. È quanto annunciano, in una nota, Cgil, Cisl, Uil e ricordano: “Per rispondere ad una impostazione di politica economica assolutamente sbagliata e che non recepisce le richieste della piattaforma unitaria, a fine gennaio saremo in piazza per una grande manifestazione”. La delegazione che assisterà domani al voto finale sarà composta dalla segretaria confederale della Cgil Gianna Fracassi, dal segretario confederale della Cisl Andrea Cuccello e dalla segretaria confederali della Uil Ivana Veronese.