K metro 0 – Lazio – La regione Lazio, dopo la Lombardia, rappresenta con 77.125 imprese guidate da lavoratori di origine straniera all’inizio del 2018 il più importante polo imprenditoriale per le collettività immigrate presenti in Italia. È registrata in una delle Camere di Commercio laziali 1 impresa immigrata ogni 6 registrate a livello nazionale (13,1%).
K metro 0 – Lazio – La regione Lazio, dopo la Lombardia, rappresenta con 77.125 imprese guidate da lavoratori di origine straniera all’inizio del 2018 il più importante polo imprenditoriale per le collettività immigrate presenti in Italia. È registrata in una delle Camere di Commercio laziali 1 impresa immigrata ogni 6 registrate a livello nazionale (13,1%).
Il dinamismo dell’iniziativa imprenditoriale immigrata è testimoniato dai sostenuti tassi di crescita registrati nel corso degli ultimi anni (complessivamente il 33,0% di imprese in più tra 2012 e 2017, mentre le imprese italiane nello stesso periodo registravano uno striminzito 1,7% in più), che ha portato delle aziende immigrate ad incidere per l’11,9% di tutte le aziende registrate in regione.
Tra le imprese regionali i cui responsabili sono nati all’estero, 7,5 su 10 sono gestite da stranieri non comunitari (74,8%) e quasi altrettante (72,4%) hanno una formulazione di tipo individuale (55.836 su 77.125).
Per quanto riguarda più nello specifico le imprese individuali, il numero assolutamente maggiore si concentra nella Capitale e nella sua area metropolitana, che con un numero superiore a 47mila (pari all’84,6% del totale regionale) supera di 10mila unità la provincia di Milano e di oltre 20mila unità le province di Torino e Napoli. Le altre province laziali registrano un numero di imprese immigrate tra le 2.000 e le 3.000 unità (prima Latina a quota 3.094, seguita da Frosinone con 2.623 e Viterbo con 2.091), con l’eccezione di Rieti che con sole 815 imprese immigrate anche a livello di graduatoria nazionale ne rappresenta uno dei fanalini di coda.
A livello regionale l’incidenza femminile tra i titolari di impresa stranieri, con il 19,8% si colloca ben 3 punti percentuali e mezzo al di sotto della media complessivamente registrata a livello nazionale, che parimenti con il 23,3% risulta particolarmente bassa. A livello regionale tra i paesi di nascita più rappresentati tra i titolari d’impresa stranieri spicca il primato del Bangladesh, un caso su quattro (24,5%), seguito dalla Romania (16,2%), dal Marocco (8,3%), dalla Cina (6,9%) e dall’Egitto (6,6%). I titolari di impresa nati nel Bangladesh sono i primi anche nell’area metropolitana di Roma, quelli nati in Marocco sono i primi nella provincia di Frosinone, mentre quelli nati in Romania sono i primi nelle province di Latina, Viterbo e Rieti e i secondi nelle province di Roma e Frosinone.
Per quanto riguarda i settori di impresa il 70,2% è attivo a livello regionale nel settore dei servizi (principalmente nei comparti del commercio con il 38,1%, dei viaggi con il 16,2% e di alberghi e ristorazione con il 4,6%), il 23,8% nell’industria (rappresentata essenzialmente dall’edilizia che registra il 20,2% delle imprese immigrate) e l’1,9% nell’agricoltura.
Si possono notare punte più alte rispetto alla media regionale per quanto riguarda le imprese immigrate attive nell’agricoltura nelle province di Rieti (13,4%) e Latina (10,5%) e nell’industria nelle province di Rieti (41,2%) e Viterbo (33,1%). Va, infine, sottolineata la rilevante importanza assunta dal settore dei servizi nell’area di Roma metropolitana (71,5%), sostenuta molto dalle necessità connesse al ruolo del capoluogo di capitale politica e amministrativa italiana, dall’enorme indotto collegato al turismo, al commercio, ai trasporti, all’intermediazione finanziaria e immobiliare, nonché ai servizi collegati al fabbisogno della pubblica amministrazione.