K metro 0 – Francoforte – La Banca centrale europea ha confermato la conclusione del programma di acquisti netti di titoli pubblici, il Quantitative Easing che nell’ultima fase era stato ridotto a 15 miliardi di euro al mese. Come ampiamente anticipato terminerà a fine anno. Le decisioni che sono state adottate dalla Bce sono sostanzialmente
K metro 0 – Francoforte – La Banca centrale europea ha confermato la conclusione del programma di acquisti netti di titoli pubblici, il Quantitative Easing che nell’ultima fase era stato ridotto a 15 miliardi di euro al mese. Come ampiamente anticipato terminerà a fine anno. Le decisioni che sono state adottate dalla Bce sono sostanzialmente in linea con le attese senza turbare i mercati.
Al termine del board di ieri della Banca Centrale Europea, il presidente della Bce, Mario Draghi, confermando la fine del ‘quantitative easing’, ha detto: “Anche se i dati sono più deboli di quanto atteso, a fronte di una domanda estera e di fattori specifici di Paesi e settori, la domanda interna sottostante continua a sostenere l’espansione e a spingere gradualmente l’inflazione. I rischi per le prospettive possono ancora essere considerati ampiamente bilanciati, ma il punto di equilibrio si sta muovendo verso il basso”. Draghi ha citato tra i fattori di rischio il protezionismo, gli scenari geopolitici, i Paesi emergenti e la vulnerabilità dei mercati finanziari.
Draghi ha anche detto: “La Bce reinvestirà i Bond che ha in portafoglio che arrivano a scadenza con titoli della stessa giurisdizione e il portafoglio sarà aggiustato per riallinearlo alla quota di ciascun Paese nel capitale della Bce”.
Le parole che sembrano indicare un aggiustamento graduale nel rispetto delle regole della Bce. Le quote nel capitale della Bce sono state recentemente riviste secondo i parametri esistenti e per l’Italia, la quota nel capitale è stata abbassata di circa mezzo punto percentuale. Quindi per l’Italia è stata ridotta la quota del Qe rinnovabile. Motivo per il quale è indispensabile una manovra di bilancio per l’Italia che crei un avanzo primario opportunamente calibrato.
Draghi ha spiegato: “Il Quantitative easing è ormai parte integrante del cassetto degli attrezzi permanenti della Bce. È stata molto importante la sentenza della Corte europea di Giustizia che ha legittimato il Qe. La Bce ora è nel complesso come qualsiasi altra Banca Centrale”.
Una novità è contenuta in una modifica alla “Foward guidance”, le indicazioni che la Banca Centrale Europea fornisce sui suoi orientamenti futuri. Infatti, la Bce ha precisato che intende proseguire per un esteso periodo di tempo le operazioni di riacquisto dei titoli che giungono via via a scadenza sullo stock di emissioni già rilevate con il Qe.
Questi rinnovi saranno effettuati in pieno e andranno avanti oltre la data quando inizierebbe ad aumentare i tassi di interesse, in ogni caso fin a quando sarà necessario mantenere condizioni di liquidità favorevoli e un ampio grado di accomodamento monetario.
Dunque, anche se verrà meno l’ampliamento dell’effetto espansivo, resterà comunque consolidato quello finora raggiunto con il ‘quantitative easing’.
Per adesso, i tassi di interesse rimarranno fermi. Una nota diffusa al termine della riunione di politica monetaria, in cui si è deciso di lasciare i tassi invariati, l’Eurotower ha ribadito: “I tassi di interesse si manterranno su livelli pari a quelli attuali almeno fino all’estate del 2019 e in ogni caso finché sarà necessario per assicurare che l’inflazione continui stabilmente a convergere su livelli inferiori ma prossimi al 2% nel medio termine”.
Quindi, i livelli dei tassi di interesse saranno ancora i seguenti: zero sulle principali operazioni di rifinanziamento, 0,25 per cento sulle operazioni marginali e meno 0,40 per cento sui depositi parcheggiati dalle banche presso la stessa Bce.
Sono comunque state riviste al ribasso le stime di crescita del 2018 per l’Eurozona all’1,9% dal 2% della stima precedente. La proiezione sul tasso di crescita per il 2019 è stato limato a 1,7% da 1,8% mentre è confermata a +1,7% la stima per il 2020. Per il 2021 la Bce si attende una crescita dell’1,5%.
Oggi il dollaro statunitense è in risalita rispetto all’euro. Pesano gli effetti delle due diverse scelte di politica monetaria. Negli ultimi tempi la Bce ha tenuto fermi i tassi di interesse mentre la Federal Reserve li ha aumentati con la prospettiva di ulteriori ritocchi al rialzo.
Le scelte di politica monetaria rivestono un ruolo molto importante nell’attuale scenario geopolitico in cui l’economia è globalizzata.
di Salvatore Rondello