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Web tax: il Parlamento sostiene nuove regole per tassare i servizi digitali

Web tax: il Parlamento sostiene nuove regole per tassare i servizi digitali

Fornitura di contenuti su interfacce digitali (come Netflix) aggiunta all’elenco dei servizi tassabili; Soglia minima di profitti imponibili abbassata a 40 milioni di euro; Pareri del PE adottati a stragrande maggioranza, in attesa della posizione del Consiglio K metro 0 – Bruxelles – La Plenaria ha proposto di ampliare il campo di applicazione delle direttive sulla tassazione

Fornitura di contenuti su interfacce digitali (come Netflix) aggiunta all’elenco dei servizi tassabili; Soglia minima di profitti imponibili abbassata a 40 milioni di euro; Pareri del PE adottati a stragrande maggioranza, in attesa della posizione del Consiglio

K metro 0 – Bruxelles – La Plenaria ha proposto di ampliare il campo di applicazione delle direttive sulla tassazione delle imprese digitali che operano nell’UE.

Il Parlamento ha adottato con un’ampia maggioranza i suoi due pareri sulle proposte di direttive del Consiglio relative alla tassazione delle imprese con una presenza digitale significativa e alla tassa sui servizi digitali (DST).

Fornitura di contenuto digitale aggiunto ai servizi imponibili

I deputati hanno aggiunto all’elenco dei servizi che possono essere considerati entrate fiscali la fornitura di “contenuti su un’interfaccia digitale come video, audio, giochi o testi che utilizzano un’interfaccia digitale”, indipendentemente dal fatto che tali contenuti siano di proprietà della società fornitrice o che questa ne abbia acquisito i diritti di distribuzione. Le piattaforme online che vendono contenuti digitali, come Netflix, possono quindi essere tassate.

Abbassata la soglia minima delle entrate imponibili

I deputati hanno accettato di ridurre la soglia minima al di sopra della quale i redditi di una società sono soggetti a tassazione. Le norme si applicheranno a qualsiasi società che generi entrate all’interno dell’UE superiori a 40 milioni di euro durante l’esercizio finanziario in questione. La Commissione europea aveva proposto un importo di 50 milioni di euro.

Imposta sui servizi digitali: una soluzione temporanea

Il Parlamento sottolinea che la DST (digital services tax in inglese) è una misura temporanea. L’adozione della direttiva sulla presenza digitale significativa, della base imponibile consolidata comune per le società o di norme analoghe a livello dell’OCSE o delle Nazioni Unite costituirebbe una soluzione permanente, preferibile a tutti gli effetti.

Citazioni

Il relatore sulla tassa sui servizi digitali Paul Tang (S&D, NL) ha dichiarato: “Sia il Parlamento europeo sia i cittadini europei chiedono che i giganti della tecnologia paghino le loro tasse. Per questo motivo abbiamo votato in favore di una tassa sui servizi digitali più ambiziosa, tassando anche le entrate derivanti dai servizi di streaming online. Stiamo parlando di equità di base, dove tutti pagano la loro parte equamente.”

Il relatore sulla presenza digitale significativa Dariusz Rosati (PPE, PL) ha dichiarato: “Le tasse devono essere pagate quando un’impresa crea il suo valore, indipendentemente dal fatto che si tratti di un’impresa digitale o tradizionale. I litigi e i veti reciproci in seno al Consiglio fanno sì che l’UE non sia in grado di affrontare il problema. L’Unione europea dovrebbe essere un precursore di tendenze, continuando nel contempo a lavorare su una soluzione internazionale a livello dell’OCSE. È giunto il momento di agire.”

Risultati delle votazioni

La relazione sulla direttiva sulla tassazione dei servizi digitali è stata approvata con 451 voti in favore, 69 voti contrari e 64 astensioni.

La relazione sulla direttiva sulla tassazione delle società con una presenza digitale significativa è stata adottata con 439 voti in favore, 58 voti contrari e 81 astensioni.

Prossime tappe

Il Parlamento ha un ruolo consultivo in materia di leggi fiscali (articolo 115 del TFUE). Spetterà pertanto al Consiglio decidere all’unanimità sul contenuto definitivo delle norme. Il Parlamento sta spingendo per un’approvazione prima della fine del suo mandato, nell’aprile 2019.

Contesto

Nel luglio 2013 i ministri dell’UE hanno convenuto sulla necessità di stabilire una base imponibile comune per le società. La Commissione europea ha poi suddiviso la sua precedente proposta del 2011 in due direttive: una direttiva che istituisce una base imponibile comune per le società (CCTB) e una direttiva su una base imponibile consolidata comune per le società (CCCTB). Entrambi i progetti di direttiva sono stati presentati nell’ottobre 2016 e sono ancora in attesa dell’accordo del Consiglio. Nelle sue risoluzioni, il Parlamento europeo ha fortemente sostenuto questa importante riforma della tassazione delle imprese e ha introdotto il concetto di “presenza digitale”, che consentirebbe agli Stati membri di tassare le società digitali.

Nel marzo 2018, la Commissione europea ha presentato due distinte proposte legislative su una tassazione più equa delle attività digitali nell’UE. La prima proposta (Tassazione delle imprese con una presenza digitale significativa), presentata come soluzione privilegiata, mira a riformare le norme sull’imposta sulle società, in modo che gli utili siano registrati e tassati quando le imprese interagiscono con gli utenti attraverso i canali digitali. La seconda proposta (Tassa sui servizi digitali) è un’imposta provvisoria che copre le principali attività digitali che attualmente non sono soggette a tassazione nell’UE.

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