K metro 0 – Milano – Il comune di Lodi condannato per discriminazione per il caso dei bambini stranieri esclusi dalle tariffe agevolate per le mense scolastiche. La sentenza di condanna è stata emessa dal giudice Nicola Di Piotti del Tribunale di Milano. Il comportamento del Comune di Lodi è discriminatorio perché ha modificato il regolamento delle mense
K metro 0 – Milano – Il comune di Lodi condannato per discriminazione per il caso dei bambini stranieri esclusi dalle tariffe agevolate per le mense scolastiche. La sentenza di condanna è stata emessa dal giudice Nicola Di Piotti del Tribunale di Milano. Il comportamento del Comune di Lodi è discriminatorio perché ha modificato il regolamento delle mense scolastiche, richiedendo che i cittadini “non appartenenti all’Unione Europea, per accedere a prestazioni sociali agevolate, debbano produrre la certificazione rilasciata dalla competente autorità dello Stato estero, corredata di traduzione in italiano legalizzata dall’Autorità consolare italiana” che attesti di non avere redditi o beni immobili nel Paese d’origine. Una documentazione aggiuntiva quasi impossibile da reperire, tanto che quasi 200 bambini stranieri di fatto sono stati esclusi dal servizio mensa. Il giudice ha quindi accolto il ricorso delle famiglie, del coordinamento Uguali Doveri, di Asgi e del Magazzino e ha ordinato al Comune di Lodi “di modificare il predetto ‘Regolamento per l’accesso alle prestazioni sociali agevolate’ in modo da consentire ai cittadini non appartenenti all’Unione Europea di presentare la domanda di accesso a prestazioni sociali agevolate mediante la presentazione dell’ISEE alle stesse condizioni previste per i cittadini italiani e dell’Unione europea in generale”.
E anche le “linee guida” che il Comune di Lodi ha disposto a metà ottobre, dopo che era scoppiato il caso dei bambini stranieri di esclusi de facto dal servizio mense non eliminano “gli effetti di un provvedimento che introduce una disparità di trattamento”, si legge nell’ordinanza del tribunale con cui è stata accertato il carattere “discriminatorio” del ‘Regolamento per l’accesso alle prestazioni sociali agevolate, ordinando all’amministrazione del Comune di Lodi di modificarlo, come chiesto col ricorso dalle associazioni Asgi e Naga. Con le “Linee guida per la corretta applicazione” di un articolo del regolamento emanate il 17 ottobre scorso, spiega l’ordinanza “il Comune ha esteso il regime di favore previsto per i rifugiati anche a tutti coloro che provengano da paesi in stato di belligeranza”. “Si tratta in ogni caso di previsioni tese a limitare, ma non a eliminare, gli effetti di un provvedimento che introduce una disparità di trattamento”, prosegue l’ordinanza. Previsioni emesse da un’autorità “che non ha il potere di assumere decisioni in proposito (dunque nemmeno di stabilire in che termini i loro effetti possano essere temperati) e che non risponde a canoni di ragionevolezza”. Nell’ordinanza si fa riferimento ai dettami costituzionali che riconoscono e garantiscono “anche agli stranieri i diritti fondamentali dell’uomo” e al “principio di pari dignità sociale e di eguaglianza davanti alla legge”.
“Per fortuna che contro il razzismo esistono le leggi e la Costituzione della Repubblica Italiana. Ora il comune di Lodi rispetti la sentenza”, afferma il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, deputato di Liberi e Uguali. “E ci auguriamo che il taciturno Salvini – prosegue il leader di SI – si ricordi di essere ministro della Repubblica e non si metta di nuovo a dire cose strampalate anche oggi. E ora anche il ministro dell’istruzione leghista – conclude Fratoianni che sul caso ha presentato un’interrogazione parlamentare al Miur – stia più attento nel contrastare davvero i possibili futuri episodi simili”.
“Salvini chieda scusa perché la condotta discriminatoria del sindaco leghista di Lodi è anche colpa della sua propaganda xenofoba”, afferma il capogruppo del Pd, Graziano Delrio commentando la sentenza del Tribunale di Milano. “Mi auguro – conclude Delrio – che il sindaco sia tempestivo nell’eseguire l’ordine del tribunale e che modifichi immediatamente quel regolamento togliendo per sempre questa macchia xenofoba che la città e i cittadini di Lodi non meritano”.
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