Eletto al Parlamento europeo nel 2014 nelle liste del Partito Democratico (Gruppo dell’Alleanza Progressista di Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo – S&D), Enrico Gasbarra è membro della Commissione giuridica (JURI), della Commissione d’inchiesta incaricata di esaminare le denunce d’infrazione e di cattiva amministrazione nell’applicazione del diritto dell’Unione riguardo al riciclaggio di denaro, all’elusione fiscale
Eletto al Parlamento europeo nel 2014 nelle liste del Partito Democratico (Gruppo dell’Alleanza Progressista di Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo – S&D), Enrico Gasbarra è membro della Commissione giuridica (JURI), della Commissione d’inchiesta incaricata di esaminare le denunce d’infrazione e di cattiva amministrazione nell’applicazione del diritto dell’Unione riguardo al riciclaggio di denaro, all’elusione fiscale e all’evasione fiscale (PANA); delle Delegazioni alla commissione parlamentare mista UE-Cile e all’Assemblea parlamentare euro-latinoamericana. È membro sostituto della Commissione per i trasporti e il turismo, ma ha anche fatto parte della Commissione d’inchiesta Panama Papers.
Di Alessandro Luongo
Gli chiediamo subito, a tal proposito, cosa ne pensa della libertà di stampa alla luce dei diversi giornalisti assassinati negli ultimi anni. Ecco un estratto della sua intervista a Kmetro0.it che sarà pubblicata in versione integrale sul prossimo numero cartaceo.
« In questa legislatura abbiamo combattuto molte battaglie a favore della trasparenza, diritti dei cittadini, e garanzie che sempre devono accompagnare la libertà di espressione, di denuncia, di pensiero (si pensi solamente al rapporto per il rafforzamento della protezione degli informatori, al lavoro fatto appunto nella Commissione speciale Panama Papers di cui sono stato membro, alle tante misure a contrasto della corruzione, dell’evasione ed elusione fiscale, delle discriminazioni, delle violazioni dello stato di diritto). Continueremo a farlo, perché pagine come quella degli assassinii di Jan Kuciak e Daphne Caruana Galizia sono ferite insanabili dell’anima democratica».
In che modo è possibile rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale nell’Unione europea?
«Passando dall’austerity a una nuova grande stagione di politica sociale e d’investimenti. Abbiamo bisogno di rimettere al centro della progettazione politica l’uomo, i suoi bisogni, i suoi valori e la sua crescita, per mettere in campo una strategia di sviluppo sostenibile di lungo raggio.
Ripensare le politiche di welfare non dal punto di vista di un vuoto assistenzialismo, ma di spinta propulsiva a una nuova dimensione di partecipazione, consapevolezza, attivismo dei cittadini. Lavorare concretamente sui concetti di equità, accessibilità e inclusione, per ricostruire una rete di possibilità socio-economiche che si allarghino nei territori, riscoprendone le potenzialità, anche di aggregazione».
Ue- Africa. Quali sono state e saranno le proposte della Commissione europea per intensificarla?
«Il Parlamento europeo ha più volte sollecitato la Commissione ad avviare politiche di sostegno, attraverso il rafforzamento della cooperazione. Piccoli passi in avanti sono stati compiuti, ma è evidente che c’è ancora molto da fare. Certo che purtroppo il concetto di cooperazione con l’Africa appare incredibilmente distante se già all’interno dell’Europa non si riescono a superare rigidi Niet e muri di accoglienza alzati dai Paesi di Visegrad. L’Europa deve rafforzare il concetto di Unione superando pericolosi atteggiamenti sovranisti nazionali, per sviluppare strategie di cooperazione extra-Ue decisive e risolutive».
Come si sta preparando in Italia il centro sinistra alle prossime europee del 2019?
«Il Partito Democratico, perno del centrosinistra, ha avviato il congresso e presto, con il nuovo Segretario, avanzerà una proposta politica forte e inclusiva di tutte le forze democratiche politiche e civiche che si oppongono ai nazionalisti e populisti, aprendo una nuova stagione di moderno umanesimo sociale. Noi siamo pronti a tornare in campo, non per restare in difesa, ma per vivere da protagonisti un rinnovamento democratico che torni a portare l’Italia a crescere e a essere al centro dei grandi rapporti internazionali».