K metro 0 – Madrid – Dopo 10 giorni nel Mediterraneo in attesa di un porto disponibile ad accoglierli, sono arrivati a Malta i migranti che il peschereccio spagnolo Nuestra Madre Loreto aveva salvato al largo della Libia. Ma il governo della Valletta ha chiarito che “dopo le valutazioni mediche saranno tutti trasferiti in Spagna”. Il peschereccio
K metro 0 – Madrid – Dopo 10 giorni nel Mediterraneo in attesa di un porto disponibile ad accoglierli, sono arrivati a Malta i migranti che il peschereccio spagnolo Nuestra Madre Loreto aveva salvato al largo della Libia. Ma il governo della Valletta ha chiarito che “dopo le valutazioni mediche saranno tutti trasferiti in Spagna”. Il peschereccio aveva fatto salire a bordo 12 migranti, ma a La Valletta ne sono sbarcati solo 11, dal momento che nei giorni scorsi uno dei migranti era stato portato a Malta in elicottero per problemi di salute. La situazione si è sbloccata in mattinata, quando su Twitter la ong Open Arms ha annunciato quanto segue: “Il Governo spagnolo comunica a Nuestra Madre Loreto di dirigersi verso Malta”. Nel confermare la notizia il governo di Madrid ha chiarito che la scelta è dettata dal fatto che si cercava un porto sicuro e vicino. A quel punto, a circa 13 miglia nautiche dalla costa di Malta, i migranti sono stati trasferiti su una barca della guardia costiera maltese e riportati a terra.
Tutto era cominciato il 22 novembre, quando il peschereccio spagnolo ‘Nuestra Madre Loreto’ aveva accolto a bordo 12 migranti originari di Niger, Somalia, Sudan, Senegal ed Egitto – salvati da un gommone al largo della Libia. Da allora i migranti hanno coabitato sul peschereccio con i 13 membri dell’equipaggio, in attesa di un porto di attracco. In un primo momento il governo di Madrid aveva chiesto alla Libia di farsi carico dei migranti, ma dopo che non ci era riuscito aveva “avviato le pratiche con i governi di Italia e Malta” le cui coste erano vicine a dove si trovava l’imbarcazione, “con l’obiettivo di favorire una soluzione alternativa, rapida e soddisfacente” per accoglierli, aveva fatto sapere Madrid. Il capitano dell’imbarcazione, Pascual Dura, si era lamentato che né Italia né Malta avevano accordato l’autorizzazione a entrare nei loro porti e martedì aveva avvertito di una situazione “limite” a bordo, con solo sei giorni di provviste e una tempesta in arrivo. A quel punto la ong spagnola Proactiva Open Arms aveva portato assistenza all’imbarcazione.
Grazie all’appoggio della ong uno dei 12 migranti, che secondo quanto ha spiegato ad AFP una portavoce dell’organizzazione era “in stato di disidratazione molto elevato”, era stato evacuato verso Malta in elicottero da soccorritori maltesi. Il fondatore di Proactiva Open Arms, Oscar Camps, su Twitter ha denunciato una gestione della situazione dei migranti che ha definito “tardiva, cattiva e senza scrupoli, giocando con la sicurezza delle persone” e con “rischi elevati” per l’equipaggio. Venerdì l’Alto commissariato Onu per i rifugiati aveva chiesto una “soluzione urgente”, precisando di avere espresso al governo spagnolo “la sua profonda preoccupazione davanti alla possibilità di un ritorno forzato in Libia delle persone soccorse”. La Spagna è diventata quest’anno la prima porta di ingresso dei migranti in Europa, prima dell’Italia, ma la rotta del Mediterraneo centrale resta la più pericolosa. Dopo l’arrivo al potere del socialista Pedro Sanchez, la Spagna ha accolto la nave umanitaria Aquarius, respinta da Italia e Malta, e tre volte un’imbarcazione della ong Open Arms. Ma a settembre ha rifiutato un ritorno dell’Aquarius, preferendo negoziare con altri Stati europei la ripartizione dei migranti che si trovavano a bordo.