K metro 0 – Madrid – Golpisti, fascisti, merde, etc..: sono alcuni dei termini più duri dai quali la scorsa settimana siamo stati sorpresi da alcuni deputati spagnoli. Parole dure, e insieme con queste, accuse di sputi, hanno provocato l’espulsione (la seconda della storia) di un deputato dalla Camera. La situazione politica in Spagna può
K metro 0 – Madrid – Golpisti, fascisti, merde, etc..: sono alcuni dei termini più duri dai quali la scorsa settimana siamo stati sorpresi da alcuni deputati spagnoli. Parole dure, e insieme con queste, accuse di sputi, hanno provocato l’espulsione (la seconda della storia) di un deputato dalla Camera. La situazione politica in Spagna può definirsi come un conflitto permanente. I presupposti generali del patto tra Podemos e il governo di Pedro Sanchez, accordo chiave per la sopravvivenza del governo fino alla fine della Legislatura nel 2020, si danno ormai per persi, senza contare il cruciale e mancato appoggio dei gruppi indipendentisti catalani. Non appoggeranno il governo a causa della situazione dei politici incarcerati, i quali non hanno ricevuto lo sperato appoggio da parte dell’Avvocatura dello Stato, tra gli accusatori dei prigionieri su ordine dell’esecutivo. Tutto ciò, insieme con i dubbi sui conti dello Stato che la Commissione europea ha sollevato mercoledì scorso, abbrevia la speranza di vita dell’esecutivo, che, senza le premesse dell’accordo, non potrà contare sull’appoggio decisivo di Podemos per resistere fino al 2020. Tuttavia, il governo non è ancora stato condannato a morte, come dimostra la fortunata strategia diplomatica seguita nel caso di Gibilterra, finita nel calderone della Brexit, una spina nelle relazioni tra Regno Unito e Spagna.
Da questa costante instabilità del governo provengono la costante conflittualità e i nervi a fior di pelle alla Camera. Sono previsti in agenda tutti i tipi di elezioni (locali, regionali ed europee): domenica 2 dicembre si celebrano innanzitutto le elezioni regionali in Andalucia; il 26 maggio, sarà un election day, con le altre elezioni regionali, le elezioni in tutti i comuni e le elezioni europee, e infine forse l’ipotesi delle elezioni legislative, per le quali non è ovviamente ancora chiaro quando il presidente Sanchez vorrà convocarle. La lotta per l’indipendenza catalana del 2017 è stata utilizzata dai partiti conservatori (popolari e Ciudadanos) per attrarre consensi, cosa che rende molto più difficile il patto tra indipendentisti, Podemos e socialisti del Psoe, che appoggiarono la mozione di sfiducia che condusse alla formazione del governo Sanchez.
Di fatto, le ultime sceneggiate di tensione nel Parlamento non hanno solo alimentato lo scontro tra le forze che appoggiarono il governo (Psoe, Podemos e nazionalisti) contro la destra (popolari e Ciudadanos). La discussione più grave e che indusse all’espulsione di un deputato durante la sessione di mercoledì, vide scontrarsi un deputato di Esquerra Republicana (Gabriel Rufián, independentista catalano) e il ministro socialista degli Affari esteri, Josep Borrell. Tra accuse di fascismo, applausi e grida trasversali, la presidente della Camera, Ana Pastor, aveva richiamato all’ordine il deputato indipendentista catalano, e aveva deciso di ordinarne l’espulsione dall’Aula, dinanzi ad uno spettacolo parlamentare che si è poi riverberato sui media.
La tensione sale soprattutto in Andalucia, in pieno periodo elettorale. Il risultato di queste elezioni potrebbe rasserenare il futuro del governo di Sanchez: se il suo partito, il Psoe, riconquista la presidenza della Regione (dopo 36 anni consecutivi) e migliora i risultati, potrebbe convincersi di proseguire nel governo e non convocherà nuove elezioni legislative anticipate; se, al contrario, la destra aumentasse i voti e Vox, partito di estrema destra, ottenesse qualche seggio, il governo progressista imploderà e ciò porterà alla decisione di una superdomenica elettorale, il prossimo 26 maggio 2019. Vox sarà l’elemento di maggiore novità in queste elezioni, tanto che i sondaggi prevedono ottimi risultati. Se la sua propaganda del conflitto, nazionalista e di estrema destra (e inoltre euroscettica), comincia ad entrare nei parlamenti, la tensione in Spagna si farà forse ancora più aspra.
di David Rodas Martín