K metro 0 – Parigi – Il ministro degli Esteri francese Jean-Noel Barrot ha avvertito mercoledì 2 aprile che se le potenze mondiali non saranno in grado di raggiungere rapidamente un nuovo accordo con l’Iran sul contestato programma nucleare, un confronto militare sembra “quasi inevitabile”. Parlando dopo che il Presidente Emmanuel Macron ha convocato infatti
K metro 0 – Parigi – Il ministro degli Esteri francese Jean-Noel Barrot ha avvertito mercoledì 2 aprile che se le potenze mondiali non saranno in grado di raggiungere rapidamente un nuovo accordo con l’Iran sul contestato programma nucleare, un confronto militare sembra “quasi inevitabile”.
Parlando dopo che il Presidente Emmanuel Macron ha convocato infatti una rara riunione di ministri ed esperti chiave per discutere il dossier Iran, Barrot ha dato l’impressione di voler aumentare la pressione su Teheran. In effetti, una riunione di gabinetto di questo tipo dedicata a un argomento specifico è rara e sottolinea anche la crescente preoccupazione degli alleati europei di Washington che gli Stati Uniti e Israele possano lanciare attacchi aerei contro le strutture nucleari iraniane a meno che non si raggiunga rapidamente un accordo negoziato sul programma nucleare.
Le potenze occidentali sostengono che il programma nucleare sia in realtà un tentativo mascherato di sviluppare una bomba atomica. L’Iran ha a lungo negato di essere alla ricerca di armi nucleari. “La finestra di opportunità è stretta (ottobre 2025). Ricordiamo che Trump ha ritirato gli Stati Uniti dall’accordo del 2015 che poneva limiti severi alle attività nucleari di Teheran in cambio di un alleggerimento delle sanzioni. Da allora, l’Iran ha superato di gran lunga i limiti imposti dall’accordo sull’arricchimento dell’uranio, producendo scorte ad alto livello di purezza fissile, ben al di sopra di quanto le potenze occidentali ritengono giustificabile per un programma energetico civile e vicino a quello necessario per le testate nucleari.
Mancano così pochi mesi alla scadenza di questo accordo. In caso di fallimento, un confronto militare sembrerebbe quasi inevitabile”, ha dichiarato Barrot in un’audizione parlamentare.
Gli Stati Uniti hanno rafforzato le capacità militari in Medio Oriente con un maggior numero di aerei da guerra, ha dichiarato martedì il Pentagono, nell’ambito di una campagna di bombardamenti statunitense contro gli Houthi, che controllano gran parte dello Yemen e sono sostenuti dall’Iran.
Un alto funzionario europeo ha poi dichiarato che gli strateghi europei si stanno chiedendo se la campagna possa essere un precursore di un attacco statunitense all’Iran nei prossimi mesi.
Trump, che ha esortato la Guida suprema Ayatollah Ali Khamenei a impegnarsi immediatamente nei negoziati, domenica ha minacciato l’Iran di bombardamenti e tariffe secondarie se non avesse raggiunto un accordo sul suo programma nucleare. Il ministro degli Esteri del diretto avversario dell’Iran, Israele, sarà comunque a Parigi oggi, 3 aprile.
Fonti diplomatiche hanno comunicato che i ministri di Francia, Gran Bretagna e Germania, tutti parte dell’accordo del 2015, sperano di discutere il dossier Iran con il Segretario di Stato americano Marco Rubio quando si riuniranno a Bruxelles per una riunione ministeriale della Nato questa settimana.
Le potenze europee sperano dunque di convincere l’Iran a iniziare a negoziare nuove restrizioni sulle sue attività nucleari, con l’obiettivo di raggiungere un accordo al più tardi entro agosto. Questo darebbe abbastanza tempo per fissare nuovi limiti al programma iraniano e revocare le sanzioni prima che l’accordo del 2015 scada nell’ottobre 2025.
di Sandro Doria