K metro 0 – Pechino – La guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina vive una nuova fase di tensione. Con le borse di tutto il mondo che continuano a dare segnali molto negativi. Il governo cinese ha annunciato l’attivazione di piani d’emergenza per fronteggiare l’ultima ondata di dazi imposti dal presidente americano Donald Trump.
K metro 0 – Pechino – La guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina vive una nuova fase di tensione. Con le borse di tutto il mondo che continuano a dare segnali molto negativi. Il governo cinese ha annunciato l’attivazione di piani d’emergenza per fronteggiare l’ultima ondata di dazi imposti dal presidente americano Donald Trump. Le nuove tariffe, rese pubbliche il 2 aprile, prevedono un incremento del 34% sulle merci cinesi, che si somma al precedente aumento del 20% già applicato alle importazioni provenienti dal Paese asiatico.
La decisione di Trump. secondo quanto riportato dal “Quotidiano del Popolo”, organo ufficiale del Partito Comunista Cinese, non ha colto di sorpresa Pechino. Tra le misure pronte a entrare in vigore, la Cina prevede un utilizzo mirato di strumenti di politica monetaria: tra questi, tagli al coefficiente di riserva obbligatoria per le banche e riduzioni dei tassi di interesse. Tali strumenti potrebbero essere attivati in qualsiasi momento per sostenere l’economia interna e attenuare gli effetti negativi delle restrizioni commerciali statunitensi.
Le tariffe annunciate ad aprile si inseriscono in un contesto più ampio di tensioni commerciali che risale al 2018, quando l’amministrazione Trump ha avviato una politica aggressiva per ridurre il deficit commerciale americano e spingere Pechino a rivedere pratiche giudicate sleali, come il trasferimento forzato di tecnologia, i sussidi di Stato alle imprese e le restrizioni all’accesso al mercato.
Nel corso degli anni, il presidente Usa ha imposto dazi su centinaia di miliardi di dollari di prodotti cinesi. Dazi che hanno colpito settori strategici come l’elettronica, i macchinari industriali, l’acciaio e l’alluminio. La Cina ha risposto a sua volta con tariffe su una vasta gamma di prodotti americani, tra cui soia, automobili e prodotti agricoli, dando inizio a una vera e propria guerra commerciale su scala globale.
La Cina ha annunciato che dal 10 aprile applicherà dazi equivalenti sui beni provenienti dagli Stati Uniti. Inoltre, già dal 4 aprile, il ministero del Commercio ha introdotto controlli più severi sulle esportazioni di terre rare, materiali strategici fondamentali per l’industria tecnologica e militare globale.
La tensione tra le due potenze si estende anche al fronte geopolitico. Sono undici le aziende statunitensi considerate dalla Cina delle “entità inaffidabili” per il loro coinvolgimento nella vendita di armi a Taiwan. Pechino considera l’isola una provincia ribelle da riunificare con la madrepatria, e percepisce ogni supporto militare esterno come una grave provocazione.
Nonostante l’acuirsi del conflitto commerciale, Pechino mostra fiducia nella resilienza della propria economia. Il Quotidiano del Popolo sottolinea che il governo dispone di strumenti e risorse per affrontare l’inasprimento delle relazioni con gli Stati Uniti. Secondo l’organo del Partito comunista cinese la Cina continuerà a perseguire la propria strategia economica basata sull’innovazione, l’autosufficienza tecnologica e l’apertura selettiva ai mercati internazionali. Tuttavia, gli sviluppi futuri dipenderanno anche dalle prossime mosse di Washington.