K metro 0 – Lisbona – Il Portogallo ha recentemente adottato una storica riforma della legge sul matrimonio, innalzando l’età minima per contrarre matrimonio a 18 anni. La decisione, annunciata dal presidente della Repubblica, Marcelo Rebelo de Sousa, è stata sancita dalla promulgazione di un decreto che vieta il matrimonio dei minori. La nuova legge,
K metro 0 – Lisbona – Il Portogallo ha recentemente adottato una storica riforma della legge sul matrimonio, innalzando l’età minima per contrarre matrimonio a 18 anni. La decisione, annunciata dal presidente della Repubblica, Marcelo Rebelo de Sousa, è stata sancita dalla promulgazione di un decreto che vieta il matrimonio dei minori. La nuova legge, che segna un passo significativo nella protezione dei diritti dei minori, è il risultato di un lungo processo legislativo che ha visto la collaborazione tra il Blocco di Sinistra (BE) e il partito Popolo-Animali-Natura (PAN).
Fino a oggi, l’età minima per il matrimonio in Portogallo era fissata a 16 anni, ma solo con il consenso dei genitori. La riforma, che approva un’età minima universale di 18 anni, rappresenta un cambiamento radicale rispetto alla normativa precedente, allineando il Portogallo agli standard internazionali in tema di diritti umani e protezione dei minori. La legge mira a prevenire e contrastare le situazioni di matrimonio precoce, una pratica che spesso implica una mancanza di consenso libero e informato, oltre a esporre le persone coinvolte ad un alto rischio di abusi e violenze.
Inoltre, la legge introduce una norma transitoria che esclude che i matrimoni già contratti tra minori continueranno ad essere considerati validi fino all’entrata in vigore della nuova legge, garantendo il rispetto dei diritti già acquisiti dalle persone coinvolte.
La riforma del matrimonio in Portogallo include anche un’importante novità: la legge definisce chiaramente il matrimonio infantile, precoce o forzato come una violazione dei diritti fondamentali. Si considera “matrimonio infantile” qualsiasi situazione in cui una persona di età inferiore ai 18 anni viva in una relazione che simuli le caratteristiche di un matrimonio, indipendentemente dal fatto che la persona sia stata costretta o meno a tale unione. Questa definizione si applica senza distinzione di origine culturale, etnica o nazionale, riconoscendo che il fenomeno del matrimonio forzato può avere molteplici forme e cause, ma che rappresenta sempre una violazione dei diritti umani.
La nuova legge rappresenta una vittoria importante nella lotta contro il matrimonio infantile e precoce, un fenomeno che affligge milioni di minori in tutto il mondo, e che spesso porta a gravi conseguenze per le vittime. Le organizzazioni internazionali, tra cui l’Unicef, hanno da tempo sottolineato l’importanza di prevenire questi sindacati, poiché comportano rischi elevati per la salute, l’istruzione e la libertà dei minori, in particolare delle ragazze.
Con l’approvazione di questa legge, il Portogallo compie un passo significativo per migliorare la protezione dei bambini e delle bambine, offrendo loro la possibilità di crescere in un ambiente che favorisce la loro crescita sana e autonoma. La riforma non solo risponde a una necessità urgente di giustizia sociale, ma si allinea con gli sforzi globali per combattere la povertà, l’ineguaglianza di genere e le violazioni dei diritti fondamentali.