K metro 0 – Washington – La Casa Bianca avrebbe deciso di modificare la propria strategia sui dazi alle importazioni, introducendo un approccio più selettivo e mirato rispetto ai piani iniziali. Sebbene i dazi entreranno in vigore dal 2 aprile, alcune misure settoriali potrebbero essere posticipate. Mentre l’attenzione dell’amministrazione si concentrerà su un ristretto gruppo
K metro 0 – Washington – La Casa Bianca avrebbe deciso di modificare la propria strategia sui dazi alle importazioni, introducendo un approccio più selettivo e mirato rispetto ai piani iniziali. Sebbene i dazi entreranno in vigore dal 2 aprile, alcune misure settoriali potrebbero essere posticipate. Mentre l’attenzione dell’amministrazione si concentrerà su un ristretto gruppo di Paesi con i maggiori surplus commerciali nei confronti degli Stati Uniti: i cosiddetti “Dirty 15”.
Il presidente Donald Trump ha ribattezzato il 2 aprile come il “Giorno della liberazione” per l’economia statunitense. Ha sottolineato che le nuove misure mirano a correggere gli squilibri commerciali attraverso l’introduzione di dazi reciproci. Obiettivo: uniformare le tariffe applicate dagli Stati Uniti a quelle imposte dai principali partner commerciali. Tuttavia, secondo un alto funzionario dell’amministrazione, citato dal “Wall Street Journal”, alcuni dazi specifici previsti per settori strategici come l’automotive, la farmaceutica e i semiconduttori potrebbero subire un rinvio o essere rivisti.
Un altro punto ancora in discussione riguarda i dazi nei confronti di Canada e Messico, giustificati dall’amministrazione Trump con la necessità di contrastare il traffico di fentanyl. Su questo fronte, le tempistiche e l’effettiva implementazione delle misure rimangono incerte. Al momento, la Casa Bianca non ha fornito commenti ufficiali sulle date di applicazione dei nuovi dazi, lasciando aperta la possibilità di ulteriori aggiustamenti.
L’amministrazione Trump ha scelto di concentrare le nuove tariffe su circa il 15% dei partner commerciali degli Stati Uniti. Si tratta di quei Paesi che presentano squilibri persistenti nella bilancia commerciale con Washington. Questo gruppo, definito “Dirty 15” dal segretario al Tesoro Scott Bessent, include diverse economie di rilievo, molte delle quali membri del G-20.
Secondo le fonti, tra i Paesi coinvolti figurano Australia, Brasile, Canada, Cina, Unione Europea, India, Giappone, Corea del Sud, Messico, Russia e Vietnam. L’elenco completo sarebbe stato delineato nell’ultimo avviso pubblicato dall’Ufficio del Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti sul Registro federale. L’obiettivo della Casa Bianca è applicare tariffe differenziate a ciascun Paese, calibrandole in base alla situazione specifica delle relazioni commerciali bilaterali.
Rispetto alle prime ipotesi discusse all’interno dell’amministrazione, la nuova strategia appare più focalizzata e meno generalizzata. Inizialmente, la Casa Bianca aveva valutato un piano che prevedeva la suddivisione dei partner commerciali in tre livelli tariffari – alto, medio e basso – con l’assegnazione di dazi proporzionali al grado di squilibrio commerciale. Una impostazione abbandonata a favore di un sistema più flessibile, che consente di adattare le misure caso per caso.
Nonostante il focus su un numero ristretto di Paesi, l’impatto economico delle nuove tariffe potrebbe essere significativo, dato che i “Dirty 15” rappresentano una parte sostanziale degli scambi commerciali degli Stati Uniti. L’amministrazione Trump sembra intenzionata a mantenere una posizione aggressiva sul commercio internazionale, pur bilanciando le misure con un approccio meno indiscriminato rispetto a quanto inizialmente previsto.
Resta da vedere come reagiranno i partner coinvolti e quali saranno le possibili ripercussioni sul commercio globale. Nei prossimi mesi, potrebbero emergere ulteriori dettagli su eventuali negoziati bilaterali o sentenze specifiche. Per il momento, la Casa Bianca sembra decisa a portare avanti la propria politica commerciale con determinazione, ma senza chiudere completamente la porta al dialogo.