K metro 0 – Khartum – Le Forze armate sudanesi (Saf), guidate dal generale Abdel Fattah al Burhan, hanno annunciato la riconquista di importanti edifici pubblici nel centro di Khartum. Alcuni di vitale importanza come la sede della Banca centrale, il Ponte Al Mak Nimr, le Torri kuwaitiane, l’Università Bayan e il Museo nazionale. L’avanzata
K metro 0 – Khartum – Le Forze armate sudanesi (Saf), guidate dal generale Abdel Fattah al Burhan, hanno annunciato la riconquista di importanti edifici pubblici nel centro di Khartum. Alcuni di vitale importanza come la sede della Banca centrale, il Ponte Al Mak Nimr, le Torri kuwaitiane, l’Università Bayan e il Museo nazionale. L’avanzata dell’esercito segue la ripresa del controllo sul Palazzo presidenziale il 21 marzo, considerato un obiettivo strategico nella guerra civile in corso.
Secondo il portavoce militare Nabil Abdallah, centinaia di miliziani delle Forze di supporto rapido (Rsf), sotto il comando del generale Mohamed Hamdan Dagalo, sono stati eliminati mentre tentavano di fuggire dal centro della capitale. Tuttavia, le Rsf hanno reagito con un attacco di droni nella serata dello stesso giorno, colpendo il Palazzo presidenziale e uccidendo tre giornalisti.
Gli scontri tra esercito e Rsf continuano in diversi quartieri della capitale e nelle città limitrofe.
La guerra civile sudanese, scoppiata nell’aprile 2023, ha visto una lunga fase di stallo tra le due fazioni principali. Tuttavia, da gennaio 2025, l’esercito ha lanciato un’offensiva su larga scala nei dintorni di Khartum, ottenendo successi significativi.
A febbraio, le Saf avevano annunciato la liberazione del sobborgo di Khartum Nord (Bahri) e il salvataggio di unità circondate presso l’edificio dello Stato maggiore generale. Il 10 marzo, le forze corazzate sono avanzate da ovest, congiungendosi con le truppe provenienti da nord e accerchiando le Rsf. A seguito di questa manovra, i combattenti delle Rsf hanno iniziato a ritirarsi dall’aeroporto e da altre aree strategiche.
Per rappresaglia, le Rsf hanno intensificato i bombardamenti su Omdurman, colpendo con artiglieria pesante la città satellite di Khartum. Inoltre, nella regione meridionale del Nilo Bianco, le forze governative hanno consolidato il controllo del confine con il Sud Sudan. Gruppi armati delle Rsf in ritirata hanno sconfinato e attaccato posizioni delle milizie sud sudanesi, provocando nuove tensioni tra i due Paesi.
Dietro l’avanzata dell’esercito sudanese c’è anche un complesso gioco di alleanze internazionali. Il mese scorso, il ministro degli Esteri sudanese Ali Yousif Sharif si è recato a Teheran per chiedere il supporto dell’Iran nella ricostruzione del Paese. Questo riavvicinamento tra Sudan e Iran è stato ufficializzato nell’ottobre 2023, dopo anni di relazioni sospese. Il recente disgelo tra Iran e Arabia Saudita, mediato dalla Cina ha favorito il cambio di rotta.
Ma non è solo l’Iran a giocare un ruolo nella strategia di Khartum. Secondo l’Istituto per lo studio della guerra (Isw), con sede a Washington, la Russia avrebbe deciso di sostenere militarmente l’esercito sudanese in cambio del permesso di costruire una base navale a Port Sudan, sul Mar Rosso.
All’inizio del conflitto, Mosca aveva stretto legami con le Rsf, sfruttando le miniere d’oro del Darfur e garantendo forniture di armi. Tuttavia, gli ultimi sviluppi sembrano aver spostato l’equilibrio verso l’esercito regolare. La visita del viceministro degli Esteri russo Mikhail Bogdanov a Port Sudan nell’aprile 2024 ha rafforzato questa intesa.
Nel frattempo, Mosca ha iniziato ad esportare gasolio verso il Sudan, cercando nuovi mercati dopo le sanzioni occidentali imposte a seguito della guerra in Ucraina. Secondo gli analisti, la costruzione di una base russa a Port Sudan rappresenterebbe un passo strategico per la Russia, che sta consolidando la sua presenza in Africa dopo aver rafforzato basi in Libia e nella regione del Sahel.
Secondo fonti libiche consultate da “Agenzia Nova”, inoltre, Mosca ha recentemente ampliato la sua presenza con una nuova base militare, quella di Maaten al Sarra, al confine con il Ciad e il Sudan.