K metro 0 – Bruxelles – Radio Free Europe/Radio Liberty (RFE/RL), storica emittente nata durante la Guerra Fredda per garantire un’informazione indipendente nei Paesi soggetti a regimi autoritari, sta attraversando una fase critica a causa dei recenti tagli ai finanziamenti imposti dagli Stati Uniti. L’agenzia statunitense per i media globali ha interrotto i fondi destinati
K metro 0 – Bruxelles – Radio Free Europe/Radio Liberty (RFE/RL), storica emittente nata durante la Guerra Fredda per garantire un’informazione indipendente nei Paesi soggetti a regimi autoritari, sta attraversando una fase critica a causa dei recenti tagli ai finanziamenti imposti dagli Stati Uniti. L’agenzia statunitense per i media globali ha interrotto i fondi destinati alla radio, mettendo in pericolo la sua sopravvivenza e sollevando serie di reazioni.
La decisione fa parte di una più ampia strategia di riduzione della spesa pubblica promossa dal presidente Donald Trump, che ha affidato a Elon Musk il compito di individuare e tagliare finanziamenti a enti federali ritenuti non essenziali. Lo stesso Musk, noto per le sue posizioni spesso provocatorie, ha definito RFE/RL “solo gente pazza di sinistra radicale che parla tra di loro”, alimentando un dibattito acceso sull’importanza del pluralismo mediatico e della informazione.
Di fronte a questa situazione, dieci Paesi dell’Unione Europea – Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Estonia, Germania, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Slovenia e Svezia – hanno deciso di intervenire per scongiurare la chiusura della radio. Attraverso una dichiarazione congiunta, pubblicata dal ministro ceco per gli Affari Europei Martin Dvorak, questi Stati hanno espresso la loro “profonda preoccupazione” per il destino dell’emittente e si sono detti pronti a collaborare per individuare nuove risorse finanziarie che ne garantiscano la continuazione.
Il valore della radio, evidenziano, non è limitato al passato. Durante la Guerra Fredda, RFE/RL era una delle poche fonti affidabili di informazione per chi viveva dietro la Cortina di Ferro. “È stata una fonte cruciale di notizie affidabili per il pubblico dietro la Cortina di Ferro, svolgendo un ruolo chiave nella storia di molti dei nostri Paesi”, si legge nella dichiarazione. Oggi, la sua missione non è meno rilevante: la radio trasmette in 23 Paesi, tra cui Bielorussia, Russia, Ucraina, Iran e Afghanistan, continuando a offrire una voce libera in contesti in cui i media indipendenti sono repressi o censurati.
Nella dichiarazione congiunta, i Paesi firmatari riconoscono l’importanza di RFE/RL nel contrastare la disinformazione e la propaganda autoritaria. “Oggi, RFE/RL continua a fornire notizie indipendenti e affidabili a decine di milioni di persone nelle regioni dove la stampa libera è limitata o assente”, affermano, sottolineando che il lavoro dell’emittente non solo tutela il diritto all’informazione, ma contribuisce anche alla sicurezza europea. “In tal modo, aiuta a promuovere i valori democratici e rafforza la nostra risposta collettiva alla disinformazione e alla propaganda autoritaria”, aggiungono.
I dieci Paesi lanciano un appello concreto alle istituzioni europee per trovare una soluzione per garantire la sopravvivenza dell’emittente. “La sua eliminazione sarebbe un regalo per i nemici dell’Europa”, avvertono, evidenziando come l’indebolimento di un media indipendente di tale portata avrebbe ripercussioni anche sulla capacità dell’Unione Europea di contrastare l’influenza della disinformazione.
La dichiarazione congiunta si chiude con un impegno chiaro da parte dei dieci Stati: “Alla luce di questa situazione, dichiariamo la nostra disponibilità a lavorare insieme per trovare e garantire risorse finanziarie adeguate che permettano a RFE/RL di continuare la sua importante missione”. Un sostegno economico europeo, proseguono, garantiscono la stabilità dell’emittente e le permetterebbe di continuare a fornire reportage critici e indipendenti. “Chiediamo alle istituzioni europee competenti e agli Stati membri di unire le forze per stabilire un sostegno finanziario sostenibile per RFE/RL e altri media indipendenti, tutelando così la libertà dei media e la democrazia in Europa e oltre”.