Macedonia del Nord, indagini e arresti per l’incendio nella discoteca di Kocani

Macedonia del Nord, indagini e arresti per l’incendio nella discoteca di Kocani

K metro 0 – Kocani – La Macedonia del Nord è in lutto dopo l’incendio devastante che ha colpito la discoteca Puls nella città di Kocani, causando una delle peggiori tragedie nella storia del Paese.  Il Procuratore generale della Macedonia del Nord Ljupco Kocevski ha annunciato che “14 persone sono sospettate di reati gravi contro

K metro 0 – Kocani – La Macedonia del Nord è in lutto dopo l’incendio devastante che ha colpito la discoteca Puls nella città di Kocani, causando una delle peggiori tragedie nella storia del Paese.  Il Procuratore generale della Macedonia del Nord Ljupco Kocevski ha annunciato che “14 persone sono sospettate di reati gravi contro la sicurezza pubblica” e rischiano una pena detentiva “dai 3 ai 20 anni” per l’incendio scoppiato nella discoteca Puls di Kocani. Il procuratore ha inoltre affermato che sono oggetto di indagine episodi di “accettazione e concessione di tangenti, nonchè l’approvvigionamento illegale di articoli pirotecnici”, secondo quanto riporta la stampa locale. Le forze dell’ordine hanno arrestato circa venti persone, inclusi il proprietario della discoteca e gli organizzatori del concerto.

La tragedia ha causato la morte di 59 persone, tutte di età compresa tra i 14 e i 27 anni. Inoltre, 155 persone sono rimaste ferite, molte delle quali ricoverate in gravi condizioni. In seguito all’incidente, la Macedonia del Nord ha proclamato sette giorni di lutto nazionale.

Intanto cresce la rabbia in tutto il Paese, secondo alcuni video pubblicati questa mattina dai media locali un piccolo gruppo di manifestanti ha preso d’assalto e demolito un bar dello stesso proprietario del Club Pulse. Sempre in mattinata, circa 5.000 studenti si sono riuniti nel cortile principale dell’Università San Cirillo e Metodio di Skopje, per rendere omaggio alle vittime e chiedere giustizia. Lo shock ha colpito anche le istituzioni, mentre a Kocani, centinaia di persone hanno aspettato in fila per firmare un libro di condoglianze. Il sindaco di Kocani, Ljupco Papazov, ha annunciato le sue dimissioni, esortando a indagare a fondo sulle circostanze. 

Le indagini preliminari hanno rivelato gravi carenze nella sicurezza della discoteca. L’edificio non disponeva di una rete adeguata di idranti e estintori, né possedeva una licenza operativa valida. Era inoltre rivestito di materiali altamente infiammabili e privo di protezioni antincendio. Non vi era nemmeno un’uscita di emergenza adeguata: l’unica porta di evacuazione era una porta metallica improvvisata con una maniglia posizionata sul retro dell’edificio. L’accesso per i camion dei vigili del fuoco era bloccato su entrambi i lati, contravvenendo alle norme antincendio. Anche il soffitto interno, rivestito in cartongesso non ignifugo, ha contribuito al rapido propagarsi delle fiamme.

Secondo Kocevski, non vi era alcun accordo scritto tra gli organizzatori dell’evento e il gruppo musicale che doveva esibirsi la sera della tragedia, né l’autorizzazione per i fuochi d’artificio utilizzati.

Il primo ministro Hristijan Mickoski, in una conferenza stampa, ha annunciato l’inizio immediato di un’azione di controllo su tutte le licenze e i permessi dei locali di ristorazione, con l’obiettivo di prevenire tragedie simili in futuro. Mickoski ha dichiarato: “Non ci sarà alcuna pietà per chi non rispetta le norme. Ogni licenza, ogni permesso di costruzione e ogni documento sarà sottoposto a rigorose verifiche”.

La tragedia ha suscitato una vasta reazione di solidarietà internazionale. Papa Francesco ha espresso il suo “profondo cordoglio” attraverso un telegramma firmato dal cardinale Pietro Parolin e indirizzato al vescovo di Skopje, monsignor Kiro Stojanov. Nel messaggio, il Pontefice ha assicurato preghiere per le vittime e vicinanza spirituale ai feriti, invocando conforto per le famiglie colpite dalla tragedia.

Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha offerto l’invio di elicotteri e squadre mediche per assistere la Macedonia del Nord e ha dichiarato per il 18 marzo il lutto nazionale in Serbia. Anche il Montenegro ha espresso vicinanza, proclamando per il 17 marzo una giornata di lutto nazionale.

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