K metro 0 – Città di Panama – L’Autorità del Canale di Panama (Acp) ha smentito le dichiarazioni della Casa Bianca riguardo una presunta riduzione delle tariffe per il transito delle imbarcazioni statunitensi. In una nota ufficiale diffusa ieri sera, l’Acp ha chiarito: “In merito alle dichiarazioni rilasciate oggi dalla portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, l’Autorità del Canale di Panama ribadisce che non sono stati effettuati adeguamenti ai pedaggi o ad altri diritti richiesti per il passaggio attraverso il Canale”.

Le affermazioni di Leavitt, che aveva parlato di un’eliminazione delle tariffe per le barche americane definendola “una vittoria per gli Stati Uniti” e per l’amministrazione di Donald Trump, sono state smentite poche ore dopo anche dal presidente di Panama, Josè Raùl Mulino. “Respingiamo, a nome di Panama e dei suoi cittadini, questo nuovo affronto alla verità e alla nostra dignità nazionale”, ha dichiarato Mulino, sottolineando che il Canale resterà sotto la sovranità panamense.

Già a inizio febbraio, il governo statunitense aveva annunciato un azzeramento delle tariffe per le proprie imbarcazioni, risultato di un presunto negoziato che avrebbe fatto risparmiare “milioni di dollari”. Anche in quell’occasione, l’Autorità del Canale di Panama aveva smentito l’informazione, mentre Mulino l’aveva definita una “falsità intollerabile”.

Attualmente, le tariffe per il transito delle imbarcazioni vengono calcolate in base alle dimensioni e alla categoria navale, secondo l’accordo del 1977, che non prevede alcuna agevolazione legata alla bandiera di appartenenza.

Questa nuova polemica si inserisce in un contesto di crescenti tensioni, con il presidente Trump che continua a esercitare pressioni per riportare il Canale sotto il controllo statunitense, accusando Panama di favorire la Cina. A preoccupare Washington, in particolare, è la presenza di investimenti cinesi nei porti di Balboa e Cristobal, fondamentali per l’infrastruttura.

Martedì scorso, il conglomerato di Hong Kong CK Hutchison Holdings ha annunciato un accordo preliminare per la cessione del 90% della sua unità che gestisce i porti di Balboa e Cristobal a un consorzio composto dalle società di investimento statunitensi BlackRock e Global Infrastructure Partners (Gip) e dalla Terminal Investment Ltd (TIL), con sede in Svizzera e legata alla compagnia marittima MSC di Gianluigi Aponte. Il consorzio acquisirà l’80% di Hutchison Ports, operativa in 43 scali in 23 Paesi, e il 90% di Panama Ports Company, responsabile dei due porti strategici. Il governo panamense ha definito l’operazione una “transazione globale” frutto di una “iniziativa privata”, escludendo qualsiasi impatto sulla sovranità del Canale.

Gli Stati Uniti ottennero il diritto di costruire e gestire la via d’acqua nel 1901, quando il territorio panamense faceva parte della Colombia. Dopo il fallimento dei negoziati con il governo colombiano, gli Usa appoggiarono l’indipendenza di Panama nel 1903, ottenendo in cambio l’affitto della zona del Canale.

I lavori iniziarono nel 1907 e il Canale fu inaugurato nel 1920. La gestione congiunta tra Stati Uniti e Panama fu concordata nel 1977 con l’accordo Torrijos-Carter, dopo le proteste anti-americane scoppiate a Panama 13 anni prima, che stabilì il passaggio completo della sovranità a Panama entro il 31 dicembre 1999, data in cui il Paese centroamericano assunse ufficialmente il controllo dell’infrastruttura.