K metro 0 – Roma – “Oggi inizia una missione che ci riempie di orgoglio, volevano la desertificazione del Mediterraneo? Invece hanno una flotta solidale europea. Si volevano far sparire non solo le navi ma anche degli occhi scomodi. Con questa operazione abbiamo dimostrato che non siamo sommersi da quell’onda nera che sempre più alta
K metro 0 – Roma – “Oggi inizia una missione che ci riempie di orgoglio, volevano la desertificazione del Mediterraneo? Invece hanno una flotta solidale europea. Si volevano far sparire non solo le navi ma anche degli occhi scomodi. Con questa operazione abbiamo dimostrato che non siamo sommersi da quell’onda nera che sempre più alta si stava alzando, ma c’è una parte di Paese e di Europa che ritiene che sia necessario essere nel Mediterraneo, perché questo è l’unico modo che abbiamo per salvare parte dell’umanità”, affermano in una conferenza stampa a Roma, i rappresentanti della Piattaforma della società civile Mediterranea, ripartita oggi per raggiungere le acque internazionali nel Mediterraneo Centrale dove svolgerà la sua attività di monitoraggio e testimonianza della situazione. All’operazione si uniranno le ONG Sea-Watch e Open Arms. I membri di Mediterranea spiegano che il dato dei 2000 morti in mare da gennaio 2018 sia inadeguato, perché questo mare è diventato il confine più pericoloso al mondo con oltre 17.000 morti negli ultimi 5 anni.
Solo nel settembre del 2018 una persona su 5 è deceduta nel tentativo di attraversarlo, la media più alta mai registrata, diretta conseguenza dell’azzeramento da parte dei governi europei della maggior parte degli assetti umanitari presenti in quelle acque, rimaste ormai senza soccorsi né testimoni. “Ripartiamo con questa operazione per monitorare e denunciare le irregolarità, poi, essendo noi obbedienti alle leggi del mare mai ci sottrarremo al dovere di soccorrere qualcuno se ve ne fosse la necessità di farlo. Possiamo affermare che non ci avete spaventati”, afferma Alessandro Metz. “Stiamo ripartendo in un clima peggiore dalla nostra prima missione – sottolinea Alessandra Sciurba – c’è stato il caso Riace, il dl Sicurezza, il vertice sulla Libia che è stato una pantomima nei giorni della tragedia della nave Nivin, lo sgombero del Baobab e da ultimo Aquarius. E’ una guerra contro la solidarietà che sta avvelenando l’aria di questo paese e dell’Europa, per questo abbiamo deciso di lanciare il manifesto #United4Med per costruire un’alleanza per una Europa solidale in mare e in terra e per un’Europa ragionevole che non si lascia ipnotizzare dai razzismi”.
Secondo i rappresentanti di Mediterranea “vi è, inoltre, una crescente campagna di criminalizzazione contro le persone migranti così come contro le organizzazioni umanitarie che operano in loro difesa, che ha di recente assunto le proporzioni di una vera e propria strategia governativa e giudiziaria volta a trasformare la solidarietà verso persone in difficoltà in un reato da perseguire, nonostante ogni giorno si assista alla violazione delle Convenzioni Internazionali sul salvataggio marittimo e dei diritti basilari delle persone in movimento”.