K metro 0 – San Paolo – Il profilo del giudice della Corte Suprema del Brasile (STF), Alexandre de Moraes, sulla piattaforma X è stato disattivato. Da questa mattina, l’account di Moraes mostra un messaggio che indica che il profilo “non esiste”. Secondo “Cnn Brasil”, a disattivare l’account è stato lo stesso Moraes. La disattivazione
K metro 0 – San Paolo – Il profilo del giudice della Corte Suprema del Brasile (STF), Alexandre de Moraes, sulla piattaforma X è stato disattivato. Da questa mattina, l’account di Moraes mostra un messaggio che indica che il profilo “non esiste”. Secondo “Cnn Brasil”, a disattivare l’account è stato lo stesso Moraes.
La disattivazione segue l’imposizione di una multa di 8 milioni di reais (circa 1,3 milioni di euro) alla piattaforma social, per il mancato rispetto di alcune direttive. Recentemente, ci sono stati attriti tra il giudice e l’amministratore delegato di Rumble, Chris Pavlovski, che aveva criticato Moraes sui social.
Il 19 febbraio, Pavlovski ha dichiarato che Rumble “non si conformerà” agli “ordini illegali” del giudice, accusato di aver richiesto la rimozione di profili di opinionisti di destra dalla piattaforma.
Nello stesso giorno, la compagnia di media di proprietà dell’ex presidente statunitense Donald Trump (Trump Media & Technology Group) ha denunciato il giudice Moraes, accusandolo di censurare illegalmente le “voci di destra” sui social media. La denuncia, depositata presso il tribunale federale di Tampa (Florida), è stata presentata da Trump Media & Technology Group e da Rumble, piattaforma di video con sede in Florida.
Le due aziende sostengono che Moraes stia censurando il discorso politico negli Stati Uniti, violando il Primo Emendamento. Questa accusa si riferisce in particolare all’ordine della giustizia brasiliana di rimuovere da Rumble i profili di alcuni opinionisti di destra, che avrebbe avuto effetto anche negli Usa. Sebbene Trump Media & Technology Group non sia direttamente interessata dall’ordine, si affida alle tecnologie di Rumble e potrebbe subirne le conseguenze se quest’ultima fosse danneggiata.
Moraes afferma che le azioni della giustizia brasiliana sono “necessarie” per proteggere il Paese dagli atti “antidemocratici” di Bolsonaro e dei suoi sostenitori. Non è la prima volta che Moraes è coinvolto in un contenzioso con figure politiche e imprenditoriali statunitensi. Lo scorso anno, il giudice aveva sospeso la piattaforma X – del magnate e oggi capo del dipartimento di efficienza del governo Usa, Elon Musk – per la mancata rimozione di alcuni profili sospetti e la mancata nomina di un rappresentante legale nel Paese.
L’agenzia delle comunicazioni Usa (FCC) aveva definito questo atto come “censura”, mentre Musk aveva avviato un lungo botta e risposta legale, senza però mai arrivare in tribunale. Alla fine, Musk ha deciso di risolvere tutte le pendenze legali e riprendere le operazioni nel Paese.