K metro 0 – Londra – Il governo britannico sta lavorando a un nuovo programma di mobilità giovanile, ispirato al modello australiano, che potrebbe offrire nuove opportunità ai giovani europei e britannici. Così il premier Keir Starmer vuole aprire anche ai giovani Ue. L’iniziativa permetterebbe a migliaia di cittadini dell’Unione Europea di trasferirsi nel Regno
K metro 0 – Londra – Il governo britannico sta lavorando a un nuovo programma di mobilità giovanile, ispirato al modello australiano, che potrebbe offrire nuove opportunità ai giovani europei e britannici. Così il premier Keir Starmer vuole aprire anche ai giovani Ue. L’iniziativa permetterebbe a migliaia di cittadini dell’Unione Europea di trasferirsi nel Regno Unito per vivere e lavorare per un periodo iniziale di due anni, con la possibilità di estendere la permanenza fino a tre. In cambio, i giovani britannici di età compresa tra i 18 ei 30 anni avrebbero accesso a un’opportunità simile nei Paesi dell’Unione europea.
Si tratta di una proposta che arriva in un momento cruciale per i rapporti tra Londra e Bruxelles, segnando un potenziale passo avanti dopo la Brexit, che ha interrotto la libertà di movimento tra il Regno Unito e l’Unione Europea. Tuttavia, per evitare un eccessivo aumento dell’immigrazione, il governo britannico prevede di introdurre un tetto annuale al numero dei giovani ammessi.
Secondo quanto riportato dal quotidiano “The Times “questa iniziativa nasce anche dalla necessità di rispondere a una crescente carenza di manodopera in diversi settori chiave dell’economia britannica, come la ristorazione, il turismo, la tecnologia e la sanità. In passato, molti di questi lavori erano ricoperti da cittadini europei che si trasferivano nel Regno Unito senza particolari restrizioni, ma dopo la Brexit il numero di lavoratori stranieri è drasticamente diminuito. Con questo nuovo programma, Londra spera di rendere più agevole il ritorno di giovani qualificati, seppur con regole più rigide rispetto al passato.
Non mancano, però, le critiche. Alcuni esperti sottolineano che l’introduzione di un tetto massimo di ingressi potrebbe limitare fortemente l’efficacia del programma, rendendolo poco attraente per i giovani europei. Anche il costo del contributo sanitario e l’impossibilità di accedere ai sussidi pubblici potrebbero scoraggiare molti potenziali partecipanti. Al contrario, alcune imprese britanniche vedono questa proposta come un’opportunità per compensare la carenza di personale e stimolare la crescita economica.
Il governo britannico spera di raggiungere un accordo con l’Unione Europea prima del vertice del 19 maggio, dove si discuteranno le condizioni di questa e altre possibili collaborazioni tra le due parti. Se approvato, il programma potrebbe rappresentare una nuova fase nei rapporti tra Regno Unito ed Europa, offrendo ai giovani una possibilità concreta di crescita professionale e personale. Tuttavia, resta da vedere se le condizioni proposte saranno abbastanza vantaggiose per attrarre un numero significativo di partecipanti e se Bruxelles accetterà questa nuova formula di mobilità.