K metro 0 – Monaco – Il vicepresidente degli Stati Uniti, JD Vance, nel suo intervento alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, ha espresso dure critiche nei confronti degli alleati europei, accusandoli di aver assunto atteggiamenti repressivi nei confronti della libertà di espressione. Con una retorica provocatoria, ha paragonato alcune politiche europee alle pratiche dei
K metro 0 – Monaco – Il vicepresidente degli Stati Uniti, JD Vance, nel suo intervento alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, ha espresso dure critiche nei confronti degli alleati europei, accusandoli di aver assunto atteggiamenti repressivi nei confronti della libertà di espressione. Con una retorica provocatoria, ha paragonato alcune politiche europee alle pratiche dei regimi autoritari sconfitti durante la Guerra Fredda.
Vance ha sottolineato come l’Europa stia limitando la libertà di espressione con il pretesto di combattere la disinformazione sui social media. “Hanno paura della libertà di espressione e fuggono di fronte ai loro elettori”, ha dichiarato, paragonando la regolamentazione dei contenuti online alla censura sovietica. Ha inoltre menzionato episodi controversi, come l’annullamento del secondo turno delle elezioni presidenziali in Romania e il presunto intervento delle autorità britanniche nei confronti di un manifestante anti-abortista.
Nel suo intervento, Vance ha attaccato i governi europei per aver esercitato pressioni sulle aziende tecnologiche al fine di censurare contenuti scomodi. “Stiamo vedendo vecchi interessi mascherarsi dietro parole d’ordine da epoca sovietica, come ‘disinformazione’, per silenziare chi la pensa diversamente”, ha dichiarato.
Facendo riferimento a recenti episodi avvenuti in Svezia e Regno Unito, Vance ha accusato le autorità di punire chi esprime opinioni divergenti. “Chiudere il dibattito e reprimere le voci dissidenti è il modo più rapido per distruggere la democrazia”, ha affermato, evidenziando il pericolo di una cultura della censura in Europa. “Non si può ottenere un mandato democratico censurando gli avversari o mettendoli in prigione, che si tratti del leader dell’opposizione, di un umile cristiano che prega in casa sua o di un giornalista che cerca di riportare delle notizie”, ha aggiunto.
Le parole del vicepresidente statunitense hanno suscitato reazioni immediate. Il ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius, ha respinto le affermazioni di Vance, affermando che “paragonare parti dell’Europa a regimi autoritari non è accettabile”. Anche Markus Soeder, primo ministro della Baviera, ha criticato le insinuazioni del vicepresidente americano, in merito a una possibile alleanza fra i partiti conservatori Unione cristiano democratica (Cdu) e Csu con Alternativa per la Germania (AfD). “Decidiamo noi con chi formare una coalizione”, ha dichiarato Soeder.
Sul fronte geopolitico, l’intervento di Vance si è intrecciato con le discussioni sulla guerra in Ucraina. Il vicepresidente statunitense avrebbe dovuto incontrare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ma l’incontro sembra essere stato rimandato. sempre presente dopo la telefonata avvenuta nei giorni scorsi fra i presidenti statunitense e russo, Donald Trump e Vladimir Putin, e il presunto «piano Usa» per porre fine al conflitto.
Vance e Zelensky, peraltro, si sarebbe dovuti incontrare oggi ma, al momento, questo colloquio sembra essere slittato. Sul “piano Usa”, Zelensky si è detto scettico, affermando di “non credere che al momento” Washington ne abbia uno concreto da presentare, ribadendo poi di essere disposto a “incontrare Putin solo in caso di un piano comune con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, un piano condiviso con l’Europa” per porre fine al conflitto, esprimendo scetticismo su eventuali iniziative unilaterali di Washington.
Nonostante le tensioni, Zelensky ha mostrato apertura verso nuove collaborazioni economiche, in particolare nel settore delle terre rare, affermando la volontà dell’Ucraina di attrarre investimenti e creare nuove opportunità di sviluppo.