K metro 0 – Berlino – Per il terzo anno consecutivo la Romania si posiziona tra i Paesi dell’Unione Europea con i peggiori risultati nella lotta alla corruzione. Con un punteggio di 46 su 100, la Romania si trova a pari merito con Malta, secondo il Corruption Perceptions Index (CPI) 2024 di Transparency International. Questo
K metro 0 – Berlino – Per il terzo anno consecutivo la Romania si posiziona tra i Paesi dell’Unione Europea con i peggiori risultati nella lotta alla corruzione. Con un punteggio di 46 su 100, la Romania si trova a pari merito con Malta, secondo il Corruption Perceptions Index (CPI) 2024 di Transparency International. Questo indice misura la percezione della corruzione nel settore pubblico in 180 Paesi e territori, assegnando un punteggio da zero a cento, dove zero indica “molto corrotto” e cento “per niente corrotto”.
Transparency International ha evidenziato che, a livello globale, la corruzione rimane elevata e gli sforzi per contrastarla stanno diminuendo, causando effetti negativi in settori cruciali come la democrazia, lo stato di diritto, la protezione dell’ambiente e i diritti umani.
Nel 2024, l’Unione Europea ha registrato una media di 62 punti nel CPI, in calo di due punti rispetto agli anni precedenti. Tra i Paesi che hanno visto un calo significativo del punteggio ci sono Germania, Austria, Francia, Slovacchia e Malta.
Nonostante la Romania mantenga un punteggio stabile, resta al di sotto della media europea e ben lontano dalla soglia dei 50 punti, considerata inaccettabile dalla metodologia di Transparency International.
Per comprendere l’attuale situazione della Romania, è necessario guardare al passato. La corruzione ha radici profonde nella storia del Paese, affondando le sue origini nel regime comunista di Nicolae Ceaușescu. Durante la dittatura, la mancanza di trasparenza e il controllo assoluto dello Stato favorivano un sistema clientelare , in cui i privilegi erano distribuiti sulla base di lealtà politica e favoritismi personali.
Con la caduta del regime nel 1989, la Romania ha intrapreso un difficile percorso di democratizzazione ed economia di mercato. Tuttavia, la transizione non è stata priva di ostacoli, e la corruzione è rimasta una costante nella politica e nell’amministrazione pubblica.
Negli anni 2000, sotto la pressione dell’Unione Europea, il Paese ha adottato riforme significative per contrastare la corruzione, in particolare in vista dell’adesione all’UE nel 2007. Una delle misure più incisive è stata la creazione della Direcția Națională Anticorupție (DNA), un’agenzia indipendente incaricata di indagare sui reati di corruzione. Grazie al lavoro del DNA, numerosi politici di alto livello, funzionari pubblici e imprenditori sono stati processati e condannati, dando un forte segnale di cambiamento.
Tuttavia, negli ultimi anni il progresso si è rallentato. Alcuni governi hanno tentato di ridimensionare il ruolo del DNA e di modificare la legislazione per ridurre la pena di corruzione, scatenando proteste di massa e critiche da parte della comunità internazionale.