Turchia e Siria: decisioni strategiche per il futuro delle relazioni

Turchia e Siria: decisioni strategiche per il futuro delle relazioni

K metro 0 – Ankara – Il presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan, ha preso insieme all’omologo siriano, Ahmed al Sharaa, “decisioni importanti che daranno forma al futuro dei due paesi”. Lo ha affermato oggi lo stesso capo dello Stato turco nel corso del settimo congresso della sezione femminile del Partito per la giustizia e

K metro 0 – Ankara – Il presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan, ha preso insieme all’omologo siriano, Ahmed al Sharaa, “decisioni importanti che daranno forma al futuro dei due paesi”. Lo ha affermato oggi lo stesso capo dello Stato turco nel corso del settimo congresso della sezione femminile del Partito per la giustizia e lo sviluppo (Akp), tenutosi ad Ankara. Commentando la visita istituzionale di ieri nel Paese da parte di Al Sharaa, Erdogan ha sottolineato che sono state “esaminate molte questioni, dalla sicurezza alla ricostruzione della Siria, dal commercio ai trasporti, dall’economia alle risorse umane”.

La Turchia, sotto la guida di Erdogan, è sempre stata attivamente coinvolta nelle dinamiche siriane, tanto sul piano umanitario quanto su quello politico, e l’incontro con al Sharaa sembra rappresentare un’opportunità importante per un ulteriore approfondimento.

Il presidente siriano ad interim Ahmad al Sharaa, citato dall’agenzia di stampa “Sana”, desidera rafforzare il coordinamento con la Turchia a tutti i livelli. “La Turchia ha sostenuto la giusta causa del popolo siriano, un modello di fratellanza tra le nostre nazioni”, ha dichiarato Al Sharaa, auspicando un rafforzamento delle relazioni attraverso un incremento degli scambi commerciali e degli investimenti congiunti, soprattutto nei progetti di ricostruzione infrastrutturale. Il leader siriano ha inoltre invitato Erdogan a visitare la Siria “il prima possibile”.

Il panorama geopolitico siriano è in continuo cambiamento, e la cooperazione sempre più stretta tra Siria e Turchia potrebbe segnare un nuovo capitolo nelle relazioni bilaterali. Nonostante le difficoltà economiche, politiche e sociali, entrambi i Paesi sembrano determinati a lavorare insieme per garantire una stabilità duratura e una ripresa economica.

Mentre il futuro delle relazioni siriano-turche si definisce sempre più chiaramente, una nuova variabile si inserisce nel quadro geopolitico: il possibile ritiro delle truppe americane dalla Siria.

L’emittente “Nbc News”, cita alcune fonti del Pentagono, secondo le quali il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti sta elaborando piani per il ritiro completo delle truppe Usa dalla Siria. I piani allo studio prevedono l’uscita delle forze statunitensi dal Paese mediorientale entro 30, 60 o 90 giorni. Sarebbe stato il presidente Donald Trump in persona a manifestare l’intenzione di ritirare le truppe dalla Siria.

Gli Stati Uniti mantengono una presenza militare nel Paese per sostenere le Forze democratiche siriane (Sdf), a maggioranza curda, e impedire il ritorno dello Stato islamico. Attualmente, secondo il Pentagono, sono schierati circa 2 mila militari, più del doppio rispetto ai 900 dichiarati in precedenza. La maggior parte delle forze aggiuntive è impiegata su base temporanea. Funzionari della Difesa hanno avvertito che un ritiro delle truppe potrebbe compromettere la sicurezza di oltre 50 mila persone, con 9 mila combattenti dello Stato islamico attualmente detenuti nelle carceri gestite dalle Sdf. Senza il sostegno statunitense, le milizie curde potrebbero ridurre l’impegno nella sorveglianza dei detenuti per concentrarsi su operazioni militari, aumentando il rischio di fughe di massa.

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