K metro 0 – Londra – A quasi otto anni dal referendum che ha sancito l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, l’opinione pubblica britannica sembra sempre più divisa sui reali benefici della Brexit. Se nel 2016 il 52% degli elettori ha votato a favore dell’addio a Bruxelles, oggi i sondaggi raccontano un’altra storia: il 55%
K metro 0 – Londra – A quasi otto anni dal referendum che ha sancito l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, l’opinione pubblica britannica sembra sempre più divisa sui reali benefici della Brexit. Se nel 2016 il 52% degli elettori ha votato a favore dell’addio a Bruxelles, oggi i sondaggi raccontano un’altra storia: il 55% dei britannici ritiene che lasciare l’Ue sia stato un errore, mentre solo il 30% continua a considerare la Brexit una scelta positiva. Si tratta del dato più basso mai registrato da quando il Regno Unito ha formalmente lasciato l’Unione nel gennaio 2020.
Il premier laburista Keir Starmer sta lavorando per rilanciare i legami tra Londra e Bruxelles, in linea con la promessa di un “reset” delle relazioni Ue-Regno Unito. Il governo britannico ha ottenuto la via libera per partecipare a diversi summit istituzionali europei, segnando un primo passo verso un dialogo più stretto. Tuttavia, gli Stati membri dell’Ue restano cauti e intendono difendere i propri interessi nei futuri negoziati bilaterali, previsti dopo un vertice Ue-Regno Unito in primavera.
Nick Thomas-Symonds, sottosegretario di Stato per le Relazioni con l’Unione Europea, ha chiarito che Londra seguirà una linea di “pragmatismo spietato” per rafforzare le relazioni economiche con Bruxelles. Il governo britannico è pronto a sfidare l’opposizione euroscettica per raggiungere un accordo ambizioso, con colloqui ufficiali fissati per il 19 maggio nel Regno Unito.
Il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, ha sottolineato l’importanza di una cooperazione più stretta tra Londra e Bruxelles: “Nonostante le sfide geopolitiche, questo non è un mondo in cui disperarsi, ma un mondo ricco di opportunità per rafforzare le nostre relazioni bilaterali e multilaterali. Con il Regno Unito, c’è una nuova energia positiva che va sfruttata.”
Questa apertura rappresenta un chiaro segnale che, nonostante le tensioni post-Brexit, esiste la volontà reciproca di ristabilire un rapporto più collaborativo, seppur senza rimettere in discussione l’uscita del Regno Unito dall’Unione.
Il futuro dei rapporti tra Regno Unito e Unione Europea è ancora incerto, ma il vento politico sembra cambiare direzione. Resta da vedere se Starmer riuscirà nel suo intento di riconciliazione con Bruxelles o se l’ondata euroscettica tornerà a farsi sentire con forza.
L’apertura di Starmer e dell’Ue rappresenta un chiaro segnale che, nonostante le tensioni post-Brexit, esiste la volontà reciproca di ristabilire un rapporto più collaborativo.
A otto anni dal referendum, la Brexit continua a dividere la politica e l’opinione pubblica britannica. Se da un lato crescono i consensi verso un ritorno a rapporti più stretti con l’Ue, dall’altro il fronte euroscettico resta forte e determinato. Il partito Reform UK del patron della Brexit, Nigel Farage, è in testa negli ultimi sondaggi, sebbene di pochissimo, attestandosi al 25% delle preferenze, rispetto al 24% registrato dai laburisti.
Il prossimo vertice Ue-Regno Unito e i negoziati che seguiranno saranno decisivi per capire quale direzione prenderà Londra: verso un’integrazione più ampia con il mercato europeo o verso un rafforzamento dell’indipendenza britannica, anche a costo di un rallentamento economico.
Quello che è certo è che il dibattito sulla Brexit non è ancora finito e continuerà ad essere al centro della scena politica britannica nei prossimi anni.