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Kiev riporta indietro i rifugiati per la mancanza di manodopera

Kiev riporta indietro i rifugiati per la mancanza di manodopera

K metro 0 – Kiev – Il governo ucraino ha appena lanciato un’iniziativa mirata a creare i cosiddetti “centri di unità” nelle nazioni con un alto numero di rifugiati ucraini per contrastare la carenza di manodopera nel Paese e incoraggiare alcuni di loro al rientro. Oltre a tentare di tenere a bada l’invasione russa nell’est

K metro 0 – Kiev – Il governo ucraino ha appena lanciato un’iniziativa mirata a creare i cosiddetti “centri di unità” nelle nazioni con un alto numero di rifugiati ucraini per contrastare la carenza di manodopera nel Paese e incoraggiare alcuni di loro al rientro. Oltre a tentare di tenere a bada l’invasione russa nell’est del Paese, l’Ucraina è difatti alle prese con una critica mancanza di lavoratori in settori industriali vitali, come l’energia, la difesa e l’edilizia.

“Non si tratta di centri per il ritorno”, ha voluto precisare il ministro dell’Unità nazionale e vice primo ministro ucraino, Oleksiy Chernyshov, a capo dell’iniziativa. “Si tratta di centri per il sostegno e l’unità, per collegare gli ucraini con la loro patria. Verranno forniti servizi a sostegno degli ucraini”.

Chernyshov ha anche assicurato che gli ucraini interessati a tornare in patria potranno essere esentati dalla mobilitazione militare, affermando che Kiev è pronta a reintegrare i lavoratori qualificati che sono necessari in molti settori critici.

Ci si chiede, a questo punto, quanti ucraini si sentiranno abbastanza sicuri da accettare l’offerta, in un contesto di guerra ancora in corso e di un’economia locale con opportunità limitate dopo quasi tre anni di combattimenti.

La testata RFE/RL ha provato a sondare il sentiment di alcuni rifugiati ucraini in Germania, che ora ne ospita circa 1,2 milioni, tra cui 350.000 bambini. Dall’inchiesta emerge che è una decisione che nessuno di loro prenderebbe alla leggera, con molti di loro incerti se tornare o meno dopo essersi costruiti una nuova vita all’estero.

Così dichiara, ad esempio un intervistato, tale Danylo: “Mi rendo conto che il mio posto qui non sarà mai completo al 100%”, e che rimarrò sempre uno straniero in Germania. Ma in Ucraina, se tornassi nella mia città natale, dovrei ricominciare tutto da zero, Lì non ho letteralmente nulla. Al momento qui ho una cerchia di amici e insegnanti, mi sono già integrato nell’ambiente studentesco locale. Pertanto, non vedo il motivo di abbandonare i miei studi in un’università europea”.

Tuttavia, l’Ucraina sta procedendo con i suoi piani per i centri di accoglienza. Sono già in corso difatti trattative con i governi della Repubblica Ceca, della Polonia e della Germania per la creazione di questi centri nei prossimi mesi, che secondo Kiev serviranno soprattutto come centri culturali e comunitari, fornendo anche assistenza per il trasferimento a tutti gli ucraini che desiderano tornare.

Non solo Danylo dubita che tornerebbe presto anche se la guerra dovesse finire, viste le migliori opportunità disponibili in Germania. Originaria della regione di Donetsk, devastata dalla guerra, Iryna Vlasova viveva a Kiev prima dell’invasione totale della Russia, ma è partita con il suo compagno per la Germania settimane dopo. Poco dopo il trasferimento, la coppia ha avuto un figlio. Ora vivono nella città di Bad Staffelstein, nel nord della Baviera, e Vlasova dice che prenderebbe in considerazione l’idea di tornare in Ucraina solo se fosse costretta a farlo.

“Se le condizioni sono favorevoli, vorrei rimanere in Germania”, dice. “Forse non sembra molto patriottico, ma voglio un futuro migliore per mio figlio, che è di razza mista. E so che in Ucraina c’è molto razzismo a livello quotidiano. Qui in Germania ci sono leggi contro la discriminazione e vengono applicate”.

La sua più grande preoccupazione al momento, difatti, è la possibilità di un cambiamento politico in Germania, dove si terranno le elezioni federali alla fine del mese. L’ascesa del partito di estrema destra e anti-migranti Alternativa per la Germania (AfD) rappresenta per lei una seria minaccia.

Questa preoccupazione è stata aggravata dai recenti commenti di un alto membro dell’AfD nel parlamento bavarese, che ha affermato di ritenere che tutti i rifugiati ucraini dovrebbero lasciare immediatamente il Paese.

“Penso che fino al 2026, quando la protezione temporanea sarà in vigore in Germania, [l’AfD] difficilmente farà qualcosa, ma dopo può succedere di tutto”, afferma la rifugiata ucraina. Non appena sarà sicuro, tornerò”. Altri, tuttavia, affermano che sarebbero più che felici di tornare a casa non appena le circostanze lo consentiranno.

 

di Sandro Doria

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