K metro 0 – Tbilisi – Il governo della Georgia ha preso la decisione di ritirare la propria delegazione dall’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa (Apce). Il presidente del Parlamento georgiano, Shalva Papuashvili, ha commentato così la: “Ci aspettiamo che l’Apce ritorni ai suoi valori originari, che si fondano sulla democrazia e sul pieno rispetto della
K metro 0 – Tbilisi – Il governo della Georgia ha preso la decisione di ritirare la propria delegazione dall’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa (Apce). Il presidente del Parlamento georgiano, Shalva Papuashvili, ha commentato così la: “Ci aspettiamo che l’Apce ritorni ai suoi valori originari, che si fondano sulla democrazia e sul pieno rispetto della sovranità degli Stati membri.” La mossa arriva dopo una serie di controversie relative alla posizione dell’Apce nei confronti della Georgia.
La delegazione georgiana, composta da figure di spicco, tra cui il vicepresidente del Parlamento Teya Tsulukiani e i parlamentari Givi Mikanadze, Mariam Lashkhi, Eka Sepashvili, oltre ai membri di riserva Levan Machavariani, Rati Lonatamishvili e Zviad Shalamberidze, ha formalmente comunicato la propria decisione e ha anche inviato un appello al presidente dell’Apce, Theodoros Roussopoulos, esprimendo le sue preoccupazioni e chiedendo una riconsiderazione del ruolo dell’assemblea. Dopo l’annuncio del ritiro, il presidente dell’Apce, Theodoros Roussopoulos, ha dichiarato di deplorare “la decisione della delegazione georgiana di ritirarsi dall’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa a seguito del voto di ratificare le sue credenziali a determinate condizioni. Questo mette a rischio il dialogo che potrebbe contribuire a far progredire gli standard democratici in Georgia”.
Il governo georgiano ha espresso il suo risentimento per le misure adottate dall’Apce, considerate ingiuste e penalizzanti. L’Assemblea, infatti, aveva deciso di ratificare le credenziali della delegazione georgiana, ma con una serie di riserve che hanno suscitato forti polemiche. Nonostante l’approvazione formale l’Apce aveva deciso di sospendere una serie di diritti per i membri della delegazione georgiana. In particolare, i membri della delegazione non potranno partecipare a cinque delle nove commissioni principali dell’Apce, assumere ruoli di relatori, osservare le elezioni o rappresentare l’Assemblea in eventi internazionali significativi. Questa decisione è stata presa come “chiaro segno di condanna” per le violazioni dei diritti umani, in particolare per gli episodi di brutalità della polizia e altre azioni di repressione.
La sospensione non implica un allontanamento definitivo dalla partecipazione, ma costituisce una sorta di “monito” affinché il Paese intraprenda azioni concrete per invertire la “regressione”. L’Assemblea ha annunciato che esaminerà modalità per rafforzare la partecipazione delle forze politiche non parlamentari e della società civile georgiana nelle sue decisioni relative alla Georgia.
L’Apce, quindi, sembra orientata a rafforzare il suo impegno verso una Georgia che sta cercando di navigare tra le sfide della modernizzazione democratica e le difficoltà derivanti da un contesto politico complesso. Tuttavia, la reazione del governo georgiano, con il ritiro della delegazione, suggerisce che le frizioni tra i due soggetti potrebbero continuare, alimentando il dibattito su come le istituzioni europee e le nazioni sovrane possono insieme per promuovere e proteggere la democrazia, la sovranità e i diritti umani.