Serbia, dopo mesi di proteste si dimette il premier Vucevic

Serbia, dopo mesi di proteste si dimette il premier Vucevic

K metro 0 – Belgrado – Il primo ministro serbo Milos Vucevic ha rassegnato le dimissioni, segnando un punto di svolta in un periodo di grande instabilità politica e sociale in Serbia. La sua decisione arriva a seguito di tre mesi di proteste di piazza che hanno avuto inizio a causa della crescente insoddisfazione per

K metro 0 – Belgrado – Il primo ministro serbo Milos Vucevic ha rassegnato le dimissioni, segnando un punto di svolta in un periodo di grande instabilità politica e sociale in Serbia. La sua decisione arriva a seguito di tre mesi di proteste di piazza che hanno avuto inizio a causa della crescente insoddisfazione per la corruzione nel governo, accentuata da un tragico incidente che ha scosso il paese. Il crollo del tetto della stazione ferroviaria di Novi Sad, avvenuto il 1° novembre 2023, ha provocato la morte di 15 persone, un dramma che ha sollevato gravi interrogativi sulla sicurezza e sulla supervisione del lavoro.

In una conferenza tenuta stampa a Belgrado, Vucevic ha spiegato con fermezza la sua decisione di dimettersi, dichiarando: “La mia decisione di dimettermi dalla posizione di primo ministro è irrevocabile”. Il premier ha aggiunto che ha avuto un incontro “lungo e approfondito” con il presidente serbo Aleksandar Vučić questa mattina, nel quale hanno discusso ampiamente della situazione politica e delle dimissioni stesse. “Abbiamo parlato di tutto, e lui ha accettato la mia posizione”, ha continuato Vucevic. La sua mossa, secondo quanto dichiarato, è stata presa per “evitare ulteriori complicazioni e tensioni” all’interno della società serba.

Milos Vucevic, che aveva assunto la carica di primo ministro solo meno di un anno fa, ha un lungo passato politico alle spalle come sindaco di Novi Sad, la seconda città più grande della Serbia. È proprio durante il suo mandato da sindaco (dal 2012 al 2022) che la stazione di Novi Sad è stata oggetto di ristrutturazione, un progetto che ha avuto un tragico epilogo con il crollo del tetto e le vittime innocenti.

Il premier ha inoltre sottolineato che la decisione di dimettersi è stata influenzata da un episodio specifico che ha alimentato ulteriormente la frattura nella società serba: un’aggressione contro gli studenti avvenuta la sera precedente a Novi Sad, davanti alla sede del Partito progressista serbo (SNS), il partito di governo. “Ciò che sta accadendo in Serbia è una seria divisione sociale, pianificata in modo spregevole dall’estero”, ha dichiarato Vucevic, facendo riferimento alla crescente polarizzazione politica e alle teorie di influenze esterne nelle tensioni interne. Le proteste, iniziate a causa dell’incidente alla stazione, si sono amplificate in un clima di malcontento per il crescente numero di conflitti e discussioni che stanno lacerando il Paese.

Il crollo del tetto alla stazione di Novi Sad è diventato un simbolo della scarsa supervisione e delle negligenze nel settore delle infrastrutture pubbliche serbe. La mancanza di chiarezza ha alimentato ulteriormente le proteste, con gli studenti che sono emersi come i principali leader del movimento di dissenso. Negli ultimi mesi, gli studenti hanno bloccato i campus universitari in tutto il Paese, chiedendo giustizia per le vittime dell’incidente e maggiore trasparenza nella gestione dei lavori pubblici.

Oltre alla decisione di Vucevic, è arrivata anche la notizia delle dimissioni del sindaco di Novi Sad, Milan Djuric, un altro segno della crisi che sta attraversando il governo serbo. Le dimissioni di entrambi i leader sono state tra le principali richieste avanzate dall’opposizione e dagli studenti.

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