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Messico, Trump invia migliaia di soldati al confine

Messico, Trump invia migliaia di soldati al confine

K metro 0 – Washington – Altri mille soldati al confine sud con il Messico: l’amministrazione Trump continua nella sua azione per contrastare l’arrivo di migranti illegali. La notizia è stata riportata da alcuni media statunitensi, secondo i quali il Pentagono invierà altri mille soldati che si vanno ad aggiunge agli oltre duemila che si

K metro 0 – Washington – Altri mille soldati al confine sud con il Messico: l’amministrazione Trump continua nella sua azione per contrastare l’arrivo di migranti illegali. La notizia è stata riportata da alcuni media statunitensi, secondo i quali il Pentagono invierà altri mille soldati che si vanno ad aggiunge agli oltre duemila che si trovano già al confine, nell’ambito della “Joint Task Force-North”, la missione che fa base a nord di El Paso, in Texas, per supportare la polizia di frontiera con compiti principalmente logistici e burocratici.

Per protestare contro l’azione di Trump i 31 governatori degli stati del Messico e la governatrice della capitale hanno firmato una dichiarazione congiunta “in difesa della sovranità del nazionale”. Nella lettera, che è stata letta dalla presidente Claudia Sheinbaum durante la conferenza stampa di oggi, i governatori si uniscono “in difesa della nostra sovranità e del benessere delle cittadine e cittadini messicani” e ribadiscono la disponibilità a collaborare con la presidente, di cui riconoscono l’impegno “verso i principi democratici e l’unità nazionale”. “Una iniziativa molto importante. Nel caso dei governatori, abbiamo deciso di lavorare insieme a vantaggio del Messico”, ha commentato Sheinbaum.

Ieri il governo guidato ha presentato il programma “il Messico ti abbraccia”, una strategia “integrale” per tutelare i propri connazionali negli Usa o al confine, in vista di possibili espulsioni ordinate dall’amministrazione Trump. Tra i principali elementi di questa strategia, ci sono protocolli per ricevere i cittadini rimpatriati, a cui verrà fornita assistenza per ritornare nei luoghi d’origine (quando non messicani) o per integrarsi in programmi sociali e lavorativi. I cittadini messicani riceveranno accesso ai programmi di previdenza sociale e a servizi di sanità, comunicazione e trasporti. Il governo del Messico farà tutto quello che è necessario per difendere e assistere i connazionali e contribuirà al rimpatrio dei migranti di altri Paesi nel luogo d’origine, ha sottolineato in conferenza stampa la segretaria del governo Rosa Icela Rodriguez.

Il Messico dovrà fare anche i conti con i nuovi dazi a carico delle merci esportate negli Stati Uniti a partire dal primo febbraio. Trump ha annunciato di valutare una tariffa lineare del 25 per cento sulle importazioni dai vicini nordamericani degli Stati Uniti. Si tratta di una sorta di tregua di circa 10 giorni dalle tariffe che il presidente aveva promesso di imporre nel suo primo giorno in carica.

Intanto il presidente del Senato del Messico, Gerardo Fernandez Norona, ha respinto qualsiasi possibilità di intervento militare degli Stati Uniti nel Paese per combattere i cartelli di narcotrafficanti, dopo l’annuncio del presidente Usa Donald Trump di riconoscerli come “organizzazioni terroristiche internazionali”. “Non lo accetteremo in nessun modo. Gli Usa, se vogliono risolvere il problema della droga, devono iniziare dal loro territorio, dove la distribuzione della droga avviene senza ostacoli di alcun tipo”, ha detto Norona, ricordando quello statunitense “è il principale mercato di consumo di droga del mondo”.

Washington, ha proseguito Norona, “ha una responsabilità centrale su questo tema. Per questo respingiamo qualsiasi possibilità di intervento militare nella nostra patria”. Inoltre, Norona ha definito”«delicatissima» la dichiarazione di situazione di emergenza alla frontiera Usa-Messico. Offrendo sostegno alla presidente Claudia Sheinbaum di fronte alle minacce di Trump, il presidente del Senato ha ribadito: “Siamo una nazione sovrana e indipendente, e non cederemo di un millimetro nella difesa della nostra sovranità e del nostro popolo”.

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