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Tregua a Gaza, primo scambio di prigionieri

Tregua a Gaza, primo scambio di prigionieri

K metro 0 – Gaza – Sono stati rilasciati nella notte i primi 90 detenuti palestinesi che, in base all’accordo tra Israele e Hamas, sarebbero dovuti essere scarcerati in cambio delle prime tre donne ostaggio, Romi Gonen, Emily Damari e Doron Steinbrecher. In una nota, però, Hamas fa notare che tra i detenuti di sicurezza rilasciati

K metro 0 – Gaza – Sono stati rilasciati nella notte i primi 90 detenuti palestinesi che, in base all’accordo tra Israele e Hamas, sarebbero dovuti essere scarcerati in cambio delle prime tre donne ostaggio, Romi Gonen, Emily Damari e Doron Steinbrecher. In una nota, però, Hamas fa notare che tra i detenuti di sicurezza rilasciati manca un prigioniero il cui nome era sull’elenco. Lo riporta il sito di Ynet. Hamas, spiega la nota, sta lavorando con i mediatori e con la Croce Rossa “per fare pressione su Israele affinché rispetti l’elenco concordato dei prigionieri”.

Tra le persone rilasciate, spiega Ynet, ci sono 69 donne, tra cui una minorenne, otto minorenni maschi e 12 uomini condannati per reati relativamente minori come incitamento, identificazione con il terrorismo e condotta disordinata. Tra i prigionieri rilasciati ci sono 78 residenti della Cisgiordania e 12 residenti di Gerusalemme Est. Si prevede che durante la prima fase dell’accordo di cessate il fuoco saranno rilasciati circa 1.900 detenuti palestinesi.

Gli aiuti umanitari si sono messi in moto verso la Striscia di Gaza. Più dii 300 camion sono entrati dal valico di Kerem Shalom, nell’ambito dell’accordo per il cessate il fuoco e lo scambio tra ostaggi israeliani e detenuti palestinesi. Di questi, una ventina di camion trasportavano carburante, il numero più alto da mesi, secondo quanto riferito dall’emittente egiziana “Al Qahera News”. Al valico di Al Auja sono ritornati a fluire i camion dopo più di otto mesi di chiusura. Secondo Tom Fletcher, sottosegretario generale delle Nazioni Unite per gli Affari umanitari, più di 630 camion carichi di aiuti umanitari sono entrati nella Striscia di Gaza, in attuazione dell’accordo di tra Israele e Hamas.

Intanto il ministero dell’Interno della Striscia di Gaza Hamas, si legge in una nota, ha dichiarato che Hamas sta lavorando per riaprire le strade e ripristinare i servizi nelle aree da cui si è ritirato l’esercito israeliano. “Nei prossimi giorni si intensificheranno gli sforzi degli apparati del ministero dell’Interno in tutti i governatorati, e si lavorerà per ripristinare l’ordine e attivare tutti gli aspetti del servizio fornito dalle agenzie del ministero ai cittadini”, si legge ancora nella nota.

La tregua a Gaza comincia produrre qualche effetto anche in altre regioni del Medio Oriente. I ribelli Houthi dello Yemen hanno infatti annunciato che, con la tregua in vigore, limiteranno i loro attacchi nel del Mar Rosso solo alle navi affiliate a Israele. L’annuncio è stato fatto in un’e-mail inviata domenica agli spedizionieri e gli Houthi hanno pianificato anche una dichiarazione militare per oggi, probabilmente in merito a questa decisione. Cessano quindi le “sanzioni”, come ha scritto il gruppo filo iraniano, contro le altre navi che invece dall’ottobre del 2023, dopo gli attacchi di Hamas contro Israele, avevano iniziato a colpire indiscriminatamente. Da allora, sono state colpite un centinaio di navi con missili e droni “in solidarietà con i palestinesi a Gaza”. I ribelli yemeniti hanno sequestrato una nave e ne hanno affondate due, con un totale di 4 marinai morti.

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