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Cambiamento climatico e difesa della natura: sette passi avanti silenziosi

Cambiamento climatico e difesa della natura: sette passi avanti silenziosi

K metro 0 – Bruxelles – Sette progressi, passati quasi inosservati, sono stati compiuti nella lotta contro il cambiamento climatico e per la protezione dell’ambiente naturale. Il 2024 è stato un altro anno difficile per il clima e la natura. Ma nonostante tutto sono stati registrati progressi significativi che un’équipe della BBC ha riassunto come

K metro 0 – Bruxelles – Sette progressi, passati quasi inosservati, sono stati compiuti nella lotta contro il cambiamento climatico e per la protezione dell’ambiente naturale.

Il 2024 è stato un altro anno difficile per il clima e la natura. Ma nonostante tutto sono stati registrati progressi significativi che un’équipe della BBC ha riassunto come alcuni dei passi avanti più importanti per il nostro pianeta rispetto all’anno passato.

A cominciare dalla fine del carbone nel Regno Unito, che ha chiuso la sua ultima centrale elettrica alimentata da questo fossile nel 2024. Una svolta storica, si può ben dire, considerando che la Gran Bretagna è stata la prima nazione al  mondo a produrre energia utilizzando il carbone, divenuto la linfa vitale della rivoluzione industriale.

Il 30 settembre, le turbine della centrale elettrica di Ratcliffe-on-Soar nel Nottinghamshire sono rimaste in silenzio e i suoi camini hanno smesso di emettere fumi. Ora dismessa e in  demolizione da due anni, potrebbe diventare un sito di stoccaggio di batterie. Com’è già avvenuto nel  West Yorkshire, con la chiusura della centrale elettrica di Ferrybridge C, che alimentava 250.000 abitazioni.

Un processo di riconversione che si sta dimostrando promettente ovunque mentre i paesi mirano a decarbonizzare le loro economie.

L’energia verde alternativa

Le rinnovabili stanno crescendo rapidamente in tutto il mondo. Negli Stati Uniti, la produzione di energia eolica ha raggiunto un record ad aprile, superando la produzione a carbone.

L’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA) prevede che entro il 2030 nel mondo verranno prodotti 5.500 GW addizionali di energia rinnovabile, con un aumento di 2,7 volte rispetto al 2022. Anche se un po’ al di sotto dell’obiettivo  del triplo indicato all’ONU, entro la fine di questo decennio, le rinnovabili dovrebbero coprire  quasi la metà del fabbisogno complessivo di energia  elettrica.

La parte del leone la farà la Cina, che entro il 2030 genererà almeno il 50% della capacità addizionale di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili nel mondo.

La “crescita massiccia delle energie rinnovabili” nel mondo, è stata guidata principalmente dall’economia piuttosto che dalle politiche governative, poiché le rinnovabili, in particolare l’energia solare, erano l’opzione più economica quasi ovunque.

I diritti della natura  

Nel 2021, il governo ecuadoriano ha emesso una sentenza storica affermando che l’attività mineraria nella foresta pluviale di Los Cedros violava i diritti della natura. E in un’altra sentenza affermava che l’inquinamento aveva violato i diritti del fiume Machángara che attraversa la capitale, Quito.

Oltre all’Ecuador, nel 2024 un numero crescente  di aree naturali ha ottenuto la personalità giuridica. Come le vette del Parco nazionale Egmont in Nuova Zelanda, riconosciute come montagne ancestrali da proteggere.  

In Brasile, una parte dell’oceano ha ottenuto la personalità giuridica, con la città costiera di Linhares che ha riconosciuto le sue onde come esseri viventi, concedendo loro il diritto all’esistenza, alla rigenerazione e al ripristino. E un  nuovo trattato stipulato dai leader indigeni del Pacifico ha concesso lo status di “persone giuridiche” a balene e delfini.

Il riconoscimento della “personalità giuridica” sta a indicare che la natura e gli esseri viventi non umani dovrebbero essere intesi come soggetti [invece che come oggetti], con un loro valore intrinseco, e con interessi e bisogni propri, sostiene Jacqueline Gallant, che lavora per il programma Earth Rights Research and Action presso la New York University School of Law.

Nuove aree oceaniche protette per le Azzorre

Le Azzorre hanno annunciato la creazione di  una nuova area marina protetta (AMP) nell’Atlantico settentrionale, destinata a diventare la più estesa della regione, coprendo il 30% del mare attorno all’arcipelago portoghese. Metà della superficie di quest’area (di 287.000 kmq) sarà  “completamente protetta”, senza pesca o altre estrazioni di risorse naturali. L’altra metà sarà “altamente protetta”. L’area contiene nove sorgenti idrotermali, 28 specie di mammiferi marini e 560 specie di pesci.

Nel complesso, solo il 2,8% degli oceani del mondo è protetto in modo efficace e solo l’8,3% è conservato, secondo un rapporto della Bloomberg Philanthropies Ocean Initiative.

La deforestazione in Amazzonia

La deforestazione nell’Amazzonia brasiliana è scesa al minimo storico  negli ultimi nove anni, diminuendo di oltre il 30% secondo i dati dell’ INPE l’Istituto  di ricerche spaziali del Brasile

Più 6.000 kmq di foresta pluviale sono stati distrutti: una superficie equivalente  allo Stato americano del Delaware. Sebbene quest’area sia ancora vasta, si tratta della perdita annuale più bassa dal 2015. La deforestazione è diminuita nonostante gli incendi nell’Amazzonia brasiliana siano aumentati di quasi 18 volte nello stesso periodo  di tempo a seguito di una siccità storica.

Questo avviene quasi due anni dopo l’entrata in carica del  presidente Luiz Inacio Lula da Silva, che ha promesso di porre fine alla deforestazione entro il 2030.

La conservazione della biodiversità

Le iniziative in questo campo si sono dimostrate spesso efficaci nel rallentare o invertire la perdita di biodiversità, come è stato confermato in due terzi dei 655 casi esaminati dai ricercatori in tutto il mondo.  Un esempio è quello dell’ Altyn Dala Conservation Initiative, avviata in Kazakistan con partner locali e altre organizzazioni internazionali per salvare dall’estinzione l’antilope saiga nella steppa dorata. Nel 2003 se ne contavano solo 20.000 esemplari. Oggi, quasi tre milioni di antilopi vagano per le praterie del Kazakistan. 

Il ripopolamento di fiumi e cieli della California

Per decenni la tribù indigena degli  Yurok ha cercato di ripopolare la fauna selvatica della California nei suoi territori: uno sforzo culminato, nel 2024, con il ritorno dei salmoni nel fiume Klamath (uno dei più importanti  della costa occidentale del Nordamerica).

Dopo  una pausa di 100 anni, i pesci sono stati avvistati nel bacino del fiume in Oregon, in seguito alla rimozione di una diga storica più a valle nel suo tratto californiano. Lo scorso agosto, l’ultima di quattro dighe è stata rimossa, a seguito delle pressioni degli ambientalisti e delle tribù.

I suoi membri aspettavano che impiegassero mesi per tornare nei tratti superiori del fiume, poiché erano stati decimati dalla cattiva salute delle sue acque causata dalla diga che ne bloccava il flusso naturale. Ma a ottobre i biologi hanno avvistato i pesci negli affluenti dell’Oregon.

Nel frattempo, un programma intensivo per reintrodurre i condor della California ha ottenuto un successo crescente. La tribù ha avviato un progetto per il rilascio di questo  uccello ,simile a un avvoltoio, dal 2008.

Il 4 ottobre di quest’anno, la tribù ha liberato altri due uccelli, portando il numero dei condor della California nel territorio Yurok a 18.

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