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Il Luna Park entra nella lista del patrimonio immateriale dell’UNESCO

Il Luna Park entra nella lista del patrimonio immateriale dell’UNESCO

K metro 0 – New York – “Ma non importa dove abbia vagato/fuori da ogni mappa/ancora mi piacerebbe ritrovare/quel posto perso/dove potrei  salire un’altra volta/su un metrò domenicale per/chissà quale luna park del cuore” (Lawrence Ferlinghetti”, A Coney Island of the mind). Coney Island. New York. Il luna park più famoso del mondo. Luogo fisico e

K metro 0 – New York – “Ma non importa dove abbia vagato/fuori da ogni mappa/ancora mi piacerebbe ritrovare/quel posto perso/dove potrei  salire un’altra volta/su un metrò domenicale per/chissà quale luna park del cuore” (Lawrence Ferlinghetti”, A Coney Island of the mind).

Coney Island. New York. Il luna park più famoso del mondo. Luogo fisico e suggestivo, nella rivisitazione poetica di Ferlinghetti, il parco dei divertimenti lungo la spiaggia di Brooklyn, diventa uno luogo della mente. Trasformazione fantastica di uno spazio reale.

Luogo reale e magico, come il Circo, il Luna park oggi diventa anche un luogo dell’anima. Una cultura, un bene  riconosciuto dall’UNESCO. Attrazioni, giostre d’epoca e moderne, stand gastronomici, giochi e musica, in Francia e in Belgio si tengono tutto l’anno fiere e luna park itineranti. E’ una cultura che risale al Medioevo, tramandata di generazione in generazione. A Parigi, per es., è possibile scoprirla presso il Musée des Arts forains e, naturalmente, nei vari saloni e parchi di divertimento che animano la capitale.  

Finalmente, queste tradizioni, in Belgio e in Francia,  sono entrate a far parte del patrimonio culturale dell’UNESCO. La decisione è stata presa dal  Comitato Intergovernativo per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale riunito ad Asuncion, in Paraguay, per convalidare questa lista.

“Il patrimonio culturale immateriale – si legge sul sito dell’UNESCO – è un fattore importante per preservare la diversità culturale di fronte alla crescente globalizzazione… utile per il dialogo interculturale” perché incoraggia il rispetto degli altri modi di vita.

Ad oggi (dicembre 2024) più di 700 elementi (artigianato, danza, legno, processioni, maschere, pratiche religiose, ecc.) sono stati registrati, divisi in 146 paesi del mondo.

L’effettivo inserimento di un bene nella Lista deve soddisfare vari criteri. Innanzitutto, deve essere un bene immateriale, registrato in un  inventario nazionale. E l’iscrizione alla Lista deve contribuire a dare risalto all’elemento, e a promuovere la diversità culturale nel mondo.

Con l’inclusione di fiere e Luna Park, la cultura a cui attingono  diventa anche una professione e uno stile di vita che l’UNESCO riconosce.

Fabienne, presente alla fiera “Winter Wonders” di Bruxelles (il tradizionale appuntamento con i mercatini di Natale, in programma per 5 settimane dal 29 novembre quando si il grande albero nella Grand Place, al 5 gennaio in una meravigliosa atmosfera nastalizia) dice che questo riconoscimento  migliorerà  ulteriormente l’immagine della professione. “Prima non eravamo visti bene”, spiega a Marie Michiels, della RTBF (l’emittente radiotelevisiva pubblica vallona del Belgio). “La gente faceva confusione, ci considerava apolidi”. Secondo lei, l’immagine dei lavoratori delle fiere sta cambiando in positivo. Grazie anche all’attenzione dei media siamo diventati  un po’ più aperti. Abbiamo potuto spiegare la nostra vita e di conseguenza siamo meno misteriosi”.

Un po’ più in là c’è la giostra dei bambini di Stéphanie, “giostraia da sempre” come tutta la sua famiglia. Anche lei  è felice che la tradizione  delle fiere e dei lunapark e la sua attività siano ora iscritte nella Lista del patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO. “Spero che anche mia figlia continui questo lavoro”. Ma incontrare persone, viaggiare di città in città, per Stéphanie è molto più di un lavoro. “È anche e soprattutto un modo di vita,  una cultura”.

All’inizio del 2021, la cultura vivente di fiere e  luna park è stata riconosciuta prezioso elemento del patrimonio orale e immateriale della Federazione Vallonia-Bruxelles.

Anhce in Italia, già nel 2015, nel suo “Blog sui Parchi Divertimento”, Maurizio Crisanti scriveva che la proposta di inserire il luna park nella Lista del patrimonio immateriale dell’umanità dell’ Unesco,   predisponendo la complessa documentazione da presentare a un’apposita commissione, era una sfida da cogliere.

Il Luna park è “roba da museo?”, si chiedeva. “Non proprio, semplicemente è necessario riconoscerne il valore di manifestazione della cultura popolare, garantendone la tutela”. Allora erano  6 le tradizioni italiane tutelate, tra le quali l’Opera dei Pupi, l’arte del violino di Cremona, le “macchine a spalla” delle processioni, il canto dei tenores sardi, la dieta mediterranea e la vite ad alberello di Pantelleria”.   Analoghe azioni, ricordava, erano state intraprese dalle organizzazioni degli esercenti spettacoli viaggianti europei, e già il Belgio  “ha inserito il luna park nell’elenco delle attività legate alla cultura ed alle tradizioni, meritorie di tutela”. Istanze sono state presentate anche dagli esercenti di Germania e Olanda.

E prima ancora, nel maggio 2011, era stato avviato ufficialmente l’iter per l’iscrizione della Quintana (la storica giostra medievale di Foligno, forte de suoi 401 anni di storia) nella lista rappresentativa dell’ Unesco secondo le procedure previste dalla Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, approvata il 17 ottobre 2003 a Parigi.

Si può anche fare ironia sul fatto che gli esercenti dello spettacolo viaggiante possano diventare una “specie in via d’estinzione”. Ma l’istanza di riconoscimento presentata all’Unesco, scriveva Crisanti nel suo Blog “riguarda il luna park e la sua ‘funzione sociale’, non sempre all’attenzione di tutti. Le giostre, che nell’immaginario di tutti riconducono all’infanzia o a ricordi indelebili di una bella giornata trascorsa con familiari o amici, devono fare i conti con il progresso tecnologico, le tante modalità di offerta per trascorrere il tempo libero e la digitalizzazione del divertimento. Per questo non sono ‘roba da museo’, perché dietro ad un luna park, alle sue attrazioni, ci sono persone, professionisti, famiglie e giovani che si domandano quale sarà il loro futuro. Recuperare l’immagine e sottolineare i valori di questa bella forma di divertimento e spettacolo, può contribuire al futuro di questa attività.

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