K metro 0 – Madrid – Circa 9,3 milioni di pensionati spagnoli vedranno le loro pensioni contributive aumentare del 2,8% a partire dal prossimo 1° gennaio, secondo la formula di rivalutazione prevista dalla riforma approvata nel 2021. Dall’entrata in vigore della Legge 20/2021, frutto di un accordo tra il Governo e le parti sociali, le
K metro 0 – Madrid – Circa 9,3 milioni di pensionati spagnoli vedranno le loro pensioni contributive aumentare del 2,8% a partire dal prossimo 1° gennaio, secondo la formula di rivalutazione prevista dalla riforma approvata nel 2021. Dall’entrata in vigore della Legge 20/2021, frutto di un accordo tra il Governo e le parti sociali, le pensioni sono state difatti aggiornate ogni anno in base all’aumento dei prezzi per garantire il loro potere d’acquisto, in linea con le raccomandazioni del Patto di Toledo. L’incremento previsto è dunque di circa 40 euro in più al mese in media.
Giovedì, l’Istituto nazionale di statistica spagnolo (INE) ha pubblicato il dato anticipato dell’IPC (inflazione mensile) per il mese di novembre, pari al 2,4%, consentendo così di anticipare la rivalutazione delle pensioni contributive nel 2025 in base alla media dei dodici mesi precedenti, in questo caso dal dicembre 2023 al novembre 2024.
Bisognerà però attendere i dati finali dell’IPC di novembre, che saranno pubblicati da INE il 13 dicembre, per confermare l’esatto aumento percentuale. In genere, però, essi tendono a variare di poco, se non di qualche decimo di punto percentuale.
Se la stima del 2,8% sarà confermata, le pensioni aumenteranno di un punto in meno rispetto al 2024, quando l’incremento fu del 3,8%. Una cifra ben lontana dal +8,5% del 2023, che coincise con l’esorbitante aumento dei prezzi in seguito all’invasione russa dell’Ucraina, ma è molto più alta rispetto agli anni precedenti.
Di questi aumenti beneficeranno i quasi 9,3 milioni di persone che percepiscono 10,3 milioni di pensioni contributive, oltre alle 720.148 pensioni corrispondenti al regime pensionistico statale, che saranno anch’esse rivalutate allo stesso tasso.
La misura era destinata a sostituire il meccanismo di rivalutazione legato alla situazione finanziaria del sistema di previdenza sociale approvato dal governo di Mariano Rajoy nel 2013, che stabiliva un aumento minimo dello 0,25% quando era in deficit. Nel 2018, tale meccanismo è stato di fatto abrogato con il ripristino della cosiddetta “paguilla” (salario), calcolata utilizzando la media dei tassi CPI (Indice dei prezzi al consumo) annuali degli ultimi dodici mesi, anziché il CPI di novembre, come da tradizione.
“Aumentare la pensione è giustizia sociale. Per me, giustizia sociale è che il vostro carrello della spesa e la vostra vita possano continuare a essere gli stessi, senza rinunciare a nulla”, ha dichiarato il ministro della Sicurezza sociale, Elma Saiz, in una nota inviata ai media, sottolineando che il governo ‘continuerà a lavorare affinché il sistema, un esempio tra le grandi economie del nostro ambiente, sia sempre più forte, più equo e più sostenibile’.
Le pensioni contributive comprendono anche quelle per vedove e vedovi, per orfani, le pensioni di invalidità permanente e le pensioni a favore dei familiari. Le prime, percepite da oltre 2,3 milioni di persone, subiranno un aumento di 25 euro al mese (350 euro all’anno), passando dall’attuale media di 898,3 euro a un totale di 923,5 euro al mese.
Anche le pensioni per gli orfani aumenteranno dello stesso importo, benché l’importo finale dipenderà dallo stipendio del genitore. Infine, le pensioni a favore dei familiari aumenteranno di 21 euro al mese (294 euro all’anno), rispetto agli attuali 744,90 euro. A novembre, 46.266 persone ricevevano questa prestazione.
Nel mese di novembre, la Previdenza Sociale ha stanziato 25.565 milioni di euro per il pagamento delle pensioni contributive ordinarie – che sono aumentate di quasi il 7% rispetto allo stesso mese del 2023, arrivando a 12.941 milioni – e di quelle straordinarie, che ammontano a 12.624,2 milioni in totale, come ha riferito martedì il ministero dell’Inclusione, della Previdenza Sociale e della Migrazione.
Questo importo supera i 24.000 milioni spesi a novembre del 2023 per questo scopo e ribadisce la tendenza all’aumento. Il monte pensioni ordinario mensile ha superato per la prima volta i 12 miliardi di euro nel luglio 2023 e questo mese ha stabilito un nuovo record, sfiorando i 13 miliardi di euro, a seguito dell’aumento del 3,8% delle pensioni contributive per il 2024.