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Bruxelles, l’ok al piano riduzione deficit della Polonia sulla difesa

Bruxelles, l’ok al piano riduzione deficit della Polonia sulla difesa

K metro 0 – Bruxelles – La Commissione Europea ha approvato martedì la strategia della Polonia per uscire dalla procedura per i disavanzi eccessivi dell’UE, consigliando agli Stati membri di accettare il piano polacco. Il parere CE suo riguarda i piani di bilancio a medio termine presentati da 22 Paesi membri dell’UE. La CE ha

K metro 0 – Bruxelles – La Commissione Europea ha approvato martedì la strategia della Polonia per uscire dalla procedura per i disavanzi eccessivi dell’UE, consigliando agli Stati membri di accettare il piano polacco. Il parere CE suo riguarda i piani di bilancio a medio termine presentati da 22 Paesi membri dell’UE. La CE ha dato una valutazione positiva a 20 di essi.

I Paesi specificano i loro obiettivi fiscali, le riforme prioritarie e gli investimenti. Gli Stati che rientrano nella Pde (Procedura per i disavanzi eccessivi) delineano le loro strategie per uscirne.

Alla fine di luglio, il Consiglio dell’Ue aveva avviato la Procedura per i disavanzi eccessivi nei confronti della Polonia, dopo che il Paese aveva superato il limite di deficit dell’Ue del 3% del prodotto interno lordo. A Varsavia, il deficit per il 2024 ha difatti toccato il 5,7% del Pil. In base alla procedura, il governo è obbligato a ridurre la spesa e a rientrare nella fascia di deficit richiesta.

Il piano è stato approvato nonostante la sua deviazione dalle linee guida standard a causa dell’aumento delle spese per la difesa della Polonia, considerate un impegno fondamentale nell’attuale clima geopolitico. Nel 2025, la Polonia prevede di ridurre il proprio deficit solo dello 0,25% del Pil – la metà del minimo raccomandato dello 0,5%.

Tuttavia, il piano compensa questa partenza lenta con tagli più significativi negli anni successivi, superando l’1% del Pil all’anno tra il 2026 e il 2028. Il governo polacco aveva fatto pressione affinché le spese per la difesa fossero incluse nel calcolo del deficit. Sebbene i trattati dell’UE non consentano di escludere tali spese dal deficit, la Commissione ha riconosciuto l’onere finanziario degli impegni di difesa della Polonia nella valutazione del piano. Inoltre, l’UE ha preso in considerazione il cofinanziamento da parte della Polonia di progetti finanziati da programmi europei e di investimenti nell’ambito del piano di ripresa nazionale.

La strategia della Polonia mira così a portare il deficit al di sotto della soglia del 3% del Pil dell’UE entro il 2028. In caso di successo, uscirebbe dalla procedura per i disavanzi eccessivi entro il 2029. Sebbene l’approvazione della Commissione dia alla Polonia un po’ di respiro, il raggiungimento delle riduzioni significative previste per il periodo 2026-2028 richiederà una gestione fiscale disciplinata. Per ora, la decisione evidenzia un certo grado di flessibilità da parte di Bruxelles, che riflette il riconoscimento da parte del blocco delle priorità strategiche di spesa della Polonia.

La spesa record per la difesa della Polonia, pari a 118 miliardi di zloty (circa 28 miliardi di dollari) per il 2024, la rende al momento leader della Nato in termini di spesa per la difesa in percentuale del Pil (oltre il 4%).

Cifra che comprende i finanziamenti per l’acquisto di grandi attrezzature come carri armati, artiglieria e sistemi missilistici, molti dei quali saranno forniti da partner internazionali come la Corea del Sud e gli Stati Uniti. Il governo prevede inoltre di espandere le forze armate fino a 300.000 effettivi, segnalando l’ambizione di costruire una delle infrastrutture militari più solide d’Europa.

Nonostante questi sforzi, l’aumento della spesa ha suscitato un acceso dibattito in patria. I critici si chiedono se l’investimento militare senza precedenti possa ridurre i fondi per altri settori importanti o aumentare ancor più il debito nazionale della Polonia. I favorevoli, tuttavia, affermano che il rafforzamento delle capacità di difesa è essenziale per la sovranità della Polonia e per il suo ruolo di membro chiave della Nato, nel contesto della guerra in corso in Ucraina e di tensioni geopolitiche più ampie.

di Sandro Doria

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