K metro 0 – Roma – Roma torna a essere la capitale del dialogo nel Mediterraneo allargato, lo spazio geopolitico vitale per l’Italia sconvolto ormai più di un anno dalla guerra, con la decima edizione dei Med Dialogues, il forum internazionale organizzato dal ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale (Maeci) e dall’Istituto per
K metro 0 – Roma – Roma torna a essere la capitale del dialogo nel Mediterraneo allargato, lo spazio geopolitico vitale per l’Italia sconvolto ormai più di un anno dalla guerra, con la decima edizione dei Med Dialogues, il forum internazionale organizzato dal ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale (Maeci) e dall’Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi).
La decima edizione, si è aperta oggi e si protrarrà fino al 27 novembre nella cornice del Rome Cavalieri Waldorf Astoria: quest’anno il focus centrale è il dialogo per la pace, in risposta ai conflitti in corso a Gaza e in Libano. Proprio in queste ore, peraltro, si rincorrono indiscrezioni sull’accordo imminente per raggiungere una tregua tra Israele e Hezbollah. “Il nostro ruolo è sempre quello di sostenere il dialogo e il confronto, l’abbiamo detto a Israele, l’abbiamo detto e ripetuto al Libano”, ha detto oggi il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Antonio Tajani.
La guerra di Israele a Gaza e in Libano è il tema che ha accomunato gli interventi dei capi della diplomazia giordana, emiratina ed egiziana. La Striscia di Gaza oggi “è un cimitero per bambini, un cimitero per valori umani, un cimitero per il diritto internazionale”, ha detto il ministro degli esteri giordano Ayman Safadi. Gli fa eco la ministra degli Esteri degli Emirati Arabi Uniti, Reem Ebrahim Al Hashimy, che ha ribadito che “cessate il fuoco e aiuti umanitari sono priorità assolute”.
Per l’omologo egiziano, Badr Abdelatty, “sono necessarie misure coraggiose” e sottolinea: “Nonostante oltre un anno di ripetuti appelli alla comunità internazionale affinché intervenga e fermi questi attacchi e aggressioni, che stanno minacciando la sicurezza della regione e l’ordine dell’esercito, la macchina israeliana continua i suoi tragici attacchi su vite innocenti, la maggior parte delle quali donne e bambini”.
Dal canto suo, il ministro degli Esteri del Libano, Abdallah Bou Habib, ha dedicato attenzione particolare alla missione UNIFIL, ampiamente partecipata da soldati italiani il cui contingente ha recentemente riportato alcuni feriti per mano israeliana: “Il Libano condanna fermamente qualsiasi attacco all’UNIFIL e chiede a tutte le parti di rispettare la sicurezza e la protezione delle sue truppe”. Subito dopo la plenaria iniziale, si è tenuto un dialogo con Riyad Malki, inviato speciale del presidente della Palestina Abu Mazen, che ha accusato senza mezzi termini il premier israeliano Benjamin Netanyahum, come: “unico ostacolo al raggiungimento di un cessate il fuoco”, per il quale esorta l’Italia ad applicare il mandato d’arresto emesso dalla Corte penale internazionale. Chiosa finale sulla costituenda amministrazione Trump: “Speriamo che sia diversa dalla precedente per quanto riguarda questa particolare questione”.