K metro 0 – Washington – Che cosa dissero i leader arabi al Segretario di Stato americano, Anthony Blinken? Lo ha rivelato Bob Woodward, il giornalista investigativo divenuto famoso in tutto il mondo per i suoi reportage sullo scandalo Watergate scritti assieme al collega Carl Bernstein per il “Washington Post”. Questa volta la rivelazione è
K metro 0 – Washington – Che cosa dissero i leader arabi al Segretario di Stato americano, Anthony Blinken? Lo ha rivelato Bob Woodward, il giornalista investigativo divenuto famoso in tutto il mondo per i suoi reportage sullo scandalo Watergate scritti assieme al collega Carl Bernstein per il “Washington Post”. Questa volta la rivelazione è sui dettagli degli incontri tra Blinken e i governanti arabi che Woodward riporta nel suo nuovo libro “War” (edito da Simon & Shuster, New York, 2024) appena tradotto da Solferino Libri, di Milano.
Woodward scrive che dopo il 7 ottobre, vari governanti arabi chiesero agli Stati Uniti di distruggere Hamas, oggi considerata un’organizzazione terroristica da Bahrain, Egitto, Russia, Arabia Saudita, Emirati Arabi, Tagikistan, Uzbekistan, Usa e UE, oltreché da Israele.
Quando Blinken incontrò Abdullah II di Giordania ad Amman il 13 ottobre 2023, il re gli confessò: “Avevamo detto a Israele di non farlo. Gli avevamo detto di non avvicinarsi ad Hamas. Hamas è la Fratellanza Musulmana (…) dev’essere sconfitta” disse re Abdullah a Blinken. “Non lo diremo” chiarì, “ma appoggiamo la sconfitta di Hamas e Israele dovrebbe sconfiggere Hamas”, si legge alle pagine 253 e 254.
Woodward rivela inoltre che quando Blinken visitò gli Emirati Arabi Uniti il 14 ottobre 2023 e incontrò Mohammed bin Zayed, anche l’emiro gli disse: “Hamas deve essere eliminata”. Israele, continua Woodward “stava dando supporto finanziario ad Hamas, in segreto, aggiunse MBZ”, chiarendo che “avevamo avvertito Israele di non farlo…. Possiamo lasciare spazio a Israele perché distrugga Hamas, ma anche Israele deve lasciare spazio a noi, permettere l’ingresso degli aiuti umanitari, istituire zone di sicurezza per accertarsi di non uccidere i civili. Tenere a freno la violenza dei coloni in Cisgiordania”. Implicita in quella richiesta, precisa Woodward, “era l’intesa che una pausa avrebbe placato i cittadini degli EUA, furibondi per le immagini di distruzione provenienti da Gaza”, si legge nelle pagine 257-258.
Stesso discorso con l’Arabia Saudita. Durante il suo incontro del 14 ottobre 2023 con il ministro degli Esteri saudita, il principe Faisal bin Farhan Al-Saud, questi gli disse: “Israele non avrebbe dovuto fidarsi di Hamas”. Blinken allora “si rese conto che tutti i leader arabi avevano avuto a che fare con qualche versione di Hamas che creava problemi nel loro Paese.” Il ministro degli Esteri saudita disse ancora a Blinken: “Siamo preoccupati dell’impatto che le operazioni di Israele avranno sulla nostra sicurezza. Quello che verrà dopo Hamas potrebbe essere peggio”. E ancora: “Non abbiamo intenzione di pagare per ripulire il casino combinato da Bibi. Se Israele distrugge tutto, noi non pagheremo per ricostruirlo”.
Il giorno dopo, Blinken incontrò il principe ereditario saudita, Mohammed bin Salman, che gli avrebbe confessato: “Voglio che i problemi causati dal 7 ottobre spariscano”. L’Arabia Saudita e Israele, ricorda Woodward, “cercavano la normalizzazione dei rapporti fin dagli attacchi di Hamas. Faceva parte dell’ambizioso piano del principe saudita denominato ‘Saudi Vision 2030’ – si legge alle pagine 257-259 – e vorrei tanto tornare a quel progetto”, disse Bin Salman, “ma a Gaza dev’esserci la calma”.
Se noi arriviamo a un accordo con Israele “riguardo alla cooperazione sulla difesa e l’energia nucleare per scopi civili”, chiese Blinken a Bin Salman, di che cosa ha bisogno da parte di Israele per siglare la normalizzazione?”. Di due cose, rispose Bin Salman. “Ho bisogno che a Gaza la situazione si calmi e che la politica spiani la strada per i palestinesi”.
Prima di tornare in Israele, Blinken fece tappa al Cairo, per incontrare il presidente egiziano Al-Sisi, che buttò fuori lo staff di Blinken, per rimanere solo con lui. Al Segretario di Stato americano, Al-Sisi confidò che voleva solo “mantenere la pace con Israele”.
Il capo dell’intelligence egiziana, Abbas Kamel, fornì poi alla delegazione Usa informazioni importanti sulla profondità e l’estensione dei tunnel di Hamas sotto Gaza, con l’avvertenza che Hamas è radicata a Gaza e eliminarla sarà molto difficile. “Israele non dovrebbe pretendere di fare tutto subito. Dovrebbe mettersi comodo, aspettare che mettano fuori la testa e poi decapitarli”, disse Kamel come si legge alle pagine 259-260.
Woodward rivela anche che il senatore repubblicano, Lindsey Graham, “aveva programmato un tranquillo negoziato tra Netanyahu e un ambasciatore saudita che doveva svolgersi a Tel Aviv nel novembre 2023 e che avrebbe segnato una svolta storica”, si legge ancora alla pagina 313 del libro “War”.
Riguardo alle sue fonti, Woodward scrive: “Tutte le interviste raccolte per questo libro sono state condotte secondo la regola giornalistica del ‘segreto della fonte’. Ciò significa che avevo il permesso di utilizzare tutte le informazioni in mio possesso, purché avessi mantenuto la riservatezza sulla loro provenienza… Il presidente Biden e Trump hanno rifiutato di essere intervistati per questo libro”, è scritto a pagina 423.
Woodward divenne un reporter affermato negli anni ’70 in seguito al suo lavoro con l’intelligence navale statunitense. A quel tempo, centinaia di reporter statunitensi lavoravano a stretto contatto con la CIA e molti erano impiegati dall’agenzia. La scoperta dello scandalo Watergate che costò la presidenza a Nixon è del 1972.