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India, veleno nel fiume sacro Yamuna

India, veleno nel fiume sacro Yamuna

K metro 0 – Nuova Delhi – Puntuali come ogni anno le schiume tossiche sono tornate a ricoprire la superficie del sacro fiume Yamuna, il più grande affluente del Gange. Uno strato spesso ed impenetrabile che accompagna  le acque di questo fiume, che nasce dalle maestose vette dell’Himalaya e scorre quasi incorrotto per 1400 chilometri

K metro 0 – Nuova Delhi – Puntuali come ogni anno le schiume tossiche sono tornate a ricoprire la superficie del sacro fiume Yamuna, il più grande affluente del Gange. Uno strato spesso ed impenetrabile che accompagna  le acque di questo fiume, che nasce dalle maestose vette dell’Himalaya e scorre quasi incorrotto per 1400 chilometri prima di raggiungere il Gange nella città di Allahabad. Serve decine di milioni di persone, per i loro usi e consumi.

Dalle irrigazioni, ai commerci fluviali, all’utilizzo domestico. Per loro, da sempre, è la vita. Tuttora fornisce il 70 per cento della risorsa idrica quotidianamente utilizzata a Nuova Delhi.  Fiume vitale e sacro. Uno dei più venerati di tutta l’India. Sin dal nome, Yamuna che per la mitologia indù rappresenta la figlia di Surya il dio del sole e sorella di Yama, divinità della morte.  Entrambe vengono celebrate durante la festa del Chhath Puja che si svolge a novembre, allorquando i fedeli organizzano lungo le sponde del fiume riti e cerimonie, alcune delle quali prevedono immersioni anche per quattro giorni consecutivi ed offerte votive alle acque.

E proprio alla vigilia del Chhath Puja, Yamuna è tornato ad “espellere” pubblicamente le tonnellate di veleno che ogni giorno vengono riversate nel suo letto. Agenti chimici che sommati a pesticidi e metalli uccidono la vita del fiume e producono la ripugnante spuma. Ammoniaca e fosfati favoriscono la formazione della schiuma, specie in prossimità della diga di Okhla. Violente irritazioni cutanee e problemi respiratori tra le conseguenze più frequenti e diffuse. Quest’anno il problema si è aggravato per la mancanza di inondazioni durante i monsoni. Sono anni che funziona così.

I primi preoccupati allarmi alla fine degli anni 80 e poi ancora con maggior vigore nel corso degli anni ’90. Al punto da adottare nel 1993 lo Yamuna Action Plan- YAP- in collaborazione con una banca giapponese. Il piano prevedeva lo stanziamento di 18 miliardi di dollari suddiviso in tre fasi. La prima, che si è chiusa nel 2003, aveva come obiettivo le acque reflue domestiche e la realizzazione di sei chilometri di nuovi impianti fognari. La seconda fase riguarda soprattutto Delhi con il miglioramento delle condizioni igienico- sanitarie  della popolazione e l’incremento della capacità di depurazione. Nonostante le risorse impegnate, nel 2017 il fiume veniva dichiarato ecologicamente morto. E’ stato accertato che l’unica forma di vita compatibile  con lo stato delle  sue acque sono alcuni batteri.

Con una percentuale di ossigeno pari a zero, la vita animale e\o vegetale è praticamente impossibile. Le condizioni di salute del fiume, non hanno fatto altro che peggiorare negli ultimi anni benchè siano state introdotte alcune leggi a tutela dell’ambiente. Anche le proteste delle popolazioni  residenti nelle città bagnate dal fiume avvelenato  hanno sortito scarsi effetti.

Il maggior livello di inquinamento si registra ovviamente a Nuova Delhi che vi riversa quasi il 60 per cento delle acque di scarico, ma non solo. La sua sacralità non lo preserva dall’uso incivile dei cittadini: è infatti abitudine diffusa usarlo come discarica per ogni sorta di rifiuto, nocivo ed ingombrante. Il che aggrava non poco le condizioni di salute del sacro fiume.

Le immagini riprese da un drone e rilanciate in tutto il mondo sono a dir poco spaventose. Una densa massa bianca e tossica ricopre interamente i 22 chilometri di fiume che si snodano tra Wazira Bad e Okhla. Una compatta lastra biancastra galleggia sul fiume pronto a ricevere le immersioni dei fedeli, che mettono a repentaglio la loro vita durante la pratica religiosa. L’aria irrespirabile, la vista offuscata e il fiume bianco immobile, sospeso in mezzo alla schiuma: immagini surreali, apocalittiche. E tra qualche giorno in quelle acque si celebreranno il dio del sole e il dio della morte.

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Rossana Livolsi
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