K metro 0 – Adnkronos – Roma – “Siamo 20mila”. Così gli organizzatori del corteo di Roma per chiedere il cessate il fuoco a Gaza, in Medio Oriente, in Ucraina e in tutti i conflitti in corso nel mondo. Ad aprire la manifestazione lo striscione “Fermiamo le guerre, il tempo della pace è ora”. La mobilitazione nazionale,
K metro 0 – Adnkronos – Roma – “Siamo 20mila”. Così gli organizzatori del corteo di Roma per chiedere il cessate il fuoco a Gaza, in Medio Oriente, in Ucraina e in tutti i conflitti in corso nel mondo. Ad aprire la manifestazione lo striscione “Fermiamo le guerre, il tempo della pace è ora”. La mobilitazione nazionale, che si è svolta contemporaneamente in sette città italiane, è stata promossa da Europe for Peace, Rete italiana Pace e Disarmo, Fondazione PerugiAssisi per la cultura della pace, AssisiPaceGiusta, Sbilanciamoci e sostenuta da oltre 350 organizzazioni della società civile. In piazza presenti tra gli altri il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli di Avs, per il Pd Nicola Zingaretti.
“In un contesto internazionale sempre più militarizzato e segnato da guerre, sofferenze e scelte politiche senza investimenti reali in diplomazia, è essenziale dire insieme: ‘Basta con l’impunità. Basta con la complicità. Basta con l’inazione”’, dicono gli organizzatori. Nel corteo due lunghissime bandiere, una della pace e una della Palestina. Tra gli slogan sugli striscioni “Libano, Ucraina, Palestina, Nato Assassina firmato da Fc Fgc (Fronte della gioventù comunista), e “Siamo ebrei e palestinesi, siamo russi e ucraini, l’umanità non ha confini” a firma di ‘Corrente umanista socialista’. Sul camion che apriva il corteo “stop massacro”.
La scritta “Guerrafondai” è apparsa su alcuni stendardi esposti dal Fronte comunista sotto i volti della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, del ministro della Difesa Guido Crosetto, della segretaria del Pd Elly Schlein, e di Angelo Bonelli. Vicino alle foto impronte delle mani rosse insanguinate.
Corteo a Milano
Si sono viste bandiere della pace, dell’Anpi e della Cgil: quelle di rifondazione Comunista, del Libano e della Palestina, anche del Kurdistan. Il proposito inclusivo del corteo pacifista di Milano, 4mila persone in marcia dall’Arco della Pace a piazza della Scala, è stato chiaro fin dallo striscione esposto sotto la pioggia prima della partenza: “Siamo tutti ebrei e palestinesi, russi e ucraini: l’umanità non ha confini”. Una marea di colori arcobaleno, persino qualche ombrello, a rimarcare l’obiettivo di quel centinaio di sigle – dall’associazionismo cattolico alla sinistra – sceso in piazza per ribadire: “Il tempo della pace è ora”.
Tra una canzone dei Modena city Ramblers e dei Sud Sound System, i toni non si alzano mai: c’è qualcuno che urla “Palestina Libera”, qualcun altro – bandiera di Rifondazione in mano – che intona lo slogan: “Fuori l’Italia dalla Nato”. Ma sono, dice una manifestante sorridendo, i tradizionali mantra di una certa sinistra radicale: “Si immagini – racconta la donna – qualcuno canta ancora ‘Öcalan libero”. Si tratta dei curdi presenti alla manifestazione che, arrivati a piazza della Scala, accenderanno anche dei fumogeni al grido: “Assassino Erdogan”.
C’è un gruppo, ‘Voci ebraiche per la pace’, che chiede il cessate il fuoco. Ma di bandiere israeliane, però, neanche una: “Il tono di un certo tipo di manifestazioni (non certo di questa) dove sono state viste bandiere palestinesi, non era certo invitante per chi voleva la bandiera di Israele”, sottolinea l’esponente del Pd Emanuele Fiano che indica uno striscione ‘Stop al genocidio’: “Può immaginare – dice – quanto io non sia d’accordo con scritte del genere: la morte di migliaia di persone a Gaza è una tragedia ma non è un genocidio: non si tratta di un progetto di eliminazione di un popolo come fu ad esempio il progetto di eliminazione degli ebrei da parte dei nazisti”.
Ma non sarebbe bello vedere quella bandiera? “Bisogna fare uno sforzo”, continua Fiano che puntualizza: “Ci sono al corteo del 25 aprile: purtroppo lo striscione che portavamo noi – con scritto ‘Due popoli, due Stati’ – è stato assalito a colpi di coltello”.
L’obiettivo di questo corteo, spiega il sindacalista della Cgil Mario Principe, è l’opposto, “smetterla con il tifo da stadio e farla finita con le armi”. Con una piccola suggestione: “Sarebbe bello vedere manifestare insieme israeliani e palestinesi”. Il clima è plurale, oltre che colorato: gli slogan proprio in prossimità della piazza si concentrano sull’importanza della ‘non violenza’. La pioggia non ha fermato chi si batte contro ogni guerra. “Sono molto orgoglioso che il Pd Milano sia qui – dice Alessandro Capelli, segretario del partito Democratico Milano Metropolitana – questo è il posto dove dovevamo essere. È una piazza bella, plurale e partecipata”.
Corteo a Firenze
“Fermiamo le guerre, il tempo della pace è ora” anche a Firenze, dove in 10mila hanno sfilato oggi pomeriggio per le vie del centro chiedendo lo stop dei conflitti in Ucraina e Medio Oriente. Partito da piazza Santa Maria Novella, il corteo, aperto dalla sindaca Sara Funaro, con accanto padre Bernardo Gianni, abate dell’abbazia di San Miniato al Monte, e al quale ha preso parte l’ex presidente dell’Ucoi Izzedin Elzir, ha percorso i lungarni su tutte due le sponde, attraversando i ponti, proprio a segnare l’idea dei “ponti di pace”, come hanno sottolineato gli organizzatori della manifestazione. Tante le bandiere arcobaleno della pace, numerose quelle della Palestina e anche del Libano, oltre che della Cgil, tra le sigle che hanno promosso il corteo. Presenti anche gonfaloni di diversi comuni della Toscana e dell’Anpi.
“Firenze è sempre stata la città della pace e continuerà ad esserlo – ha dichiarato Funaro – Noi dobbiamo fare di tutto per lanciare messaggi di pace, Firenze ha sempre avuto questa vocazione e deve continuare ad averla ancora oggi, e i sindaci, le associazioni e le organizzazioni possono tenere alta l’attenzione”. La manifestazione, nel corso della quale non ci sono stati momenti di tensione, si è conclusa in piazza Santa Croce.