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Elezioni Usa: “I seggi elettorali trasformati in fortezze”

Elezioni Usa: “I seggi elettorali trasformati in fortezze”

K metro 0 – Washington – Le elezioni del 5 novembre negli Stati Uniti si avvicinano sempre più e saranno tra meno di due settimane. Nel documentario “Between Trump and Harris – Road trip through a lacered America” (tra Trump e Harris – in viaggio attraverso un’America lacerata), il corrispondente della ZDF negli Stati Uniti

K metro 0 – Washington – Le elezioni del 5 novembre negli Stati Uniti si avvicinano sempre più e saranno tra meno di due settimane. Nel documentario “Between Trump and Harris – Road trip through a lacered America” (tra Trump e Harris – in viaggio attraverso un’America lacerata), il corrispondente della ZDF negli Stati Uniti Elmar Theveßen traccia rapidamente un percorso in un Paese palesemente incerto e diviso.

L’autore ha trascorso infatti, molto tempo in giro negli Usa con un camper, percorrendo oltre 9.000 chilometri attraverso 18 Stati americani. Quello che ha descritto sono i contorni di un Paese del tutto diviso tra un campo repubblicano e uno democratico, una lotta politico-culturale che permea tutti gli ambiti della vita.

Queste le sue conclusioni dopo il lungo viaggio: “Entrambe le parti sono fermamente convinte che il futuro del Paese sarà deciso. E ognuna delle due crede che se l’altra vince, in un certo senso, la rovina è imminente”. Non solo. “La disponibilità alla violenza è aumentata in modo significativo”.

Un uomo in Arizona ha persino giustificato la disponibilità di prendere le armi, se necessario (cosa peraltro già prevista dalla stessa Costituzione), facendo riferimento al mito di fondazione del Paese, la fuga degli Stati Uniti dalla corona britannica nella Guerra d’Indipendenza. D’altra parte, si teme che Trump possa agire contro i dissidenti politici in caso di vittoria, anche con l’aiuto dell’esercito statunitense.

Sia i seggi elettorali sia le stazioni di spoglio sono stati così “trasformati in piccole fortezze”. In termini concreti: Ci sono recinzioni intorno, vetri blindati, guardie armate, pulsanti antipanico. Per Theveßen, la barriera già eretta intorno alla Casa Bianca, che, almeno secondo i resoconti ufficiali, è stata innalzata per il passaggio di consegne a gennaio, è già “un’immagine simbolica” dello stato della democrazia statunitense. Secondo lui, “la barriera serve proprio a tenere fuori la gente, la notte delle elezioni e nei giorni successivi”.

Quali, invece, le prospettive e aspettative europee sulle elezioni americane? In Ucraina la guerra infuria da due anni e mezzo. A Kiev si guarda quindi con grande preoccupazione al risultato delle elezioni americane, ha dichiarato Katrin Eigendorf, corrispondente internazionale speciale della stessa testata tedesca. Si tratta di “un segnale per il futuro del Paese. Nessuno può sapere come si comporterebbe Trump, perché è semplicemente troppo imprevedibile”.

Tuttavia, un altro mandato di Trump avrebbe un effetto incoraggiante per la Russia, ha proseguito Eigendorf, la sua elezione sarebbe difatti intesa a Mosca come “che questa guerra potrebbe dover essere portata avanti”. Per quanto riguarda le speranze di Kiev, l’autore ha affermato che “gli ucraini vogliono di sicuro un presidente Harris perché presumono che Harris continuerà la politica dei democratici, che l’America starà dalla parte degli ucraini”.

Lo stesso Trump è imprevedibile anche per il Presidente russo Vladimir Putin: “È troppo miope credere che al Cremlino si stappino i tappi di champagne se Donald Trump vince le elezioni”.

The Donald presidente significherebbe anche la fine del partenariato transatlantico tra Stati Uniti ed Europa? Ulf Röller, responsabile dello studio ZDF di Bruxelles, è convinto che anche se Kamala Harris dovesse vincere, ciò significherebbe “che gli europei devono fare di più per la propria sicurezza”.

di Sandro Doria con Redazione

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