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Borrell, relazioni commerciali dell’UE con Israele a rischio per le violazioni

Borrell, relazioni commerciali dell’UE con Israele a rischio per le violazioni

K metro 0 – Strasburgo – In un recente intervento al Parlamento europeo sull’”Escalation della violenza in Medio Oriente e la situazione in Libano”, Josep Borrell, Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza dal 2019, ha avvertito che le relazioni commerciali del blocco europeo con Israele potrebbero essere a rischio

K metro 0 – Strasburgo – In un recente intervento al Parlamento europeo sull’”Escalation della violenza in Medio Oriente e la situazione in Libano”, Josep Borrell, Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza dal 2019, ha avvertito che le relazioni commerciali del blocco europeo con Israele potrebbero essere a rischio a causa delle continue violazioni del diritto umanitario internazionale da parte di Tel Aviv a Gaza e in Libano.

Il diplomatico uscente dell’UE, che ha criticato apertamente Israele, ha fatto un ultimo sforzo affinché l’Unione Europea affrontasse i crimini di guerra commessi da Israele nell’ultimo anno. Ha anche affermato che gli aiuti umanitari arrivati a Gaza hanno raggiunto il livello più basso dall’inizio della guerra.

I critici di Israele sottolineano dunque che l’accordo prevede che le relazioni tra le parti si basino non solo sui principi della democrazia ma anche sul rispetto dei diritti umani. Spagna e l’Irlanda avevano in effetti già suggerito mesi fa di esaminare un accordo di partenariato tra l’UE e Israele che riguardava l’industria, l’energia, i trasporti e il turismo. L’Unione Europea sperava di discutere la situazione nella Striscia di Gaza e le accuse contro Israele nell’ambito del Consiglio di associazione dell’accordo. Tuttavia, per diversi mesi non è stato raggiunto un accordo con il governo israeliano per organizzare tale incontro. Durante la riunione di lunedì, i ministri degli Esteri dell’UE hanno faticato a trovare un punto comune su una risposta che impedisse che i combattimenti degenerassero in una guerra regionale su larga scala in Medio Oriente tra Israele, Iran, Hezbollah e Hamas. La Commissione europea potrebbe pertanto proporre di sospendere l’accordo se Israele non aderisse più ai suoi principi fondamentali.

Il ministro degli Esteri lussemburghese Xavier Bettel ha detto senza mezzi termini che “quasi nessuno” ascolta più l’UE. Le critiche internazionali agli attacchi di Israele contro l’enclave palestinese si intensificano sempre più dopo la morte di oltre 42.000 persone a Gaza e l’inasprimento dei combattimenti in Libano.

 “È evidente che dovremmo essere contrari agli attacchi israeliani contro l’UNIFIL, soprattutto perché lì ci sono i nostri soldati” ha detto Borrell. Il quale ha fatto riferimento a una dichiarazione congiunta dell’UE sui recenti attacchi di Israele alla missione di pace delle Nazioni Unite nel Libano meridionale, rilasciata alla vigilia dell’incontro. Tuttavia, il processo si è trascinato a causa di un blocco da parte della Repubblica Ceca, uno Stato membro dell’UE con legami stretti con Israele.

Lunedì 14 ottobre i diplomatici dell’UE hanno persino ipotizzato che il governo di Praga abbia coordinato le sue azioni con il governo israeliano. Con Israele che spara contro le postazioni dei soldati di pace delle Nazioni Unite in Libano, un maggior numero di Paesi dell’UE deve schierarsi “dalla parte di ciò che è giusto, corretto e morale”, ha dichiarato senza mezzi termini il ministro degli Esteri irlandese Micheál Martin.

Dei primi 10 Paesi che contribuiscono con soldati alla missione di pace UNIFIL, quattro sono membri dell’UE: Italia, Spagna, Francia e Irlanda. Anche i Paesi dell’UE sono “fortemente divisi” sulle forniture di armi a Israele, ha aggiunto Borrell, dopo che Spagna e Francia hanno chiesto un embargo, mentre altri Paesi dell’UE vogliono fornire più armi.

Il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez ha invitato i membri dell’Unione Europea a rispondere alla richiesta di Madrid e dell’Irlanda di sospendere l’accordo di libero scambio del blocco con Israele per le sue violazioni del diritto internazionale nella Striscia di Gaza e in Libano. Il ministro degli Esteri francese Jean-Noël Barrot ha affermato che non ha senso fornire armi a Israele mentre si chiede un cessate il fuoco a Gaza e in Libano. “È una questione di coerenza”, ha dichiarato.

Intanto, al Consiglio Affari esteri, a Bruxelles, il ministro degli Esteri ucraino, Andrii Sybiha, ha fatto il punto sulla situazione sul campo di battaglia, commentando alcuni elementi del Piano di Vittoria che il Presidente Zelensky presenterà al prossimo Consiglio europeo.

“C’è una logica strategica nel rafforzare l’Ucraina, politicamente e militarmente, per costringere Putin ad andare ai negoziati, anche se devo confessare che sembra una prospettiva molto lontana – ha esordito -. Abbiamo parlato di formula di pace e di sostegno militare, perché riteniamo che la pace non possa essere confusa con la capitolazione. Nel corso di quest’anno, abbiamo assistito a un forte aumento delle vittime civili ucraine, nonché agli attacchi russi contro le infrastrutture energetiche e portuali e contro le navi per l’esportazione di cereali. Proprio oggi, diverse navi civili straniere sono state colpite da missili balistici lanciati dalla Russia. Quindi, il problema delle esportazioni di grano sta tornando. La Russia sta attaccando le navi che finora navigavano liberamente attraverso i corridoi stabiliti da Odesa verso la fine del Mar Nero. Purtroppo sembra che, ancora una volta, l’esportazione di cereali sia in pericolo a causa della minaccia militare della Russia.  Abbiamo anche ascoltato l’inviato dell’UE per le sanzioni David O’Sullivan sugli ultimi sforzi contro l’elusione delle sanzioni. L’elusione delle sanzioni fa funzionare la macchina da guerra della Russia”.

di Sandro Doria

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