K metro 0 – Port-au-Prince – Human Rights Watch in un rapporto pubblicato oggi, riferisce che le bande armate di Haiti stanno reclutando sempre più bambini, mentre le condizioni di quasi carestia del Paese spingono i ragazzi a imbracciare le armi creando un generale clima di violenza e sopraffazione. L’organizzazione Human Rights Watch, ha intervistato
K metro 0 – Port-au-Prince – Human Rights Watch in un rapporto pubblicato oggi, riferisce che le bande armate di Haiti stanno reclutando sempre più bambini, mentre le condizioni di quasi carestia del Paese spingono i ragazzi a imbracciare le armi creando un generale clima di violenza e sopraffazione.
L’organizzazione Human Rights Watch, ha intervistato alcuni bambini che hanno spiegato di essere stati costretti a unirsi a una banda perché affamati e che spesso l’unico modo per trovare cibo, riparo e denaro è attraverso le bande. I ragazzi vengono usati come informatori, addestrati all’uso delle armi e inviati in scontri con la polizia. Mentre le ragazze sono costrette a lavorare come cuoche e addette alle pulizie. Le bande spesso le abbandonano quando rimangono incinte.
Lo scorso 3 ottobre, una gang ha attaccato la popolazione inerme di Pont Sondé, una cittadina rurale di Haiti nella regione di Artibonite. L’aggressione – ha riferito Ap – ha causato 70 morti, tra cui tre bambini e dieci donne, e circa 6.200 sfollati. La notte precedente all’attacco, decine di appartenenti alla gang Gran Grift hanno raggiunto Pont Sondé tramite canoe, mezzo scelto proprio per fare poco rumore. Gli abitanti della cittadina si sono svegliati tra gli spari, trovando gli aggressori armati di fucili d’assalto e coltelli. Uccisioni indiscriminate e incendi ad abitazioni e veicoli hanno costretto i civili a scappare. La maggior parte delle persone in fuga si è diretta verso le case di parenti e amici nelle vicinanze, ma la gente senza riparo si è riversata all’interno di una chiesa e di una scuola, organizzata come rifugio momentaneo.
I media internazionali riferiscono che la furia omicida della banda criminale è dovuta al fatto che un gruppo di autodifesa avrebbe provato a limitare l’attività della gang nella cittadina, nello specifico opponendosi a un pedaggio messo in piedi su una strada vicina. La brutale ritorsione della Gran Grift si è riversata su qualsiasi tipo di civile, compresi anziani, donne e bambini.
La gang, il cui nome significa “Grande Artiglio”, è una della ventina di bande criminali che opera nella regione di Artibonite, zona dove si produce gran parte del riso e delle altre colture di Haiti. Questa regione, fino a poco più di un decennio fa, era un’area tranquilla. Il gruppo dei Grand Grift è nato quando l’ex presidente Prophane Victor ha incominciato ad armare minorenni per assicurarsi il controllo della zona ai fini di esser rieletto. Questa banda è una delle più attive nel reclutamento di bambini e in passato ha compiuto più volte rapimenti di massa. Il leader, Luckson Elan, è stato sanzionato sia dagli Stati Uniti che dal Consiglio di sicurezza dell’ONU.
Haiti, già vittima di un disastroso terremoto nel 2010, è uno stato povero, instabile e dominato dalle bande criminali, che negli anni hanno collaborato con i politici locali per ottenere armi e mano libera per agire. La situazione è precipitata nel marzo di quest’anno, quando le gang hanno deciso per la prima volta di coalizzarsi contro il governo, riuscendo a far dimettere il primo ministro Ariel Henry.
Vista la situazione del paese caraibico, a giugno l’ONU ha deciso di inviare una missione di polizia multinazionale capitanata dal Kenya. Gli effetti di questo intervento, prorogato poco più di una settimana fino a ottobre 2025, si stanno mostrando tuttavia effimeri e limitati alla capitale Port-au-Prince.
Infine, secondo Human Rights Watch man mano che le bande crescono al potere, reclutano sempre più bambini. Allo stesso tempo, HRW riferisce che le bande utilizzano sempre più i social media per attirare nuovi adolescenti.