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Mostra A.I. “Shusha: la Danza dei Simboli” esposta a Roma dopo Milano

Mostra A.I. “Shusha: la Danza dei Simboli” esposta a Roma dopo Milano

K metro 0 – Roma – Il Centro culturale dell’Azerbaigian a Roma ha inaugurato ieri la mostra di intelligenza artificiale “Shusha: la Danza dei Simboli”, dell’artista azerbaigiana Nabat Garakhanova. Un nome evocativo per una commistione di colori, simboli e suoni, capaci di affascinare gli spettatori. La serata è stata aperta dai saluti dell’Ambasciatore della Repubblica

K metro 0 – Roma – Il Centro culturale dell’Azerbaigian a Roma ha inaugurato ieri la mostra di intelligenza artificiale “Shusha: la Danza dei Simboli”, dell’artista azerbaigiana Nabat Garakhanova. Un nome evocativo per una commistione di colori, simboli e suoni, capaci di affascinare gli spettatori.

La serata è stata aperta dai saluti dell’Ambasciatore della Repubblica dell’Azerbaigian Rashad Aslanov, che ha ringraziato gli ospiti per la presenza e ha presentato l’artista Garakhanova e le sue opere.

A seguire, Garakhanova ha introdotto Shusha Hanım, la prima intelligenza artificiale dell’Azerbaigian, i suoi collaboratori e il pensiero alla base dei lavori,  evidenziando il ruolo trasformativo dell’intelligenza artificiale nel mondo dell’arte, come testimonianza di un potente strumento per la creatività e l’ispirazione. La mostra ha presentato opere d’arte digitali ispirate al kelaghayi, tessuto tradizionale azerbaigiano decorato con motivi nazionali, evidenziando l’integrazione dell’IA nella rivitalizzazione di forme d’arte storiche. Nelle opere, i ricchi motivi e simboli dell’Azerbaigian sono intricatamente intrecciati sulla seta e ogni opera d’arte prende vita attraverso la tecnologia della Realtà Aumentata (AR).

La mostra prima di Roma è stata esposta a Milano e proseguirà il suo percorso in altre capitali europee. 

L’evento ha visto la partecipazione di ospiti illustri, tra cui rappresentanti del mondo diplomatico, dei media e della cultura, affascinati dalle opere e dalle parole dell’artista Nabat Garakhanova, che ha osservato come “Questa mostra è più di una vetrina di tecnologia; è un ponte tra il nostro passato culturale e il futuro”.

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