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Hezbollah conferma la morte di Nasrallah in raid Israele. Iran ora vuole inviare truppe in Libano

Hezbollah conferma la morte di Nasrallah in raid Israele. Iran ora vuole inviare truppe in Libano

K metro 0 – Beirut – Hasan Nasrallah, leader di Hezbollah, sarebbe morto nei raid israeliani di ieri a Beirut. Ad annunciarlo per prime le forze di difesa di Tel Aviv, come riportano media locali tra cui il Times of Israel e il Jerusalem Post. Anche Hezbollah ha poi confermato l’uccisione del suo leader, riferiscono tutti i principali

K metro 0 – Beirut – Hasan Nasrallah, leader di Hezbollah, sarebbe morto nei raid israeliani di ieri a Beirut. Ad annunciarlo per prime le forze di difesa di Tel Aviv, come riportano media locali tra cui il Times of Israel e il Jerusalem Post. Anche Hezbollah ha poi confermato l’uccisione del suo leader, riferiscono tutti i principali media in lingua araba, citando una nota dell’organizzazione libanese sostenuta dall’Iran. E poco prima anche la Francia aveva confermato la morte di Nasrallah: “Secondo le informazioni in nostro possesso, si ritiene che Hassan Nasrallah, segretario generale di Hezbollah, sia morto”, ha indicato il Quai d’Orsay in una nota.

L’Iran punta il dito contro Israele e Stati Uniti. Il portavoce del ministero degli Esteri della Repubblica Islamica, Nasser Kanaani, ha parlato di un attacco “crudele, brutale e terroristico” da parte di Israele, condotto con “bombe donate dagli Usa” e ha accusato Washington di “complicità” in quello che considera un “crimine di guerra”.

L’Iraq osserverà tre giorni di lutto nazionale per la morte del segretario generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ucciso ieri da un raid delle Forze di difesa di Israele (Idf) sulla periferia sud di Beirut. Lo ha fatto sapere l’ufficio stampa del primo ministro iracheno Mohammed Shia’ al Sudani.

Le Forze di difesa di Israele (Idf) hanno colpito da ieri sera, più di 140 obiettivi del partito libanese sciita filo-iraniano Hezbollah. Lo hanno riferito le stesse Idf in una nota su Telegram. I massicci attacchi in Libano stanno spingendo la situazione verso la catastrofe. Lo ha affermato Unicef, che in una nota su X ha scritto: “Decine di migliaia di famiglie sono state sfollate da un giorno all’altro, senza un posto dove andare. I bambini ne stanno portando il peso: vite perse e molte a rischio. Questa violenza deve cessare ora”. 

Chi era Nasrallah

Nasrallah era nato il 31 agosto 1960 in una modesta famiglia di nove figli nella capitale libanese. La sua famiglia proveniva dal villaggio di Bazouriyé, nel sud del Libano. Da adolescente aveva studiato Teologia nella città di Najaf, in Iraq, ma aveva dovuto lasciare durante le repressioni contro gli sciiti guidate dall’allora presidente iracheno Saddam Hussein.

Tornato in Libano, si era unito al movimento sciita Amal, ma se ne era allontanato durante l’invasione israeliana del Paese dei Cedri nell’estate del 1982 per entrare a far parte del nucleo fondatore di Hezbollah. Sposato e con cinque figli, Hassan Nasrallah parlava correntemente il farsi. Indossava il turbante nero dei Sayyed, i discendenti del Profeta Maometto. In una rara intervista, aveva dichiarato di aver giocato a calcio in gioventù e di amare ancora Maradona. Sebbene non fosse tecnicamente una figura pubblica ufficiale in Libano, era uno dei politici più in vista del Paese. Decideva della guerra o della pace, era a capo di potenti istituzioni e di una formidabile milizia pesantemente armata.

Nemico giurato di Israele, appariva raramente in pubblico dopo la guerra che ha contrapposto il suo movimento all’esercito israeliano nell’estate del 2006, e il suo luogo di residenza è sempre stato tenuto segreto. Ma tutto il Paese era sintonizzato sui suoi lunghi discorsi, trasmessi in diretta, in cui usava l’umorismo, ma non esitava a minacciare i suoi nemici. I suoi seguaci lo chiamavano “Il Sayyed” o “Abu Hadi” – in arabo padre di Hadi, il figlio ucciso negli scontri con le truppe israeliane nel 1997.

Nasrallah era il leader carismatico di Hezbollah dal 1992, quando successe ad Abbas Moussaoui, assassinato da Israele. Da allora, era riuscito a trasformare Hezbollah, armato e finanziato dall’Iran, in una forza politica tenuta in considerazione, rappresentata in Parlamento e nel governo. Allo stesso tempo, ha sviluppato l’arsenale del suo gruppo, che, secondo le sue affermazioni, disponeva di 100mila combattenti e di armi potenti, tra cui missili ad alta precisione. Hezbollah – la cui ala militare è nella lista delle organizzazioni terroristiche dell’Ue e degli Stati Uniti – è l’unico gruppo ad aver tenuto le armi alla fine della guerra libanese (1975-1990) in nome della “resistenza contro Israele”, il cui esercito si è progressivamente ritirato dal Libano fino ad evacuare il sud del Paese nel maggio 2000, dopo 22 anni di occupazione.

Alla fine della guerra del 2006, Hassan Nasrallah proclamò una “vittoria divina” e si affermò come un eroe nel mondo arabo. Ma in Libano si alienò diverse fazioni quando il suo partito venne accusato di essere coinvolto nell’assassinio dell’ex primo ministro Rafik Hariri nel 2005 e poi quando i suoi uomini armati presero brevemente il controllo della capitale nel maggio 2008. Oggi Hezbollah è il principale tra gli alleati dell’Iran nella regione, raggruppati all’interno di un “asse di resistenza” che comprende gruppi armati in Iraq e i ribelli Houthi nello Yemen, oltre al palestinese Hamas. Dall’inizio della guerra a Gaza tra Hamas e Israele, Hassan Nasrallah aveva aperto il fronte meridionale libanese per sostenere l’alleato palestinese, ma aveva sempre cercato di evitare una guerra su larga scala con Israele.

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Nizar Ramadan
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