K metro 0 – Beirut – L’escalation sul fronte nord di Israele prosegue, mentre il bilancio delle vittime dei raid israeliani di oggi nel sud e nell’est del Libano continua ad aumentare il numero delle vittime dei raid israeliani condotti oggi, 23 settembre, e ancora in corso in Libano. Sono morte 492 persone, fra cui
K metro 0 – Beirut – L’escalation sul fronte nord di Israele prosegue, mentre il bilancio delle vittime dei raid israeliani di oggi nel sud e nell’est del Libano continua ad aumentare il numero delle vittime dei raid israeliani condotti oggi, 23 settembre, e ancora in corso in Libano. Sono morte 492 persone, fra cui molti bambini e donne, e almeno 1.645 sono rimaste ferite.
Migliaia di famiglie sono in fuga dal sud del Libano diretti verso la capitale Beirut e le aree del Monte Libano. Code di auto lungo le strade che collegano Tiro a Beirut, di auto piene di donne e bambini in fila per entrare da sud nella capitale.
Nel frattempo, rimane il mistero sulla sorte di Ali Karaki, numero 3 di Hezbollah. Sarebbe stato ucciso “in un raid israeliano nella periferia meridionale di Beirut”, sostiene l’emittente Sky News Arabia, citando una fonte militare libanese. Karaki, responsabile delle attività militari nel Libano meridionale, per Hezbollah non è nemmeno stato ferito.
Ma per Israele “tutti sono un obiettivo”, ha affermato il premier israeliano Benjamin Netanyahu, riferendosi al leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, in una riunione a porte chiuse in anticipo sul consiglio dei ministri, secondo quanto rende noto il sito di notizie israeliano YNet.
Intanto, sono 1.300 gli obiettivi di Hezbollah colpiti oggi nei raid di Israele in Libano, ha precisato il portavoce dell’Idf, Daniel Hagari anticipando che “ci saranno giorni impegnativi”. I raid proseguono, ha aggiunto. Fra gli obiettivi colpiti anche missili cruise “in grado di colpire a centinaia di chilometri”, razzi con testate da mille chili, razzi e droni.
Nel mirino delle operazioni, affermano, sono finiti edifici utilizzati da Hezbollah per immagazzinare razzi, missili, droni e altre munizioni. Gli attacchi sono stati lanciati dopo che le Idf hanno dichiarato di aver intercettato i preparativi di Hezbollah per lanciare importanti attacchi missilistici contro Israele.
“In ognuna delle case colpite in Libano” dall’aeronautica militare israeliana “c’erano armi di Hezbollah”, ha sostenuto il portavoce delle Idf Daniel Hagari. Rispondendo a una domanda su una possibile incursione di terra israeliana in Libano, Hagari ha sottolineato che “è stata avviata un’offensiva aerea su larga scala”.
Di raid “ovunque”, parla una donna in fuga a bordo di un’auto. “Non sappiamo dove andare, ma è meglio venire nella capitale”, sintetizza un uomo a bordo della macchina. Una fonte governativa libanese accusa Israele di “cercare di creare una crisi di sfollati per aumentare le pressioni su Hezbollah” in un Libano che fa i conti con la più grave crisi economica di sempre.
Nei pressi di Beirut alcune scuole vuole sono state allestite per accogliere gli sfollati dal sud. Il ministro dell’Istruzione, Abbas al-Halabi, ha confermato che alcuni istituti nella zona del Monte Libano e in aree alla periferia di Beirut hanno aperto le porte agli sfollati.
Infine, il Pentagono ha annunciato che invierà altri militari americani in Medio Oriente. “Alla luce dell’aumento della tensione e per estrema cautela, stiamo dispiegando un piccolo numero di soldati aggiuntivo per aumentare le nostre forze già presenti nella regione”, ha affermato il portavoce del dipartimento della Difesa il generale Pat Ryder senza specificare il numero.