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Libano: strage dei cercapersone: sale il bilancio delle vittime

Libano: strage dei cercapersone: sale il bilancio delle vittime

K metro 0 – Beirut – La strage dei cercapersone, attribuito ma non rivendicato da Israele, ha provocato la morte di venti persone e ne ha ferite circa 2800, di cui oltre duecento in modo grave. Secondo la “Cnn”, l’operazione sarebbe stata condotta in maniera congiunta dalle forze armate e dai servizi di intelligence israeliani.

K metro 0 – Beirut – La strage dei cercapersone, attribuito ma non rivendicato da Israele, ha provocato la morte di venti persone e ne ha ferite circa 2800, di cui oltre duecento in modo grave. Secondo la “Cnn”, l’operazione sarebbe stata condotta in maniera congiunta dalle forze armate e dai servizi di intelligence israeliani. Benjamin Netanyahu e i membri senior del suo gabinetto di guerra ne erano a conoscenza, affermato una fonte informata dei fatti ad Axios

Il ministero della Salute libanese, ha dichiarato che oltre 450 persone sono rimaste ferite nella nuova ondata di esplosioni registrate nel Paese dei cedri, dopo quelle di ieri di migliaia di cercapersone. Gli episodi hanno interessato, oltre ai ricetrasmittenti in uso al movimento di Hezbollah, anche sistemi collegati ai pannelli solari, macchine per le impronte digitali e batterie al litio. Nella giornata di ieri erano state uccise almeno 12 persone, mentre altre 2.800 circa erano rimaste ferite.

L’attacco odierno arriva dopo che ieri si è verificata un’esplosione simultanea di migliaia di cercapersone in varie parti del Libano e a Damasco, la capitale della Siria, provocando la morte di almeno 12 persone e oltre 2.500 feriti, la maggior parte di cui presunti membri di Hezbollah. Intanto, gli scontri al confine del Libano, tra Hezbollah e Israele, si sono intensificati e ora si teme un’ulteriore escalation, che potrebbe coinvolgere tutto il Libano, già alle prese con una situazione di stallo politica e una grave crisi economica-finanziaria per la massiccia presenza dei rifugiati siriani, ora trasformati in un capro espiatorio.

L’Alto rappresentante per la politica estera europea, Josep Borrell, ha chiesto di indagare sull’accaduto: “Condanno i nuovi attacchi avvenuti oggi in Libano e mi unisco all’appello del commissario dei diritti umani delle Nazioni Unite Volker Turk affinché venga avviata un’indagine indipendente”. Lo scrive l’Alto rappresentante su X, sottolineando che “il rischio di un’escalation militare, con conseguenze devastanti per l’intera regione, richiede una mobilitazione urgente”.

“Non siamo stati coinvolti in alcun modo negli incidenti di ieri e di oggi” in Libano, ha affermato il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, in un briefing con i giornalisti, ribadendo: “Vogliamo che la guerra finisca, tutto quello che abbiamo fatto è destinato a impedire l’escalation del conflitto”.

Dal canto suo il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, dopo la seconda ondata di morti e feriti in Libano e Siria, ha chiesto di “non trasformare gli oggetti civili in armi”. “Penso che sia molto importante che  ci sia un controllo effettivo degli oggetti civili, che non vengano  armati. Questa dovrebbe essere una regola che i governi di tutto il mondo dovrebbero essere in grado di attuare”, ha detto durante una  conferenza stampa a New York.  Secondo il segretario generale, “la logica di far esplodere tutti  questi ordigni” sembra essere quella di “un attacco preventivo prima  di una grande operazione militare”, motivo per cui questo incidente,  attribuito a Israele, dimostra che esiste un ”serio rischio” di  un escalation in tutto il Medio Oriente.

Infine, il Cremlino parla di una “guerra ibrida” e chiede “un’inchiesta” sulle esplosioni in Libano e Siria. “Quello che è accaduto richiede un’inchiesta, un’attenzione internazionale”, ha affermato la portavoce del ministero degli esteri di Mosca, Maria Zakharova, citata dall’agenzia tass. Un giudizio su quanto avvenuto deve essere dato da “specialisti”, ha aggiunto la portavoce.

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Nizar Ramadan
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