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Francia, il nuovo premier Michel Barnier inizia le consultazioni

Francia, il nuovo premier Michel Barnier inizia le consultazioni

K metro 0 – Parigi – Il momento cruciale per il nuovo primo ministro francese incaricato da Emmanuel Macron arriva ora: dovrà mettere insieme un governo in grado di dimostrare la capacità di unire le persone, e di staccarsi dal Capo dello Stato. Il nuovo premier ha così iniziato le consultazioni oggi, incontrando subito il

K metro 0 – Parigi – Il momento cruciale per il nuovo primo ministro francese incaricato da Emmanuel Macron arriva ora: dovrà mettere insieme un governo in grado di dimostrare la capacità di unire le persone, e di staccarsi dal Capo dello Stato.

Il nuovo premier ha così iniziato le consultazioni oggi, incontrando subito il suo predecessore Gabriel Attal a Matignon, poi i leader della destra, il presidente del Senato, Gérard Larcher, e i leader dei deputati, Laurent Wauquiez, e dei senatori, Bruno Retailleau, prima di tornare all’Eliseo a mezzogiorno.

Nel suo primo discorso da primo ministro, Barnier ha riconosciuto le sfide del compito che lo attende e ha promesso di dire la verità “anche se è difficile da sentire”. “C’è bisogno di rispetto, di pacificazione e di unità”, ha dichiarato, facendo un cenno al difficile panorama politico che ora presiede. “Mi sto imbarcando in questa nuova fase, in questa nuova pagina bianca, con molta umiltà”.

Per i rappresentanti della destra come Laurent Wauquiez, “Ciò che conta è il programma e ciò che possiamo ottenere per il Paese”, ha dichiarato, riferendosi al ‘potere d’acquisto attraverso il lavoro e non attraverso l’elemosina’. Possibilisti, sulla carta, anche i macronisti: “Da parte nostra non ci sarà né un desiderio di blocco, né un sostegno incondizionato: solo il desiderio di essere utili al nostro Paese e fedeli ai nostri valori”, ha assicurato l’ex primo ministro Gabriel Attal in un messaggio ai parlamentari del suo gruppo Ensemble pour la République.

Previsti domani colloqui con Elisabeth Borne e Edouard Philippe, due dei suoi predecessori.  Molto critica sulla scelta di Macron di nominare Barnier, Lucie Castets: “Abbiamo un primo ministro che dipende totalmente dal Rassemblement National “, ha insistito l’ex candidata del PNF a Matignon. Il governo Barnier dipende dalla buona volontà del Rassemblement National, che voti o meno per la censura”, ha insistito.

Cauta la posizione dell’entourage di Marine Le Pen a franceinfo su un’eventuale censura in caso di nomina di Michel Barnier a primo ministro: “Il RN aspetterà la dichiarazione di politica generale prima di prendere posizione”. Informazione confermata poi su X p dal leader del Rassemblement National, Jordan Bardella.

Ma chi è il premier incaricato di formare un nuovo governo, da dove arriva esattamente? Ne ha tratteggiato il profilo la BBC. Innanzi tutto vanta oltre 50 anni di carriera politica, ma è noto soprattutto in patria come capo negoziatore dell’Ue negli anni della Brexit. Durante l’estenuante processo dell’uscita del Regno Unito dalla Ue, ha lavorato difatti con negoziatori e primi ministri britannici sempre diversi mantenendo la calma e la lucidità necessarie per risolvere quello da lui definito un “divorzio costoso e doloroso”. Dietro le quinte, il suo compito principale è stato quello di viaggiare per l’Europa e costruire il consenso tra i 27 Stati membri per garantire che l’Ue mantenesse un fronte unito. Il suo compito era quello di rappresentare l’Unione europea durante i colloqui con il governo britannico ed è stato ampiamente elogiato per la sua attenzione ai dettagli e la capacità di raggiungere il consenso.

Nato nel 1951 nella regione montuosa della Savoia, nel sud-est della Francia, Barnier, da adolescente si è iscritto al partito di destra Unione per la Difesa della Repubblica (UDR). Ancora oggi appartiene al partito successore dell’UDR, i Repubblicani (LR). Barnier non ha frequentato l’École Nationale d’Administration francese, da cui provengono molti dei leader del Paese, ma ha fatto la storia quando, a 27 anni, è diventato il più giovane deputato mai eletto. Nel 2010 è diventato commissario per il mercato interno dell’Ue, uno degli incarichi più ambiti della Commissione europea. Tuttavia, nel 2014 ha tentato senza successo di diventare presidente della Commissione europea.

Nell’estate del 2021, ha lanciato la candidatura dei conservatori alle elezioni presidenziali francesi del 2022, non risparmiando critiche al Presidente Emmanuel Macron, che a suo dire ha governato la Francia in modo “arrogante”. Lontano da Bruxelles, Barnier ha iniziato a liberarsi dell’immagine di tecnocrate consumato dell’Ue. Ha chiesto l’attuazione di politiche fortemente anti-immigrazione in Francia e in tutta l’Unione e ha affermato che la Francia dovrebbe poter ignorare alcune sentenze della Corte di giustizia europea e della Corte europea dei diritti dell’uomo.

Alcuni osservatori sono rimasti sorpresi e hanno interpretato questa come una mossa populista. Sebbene Barnier sia ancora conosciuto principalmente come Monsieur Brexit, è probabile che il Presidente Macron lo abbia scelto perché entrambi appartengono all’establishment pro-europeo e condividono le stesse inclinazioni di destra sul fronte economico.

Il suo background repubblicano lo mette dunque in contrasto con i partiti di sinistra, ma significa che le forze centriste, di destra e populiste potrebbero aiutarlo a superare il primo ostacolo della sua premiership – un probabile voto di fiducia. David Davis, che ha lavorato a stretto contatto con Barnier per diversi anni come Segretario per la Brexit del Regno Unito, ha dichiarato all’emittente britannica che si tratta di “un francese davvero solido” e “ben radicato nella Francia reale”.

di Sandro Doria

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